Editoriali del 26 giugno

Se ne discute in Israele: alcuni commenti dalla stampa israeliana

image_3169YEDIOT AHARONOT scrive riguardo al recente incidente in cui una coppia di israeliani sono stati accusati in Polonia di aver rubato degli oggetti da Auschwitz-Birkenau. L’autore si duole che “non ci sono limiti all’idiozia, all’impudenza e alla bassezza a cui alcuni possono arrivare,” e dice che “ è un peccato che il giudice polacco a Cracovia sia stato cosi clemente verso questi due israeliani senza coscienza e non li abbia mandati in prigione per parecchi anni.”
(Da: Yediot Aharonot, 26.06.11)

MA’ARIV scrive che la decisione del Primo Ministro Benjamin Netanyahu di tagliare i privilegi che i prigionieri di Hamas ricevono mentre sono detenuti in Israele reggerà anche davanti alla Corte Suprema. L’autore afferma che “la revoca dei privilegi sarà considerata legale e commisurata.”
(Da: Ma’ariv, 26.06.11)

YISRAEL HAYOM scrive che “mentre la lotta per la liberazione di Gilad Shalit è giusta e importante, da parecchio tempo è uscita dai binari,” e aggiunge che “le dimostrazioni di fronte alla residenza del Primo Ministro non saranno d’aiuto perché non è l’indirizzo giusto.” Il giornale ricorda ai suoi lettori che “Shalit non è nascosto nel sotterraneo di Balfour Street a Gerusalemme. Sarebbe meglio se gli Shalit e i loro consiglieri per i media si rivolgessero verso il nemico, con uno scopo: incoraggiare gigantesche dimostrazioni di fronte agli uffici dell’ONU in Israele, agli uffici della Croce Rossa Internazionale, e forse alle ambasciate egiziana e giordana o alle carceri in cui sono detenuti i prigionieri di Hamas.” L’editoriale ritiene che Israele non possa rilasciare i terroristi la cui liberazione Hamas richiede, “anche al costo della non liberazione di Gilad Shalit,” perché “non possiamo insegnare a un nemico che assassina civili in attentati terroristici che è detenuto a breve scadenza.” Il giornale esorta a una politica di eliminazione dei terroristi e afferma che “questo è anche l’unico modo per impedire il prossimo rapimento e la possibilità che un’altra famiglia possa essere ridotta come gli Shalit.”
(Da: Yisrael Hayom, 26.06.11)