Editoriali del 22 giugno

Se ne discute in Israele: alcuni commenti dalla stampa israeliana

image_3167YEDIOT AHARONOT scrive a proposito della situazione in Siria e si chiede se il Presidente Bashar Assad sia semplicemente “debole e in preda al panico, o un gran bugiardo che non intende mantenere alcuna delle infinite promesse che ha fatto nel suo discorso di lunedì scorso”. L’autore deride il leader siriano come “debole e distaccato,” e aggiunge che “dopo undici anni al potere, non ha ancora mostrato alcun segno di carisma, determinazione, leadership o vere capacità decisionali.” Rivolgendosi al Presidente Assad, l’editoriale dice: “Lei è un medico che non ha mai esercitato, ma tutti i giorni dimostra nuovamente quanto abbia tradito il giuramento di Ippocrate.”
(Da: Yediot Aharonot, 22.06.11)

Il JERUSALEM POST scrive attaccando quella che definisce l’ingerenza divisionista del ministro dell’interno Eli Yishai ”nel cercare di ripristinare lo status di ‘ebreo’ sulle carte d’identità israeliane – ma solo per quelli che lui ed altri ebrei ortodossi considerano ‘ebrei.’” Questo significa che i riformati e i conservatori convertiti all’ebraismo non saranno riconosciuti come ebrei sulle nuove carte d’identità, una mossa che viola le decisioni della Corte Suprema. L’editoriale dice che “invece di intimare il disprezzo per la sincera fede di altri ebrei, Yishai dovrebbe almeno evitare un inutile confronto che potrebbe accattivargli la simpatia dei suoi elettori dalla mente più ristretta e più bigotti, ma che alienerebbe e farebbe infuriare milioni di ebrei non ortodossi della Diaspora.”
(Da: Jerusalem Post, 22.06.11)

HA’ARETZ scrive mettendo in guardia sui pericoli inerenti alla nuova politica degli insediamenti del Primo Ministro Netanyahu, secondo la quale “il Dipartimento degli insediamenti dell’Organizzazione Mondiale Sionista – il braccio lungo per quanto riguarda le costruzioni in Cisgiordania – non dovrà più necessariamente chiedere l’autorizzazione del ministro della difesa,” e afferma che “la decisione a questo punto di eliminare perfino l’apparenza di supervisione della costruzione di insediamenti sta piantando un altro chiodo nella bara della soluzione due-stati.”
(Da: Ha’aretz, 22.06.11)