Il trucco contabile con cui l’Autorità Palestinese continua a incentivare finanziariamente i terroristi
Oltre 150 milioni di dollari versati nel 2020 a terroristi condannati, pari al 3,25% del bilancio dell’Autorità Palestinese
Di Lahav Harkov
Nel 2020 l’Autorità Palestinese ha versato più di 512 milioni di shekel (157 milioni di dollari) in vitalizi a terroristi detenuti o scarcerati. Lo ha riferito lunedì la ong Palestinian Media Watch, specificando che l’importo costituisce il 3,25% dell’intero bilancio dell’Autorità Palestinese per lo scorso anno. Nel 2019, aggiunge il rapporto, l’Autorità Palestinese aveva pagato per lo stesso motivo circa 517 milioni di shekel.
In realtà, secondo Palestinian Media Watch l’importo totale versato ai terroristi nel 2020 è stato superiore a 512 milioni di shekel perché quelli di loro che erano precedentemente impiegati dall’Autorità Palestinese continuano a ricevere i loro stipendi mentre sono in carcere, in conformità alle norme di bilancio dell’Autorità Palestinese. L’Autorità Palestinese amministra anche un “fondo del martire” destinato alle famiglie dei terroristi morti mentre compivano o tentavano di compiere attentati. Il fondo comprende retribuzioni mensili, istruzione gratuita, assicurazione, assistenza medica e altro.
L’analisi condotta da Palestinian Media Watch del bilancio dell’Autorità Palestinese ha rilevato il tentativo di nascondere i pagamenti ai terroristi, probabilmente a causa della trasparenza sempre più pressantemente richiesta dai donatori internazionali. Nel 2020, l’Autorità Palestinese ha rimosso dal bilancio la categoria che precedentemente chiamava “Ministero degli affari dei prigionieri” attraverso la quale erano stati versati i vitalizi ai terroristi nel periodo 2018-2019. Tuttavia, durante tutto l’anno gli esponenti palestinesi hanno continuato a propagandare presso il proprio pubblico i pagamenti effettuati ai terroristi e non hanno mai affermato d’averli interrotti.

Il grafico mostra le “spese per trasferimento”, ovvero i pagamenti ai detenuti terroristi, del Ministero per gli affari dei prigionieri dell’Autorità Palestinese e dell’Olp dal 2014 al 2020 (in shekel). Ogni volta che l’Autorità Palestinese toglie il Ministero degli affari dei prigionieri (colonne arancioni), il trasferimento dell’Olp (colonne blu) aumenta dell’importo destinato ai terroristi
Dall’analisi si evince che i pagamenti sono stati incanalati attraverso l’Olp, il cui budget è più che quadruplicato lo scorso anno passando da 161 milioni di shekel (49 milioni) a 673 milioni di shekel (206 milioni di dollari). Secondo Palestinian Media Watch, la differenza di 512 milioni di shekel è l’importo versato ai terroristi detenuti o scarcerati.
La circostanza è ulteriormente dimostrata dal fatto che per tutto il 2020 i trasferimenti stavano fra i 35 milioni e i 58 milioni di shekel al mese (11-18 milioni di dollari). Ma a dicembre, dopo che l’Autorità Palestinese ha annunciato che avrebbe pagato gli stipendi dei terroristi per tre mesi in una volta, l’importo trasferito all’Olp è salito a più di 121 milioni di shekel (37 milioni di dollari): in perfetta coincidenza con l’entrata in vigore, il 30 dicembre 2020, della legge anti-terrorismo israeliana che proibiva qualsiasi transazione bancaria intesa a premiare il terrorismo, impedendo all’Autorità Palestinese di utilizzare le banche locali per pagare i vitalizi ai terroristi.
L’Autorità Palestinese aveva già utilizzato l’Olp per occultare i suoi pagamenti ai terroristi nel 2015-2017. Infatti, a differenza dell’Autorità Palestinese che riceve finanziamenti internazionali, l’Olp non è tenuta a rendere conto del proprio bilancio alla comunità internazionale.
“Se la comunità internazionale intende continuare a finanziare l’Autorità Palestinese – conclude il rapporto di Palestinian Media Watch – è imperdonabile che i paesi donatori le permettano di celare una parte così significativa del suo bilancio sotto la voce non trasparente di ‘Istituzioni dell’Olp’. L’unico modo per sapere come l’Autorità Palestinese spende i soldi dei paesi donatori è che questi esigano che in futuro l’Autorità Palestinese specifichi in dettaglio nei suoi ‘rapporti di spesa’ cosa sta facendo l’Olp con quei soldi, e questo non solo nell’interesse della trasparenza ma per monitorare e infine fermare gli incentivi e il finanziamento del terrorismo”.
(Da: Jerusalem Post, 22.2.21 – palwatch.org, 22.2.21)