Editorialista kuwaitiano: come non chiamare le cose con il loro vero nome

Gli attacchi di Hamas sono “resistenza”, l’autodifesa di Israele è “aggressione”.

Di Abdullah Al Hadlaq

image_3612Quello che segue è un articolo scritto dal giornalista kuwaitiano Abdullah Al Hadlaq, pubblicato nel giornale “Al-Watan” (Kuwait, 19 novembre 2012) con il titolo: “Una parola di verità: due pesi e due misure, e non chiamare le cose con il loro vero nome”. Anche a distanza di qualche settimana dalla pubblicazione, può essere utile leggerne il testo, segnalato dal blog di Avi Melamed su “Times of Israel”.

«Quando le organizzazioni terroristiche nella striscia di Gaza, compresa Hamas, lanciano razzi sulle città israeliane cercando di uccidere civili innocenti, comprese donne e bambini, i mass-media arabi quasi senza eccezione la chiamano “resistenza” o “jihad”. Quando Israele, agendo per autodifesa, attacca le postazioni militari di queste organizzazioni nella striscia di Gaza per far cessare il terrorismo dei razzi che vengono lanciati sulle città israeliane, gli stessi mass-media chiamano queste reazioni “aggressione”. Gli attacchi di Hamas ai civili israeliani, sostengono i mass-media arabi, costituiscono il “legittimo diritto alla resistenza e alla jihad palestinese”. L’autodifesa d’Israele è, dicono, “l’aggressione dell’occupazione israeliana nella striscia di Gaza”. E infine, i mass-media arabi – per la maggior parte – chiamano “morti” le vittime israeliane e definiscono “martiri” le vittime palestinesi.
Hamas ha avviato lo scontro con Israele, ma non riesce a porvi termine. In seguito alla ritorsione israeliana, i capi di Hamas rimpiangono la loro decisione di dare inizio allo sconto. Il che mi ricorda la reazione di Hassan Nasrallah, capo di Hezbollah, in seguito alla guerra in Libano del 2006, quando disse: “Se avessi saputo che la risposta israeliana sarebbe stata così forte, non avrei nemmeno lanciato la provocazione”.
Israele potrebbe lanciare una massiccia operazione di terra su scala più ampia della precedente operazione di terra “Piombo fuso” del 2009, che includeva massicci attacchi alle postazioni militari delle organizzazioni nella striscia di Gaza e prendeva di mira i capi militari e politici di tali organizzazioni.
L’Iran e il suo alleato Hezbollah stanno cercando di incendiare la regione nella speranza di prevenire l’inevitabile caduta della sanguinaria tirannia di Assad in Siria. L’operazione militare israeliana [Colonna di nube difensiva] è un chiaro messaggio all’Iran e a Hezbollah. Il presidente degli Stati Uniti ha chiaramente appoggiato il diritto di Israele a difendersi. Israele sfrutta il vantaggio di questo sostegno per rafforzare la sua forza deterrente e distruggere i missili Fajr iraniani contrabbandanti nella striscia di Gaza dalla Siria e dal Libano meridionale. Il primo ministro israeliano sa che l’Egitto, al massimo, richiamerà il suo ambasciatore ed espellerà l’ambasciatore israeliano. Netanyahu ricorda che i rapporti Israele-Egitto sono continuati anche dopo che l’Egitto aveva richiamato il suo ambasciatore nel 2002.»

(Da: Times of Israel, 9.12.12)

Per il testo originale: http://alwatan.kuwait.tt/ArticleDetails.aspx?Id=234032&YearQuarter=20124

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