Egitto, Gaza, Ramallah: menzogne (e minacce) elette a sistema

Negazione dell’11 settembre, foto truccate, minacce di conquista del mondo intero.

image_2938Intervistato dalla tv dell’Autorità Palestinese il 6 settembre 2010, il MINISTRO PER IL PATRIMONIO RELIGIOSO DELL’AUTORITÀ PALESTINESE MAHMOUD HABBASH ha affermato:
«Personalmente dubito che dei musulmani abbiano nulla a che fare con questo [l’11 settembre]. Ci sono molte questioni che [restano aperte]. Molte cose sono state attribuite ai musulmani ed è diventato un assioma che l’abbiano fatto i musulmani. Io, personalmente, ho molti, molti interrogativi su questo. Come? Quando? Perché? E così via. E chi? Nessuna di queste domande ha ancora ricevuto risposta.»

In un discorso mandato in onda dalla tv Al-Aqsa il 5 settembre 2010, il LEADER DI HAMAS MAHMOUD AL-ZAHHAR ha dichiarato:
«Ibn Al-Kathir [storico arabo del XII-XIII secolo] ha detto che Allah ha inviato 124mila profeti e messaggeri. Gli israeliani, o ebrei, ne hanno uccisi la metà. In altre parole, 62mila profeti e messaggeri. […] La nostra impresa si estende ben oltre la Palestina: la Palestina nella sua interezza, la nazione araba nella sua interezza, la nazione islamica nella sua interezza, e il mondo intero.»

AL-AHRAM, IL PIÙ ANTICO QUOTIDIANO EGIZIANO, ha difeso venerdì scorso la scelta di pubblicare una foto ritoccata in cui il presidente egiziano è stato spostato al centro e davanti agli altri protagonisti dei colloqui di pace a Washington. Il giornale sostiene che la foto illustra in modo fedele il ruolo svolto da Mubarak.
Nella foto originale si vedeva il presidente Usa Barack Obama che guidava il gruppetto di leader sul tappeto rosso alla cerimonia di avvio dei negoziati diretti, lo scorso primo settembre a Washington. Obama era affiancato dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e dal presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen), affiancati a loro volta da Mubarak e da re Abdullah II di Giordania.
Il giornale statale egiziano Al-Ahram ha alterato l’immagine, nella sua edizione di giovedì scorso, mettendo Mubarak in testa al gruppetto, con Obama leggermente dietro, alla sua destra; e l’ha pubblicata a fianco di un articolo intitolato “La strada per Sharm el-Sheikh”, un riferimento alla località egiziana che ha ospitato il secondo appuntamento dei negoziati, poi conclusosi mercoledì a Gerusalemme.
Blogger e attivisti egiziani hanno definito “poco professionale” la fotografia, dicendo che si tratta di un esempio di come il regime inganna la propria gente. Sostengono anche che la foto costituisce un tentativo di distrarre l’attenzione dal fatto che il ruolo dell’Egitto nel processo di pace è andato scemando.
Il direttore di Al-Ahram, Osama Saraya, si è scagliato contro i critici con un editoriale pubblicato venerdì nel quale puntualizza che la foto originare era stata pubblicata il giorno in cui ebbero inizio i colloqui a Washington, e che la foto alterata (peraltro non segnalata come tale) ha solo lo scopo di illustrare il ruolo-guida svolto dall’Egitto nel processo di pace in Medio Oriente, e non quello di modificare la storia. “La foto espressionista – scrive Saraya – costituisce una sintetica espressione, reale e dal vivo, della posizione di primo piano del presidente Mubarak nella questione palestinese, del suo ruolo unico di guida innanzi a Washington e a chiunque altro”.
Al momento in cui scriviamo, la foto compare ancora sul sito web del quotidiano egiziano.
Gli oppositori interni al regime quasi trentennale di Mubarak hanno colto l’occasione per criticare il governo, accusato di abusi generalizzati per reprimere il dissenso. Il blogger egiziano Wael Khalil, che per primo ha attirato l’attenzione sulla foto manipolata, dice che quell’immagine restituisce “un’istantanea” di ciò che egli definisce “l’inganno quotidiano” perpetrato dal regime su numerose questioni, comprese le riforme democratiche e la giustizia sociale. “Ci mentono in continuazione – afferma Khalil – Anziché affrontare le questioni reali, si limitano a modificarle in photoshop”.
Secondo Saraya, le critiche farebbero parte di una campagna diffamatoria contro il quotidiano da lui diretto, edito al Cairo sin dal 1976. In realtà, non è infrequente che i giornali egiziani modifichino le immagini di politici e alti funzionari dello stato, per migliorarne l’aspetto. Hisham Kassem, editore ed attivista per i diritti umani, dice che coloro che hanno pubblicato la foto in questione intendevano evidentemente compiacere il presidente, una pratica che Kassem paragona ai metodi della vecchia Unione Sovietica.

(YnetNews, 19.9.10)

Nelle immagini in alto: La foto truccata da Al-Ahram e (sotto) la foto originale. Per vederle più in grande:

http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-3955758,00.html

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