Elezioni israeliane del 23 marzo 2021

Rapida carrellata sulle formazioni che hanno più probabilità di entrare nella 24esima Knesset: nomi, profilo, strategia elettorale

Sono ben 39 le formazioni israeliane che hanno presentato una lista di candidati per le elezioni politiche del 23 marzo, la quarta tornata elettorale nell’arco di meno di due anni. Le precedenti elezioni anticipate della Knesset si sono tenute il 9 aprile 2019, il 17 settembre 2019 e il 2 marzo 2020. Delle 39 liste presentate, solo una dozzina sono quelle che hanno una realistica possibilità di ottenere dei seggi nella 24esima Knesset. Per la legge israeliana, i partititi non possono cambiare le liste dopo che le hanno registrate, ma possono sempre ritirarsi dalle elezioni lasciando che i loro potenziali elettori convergano su altre formazioni.

Il leader del Likud Benjamin Netanyahu si ripropone di prolungare ulteriormente il suo attuale record di 12 anni consecutivi come primo ministro. Le principali sfide alla sua leadership vengono dal partito centrista Yesh Atid di Yair Lapid, dall’ala destra Yamina di Naftali Bennet e dal partito Nuova Speranza fondato a dicembre dall’ex ministro del Likud Gideon Sa’ar.

Israele – che elegge la Knesset monocamerale di 120 seggi con un sistema elettorale proporzionale a collegio unico nazionale, con liste bloccate e uno sbarramento d’ingresso che è stato progressivamente portato al 3,25% – non ha mai avuto governi monocolore, ma sempre governi di coalizione con la partecipazione di più partiti tali da ottenere la fiducia di almeno 61 parlamentari.

Qui di seguito proponiamo una sintetica panoramica dei partiti che hanno più probabilità di entrare a far parte della Knesset che verrà eletta il prossimo 23 marzo.

Likud. E’ il partito guidato da Benjamin Netanyahu, primo ministro dal 2009, attualmente sotto processo per tre presunti casi di corruzione e abuso d’ufficio.
Primi cinque in lista: Benjamin Netanyahu, Yuli Edelstein, Israel Katz, Miri Regev, Yariv Levin
Strategia elettorale: presentare Netanyahu come un leader e uno statista al di sopra delle beghe dei politici, sottolineando i suoi successi nel procurare vaccini e accordi di pace. Avvertire che votare altri partiti di destra potrebbe alla fine portare al potere “Yair Lapid e la sinistra”.
Numero di seggi previsto dagli ultimi sondaggi: 28-29 (ne ha 36 nella Knesset uscente)

Si preparano le urne per le elezioni israeliane del 23 marzo

Yesh Atid (C’è futuro). Partito laico di centro, ha corso insieme a Blu-Bianco nelle elezioni del 2020, ma le due formazioni si sono poi divise sulla decisione di Benny Gantz di aderire al governo Netanyahu. Il leader del partito, Yair Lapid, punta a guidare il blocco anti-Netanyahu dopo il 23 marzo.
Primi cinque in lista: Yair Lapid, Orna Barbivai, Meir Cohen, Karin Elharar, Meirav Cohen
Strategia elettorale: presentare Lapid come un’alternativa onesta e professionale a Netanyahu, in grado di formare un “governo sano” che porrà fine al caos politico. Ignorare gli attacchi di Netanyahu che descrivono Lapid come uno nelle mani della sinistra, criticando invece la gestione del coronavirus da parte del governo Netanyahu.
Numero di seggi previsto dagli ultimi sondaggi: 18 (ne ha 16 nella Knesset uscente)

Tikva Hadashà‎ (Nuova speranza). Fondato lo scorso dicembre dall’ex membro del Likud Gideon Sa’ar, il partito include altre personalità che si sono staccate dal partito di Netanyahu, alle quali si sono uniti alcuni membri di altri partiti di centro-destra che ritengono necessario un avvicendamento al vertice del governo.
Primi cinque in lista: Gideon Sa’ar, Yifat Shasha-Biton, Ze’ev Elkin, Yoaz Hendel, Sharren Haskel
Strategia elettorale: presentare Sa’ar come il candidato più idoneo a succedere a Netanyahu per riportare unità e stabilità, sottolineando la necessità di sostituire Netanyahu per mantenere la destra al potere. Concentrarsi sulla necessità di decentralizzare il governo nazionale a favore delle autorità locali.
Numero di seggi previsto dagli ultimi sondaggi: 14 (ne ha 2 nella Knesset uscente)

Yamina (A destra). Partito nazionalista di destra, in precedenza ha corso insieme alle fazioni di estrema destra Habayit Hayehudi e Unione Nazionale. E’ guidato da Naftali Bennett, che è stato ministro con Netanyahu ma ora punta a sostituirlo proponendosi espressamente come il primo ministro della prossima generazione. Il partito si tiene tuttavia le mani libere sull’eventuale adesione a un governo Netanyahu, candidandosi in questo modo al ruolo di ago della bilancia nelle trattative per la formazione del governo dopo il 23 marzo.
Primi cinque in lista: Naftali Bennett, Ayelet Shaked, Alon Davidi, Matan Kahana, Amichai Chikli
Strategia elettorale: presentare Bennett come il vero professionista in grado di realizzare un governo più efficiente concentrato sui bisogni delle persone, soprattutto nella lotta contro le crisi sanitaria ed economica causate dal coronavirus. Dire che Netanyahu deve essere sostituito, ma evitare di essere identificato con i campi pro- o anti-Netanyahu puntando al ruolo di futuro ago della bilancia.
Numero di seggi previsto dagli ultimi sondaggi: 11-12 (ne ha 3 nella Knesset uscente)

Schede elettorali israeliane

Lista (araba) Congiunta (HaReshima HaMeshutefet). E’ formata da tre dei quattro partiti a maggioranza araba che hanno corso insieme nelle ultime elezioni (Hadash, Balad e Ta’al), mentre il quarto partner Ra’am ha deciso di presentarsi da solo.
Primi cinque in lista: Ayman Odeh, Ahmad Tibi, Sami Abu Shehadeh, Aida Touma-Sliman, Osama Saadi
Strategia elettorale: sottolineare la necessità che gli arabi votino per mantenere e aumentare la forza della Lista (araba) Congiunta nella prossima Knesset.
Numero di seggi previsto dagli ultimi sondaggi: 9 (ne ha 11 nella Knesset uscente)

Shas. Partito ultra-ortodosso sefardita. Partner di lunga data delle coalizioni guidate da Netanyahu, si è impegnato a sostenerlo nuovamente come primo ministro.
Primi cinque in lista: Arye Deri, Ya’acov Margi, Yoav Ben-Tzur, Michael Malkieli, Haim Biton
Strategia elettorale: presentare Shas come un’isola di stabilità in un mondo caotico, sulla quale i suoi elettori possono fare affidamento, ispirata dal Signore e dal defunto mentore di Shas, rabbi Ovadia Yosef.
Numero di seggi previsto dagli ultimi sondaggi: 8 (ne ha 9 nella Knesset uscente)

Ebraismo Unito della Torà (Yahadut HaTora). Partito ultra-ortodosso ashkenazita. Anch’esso partner di lunga data delle coalizioni guidate da Netanyahu, si è impegnato a sostenerlo nuovamente come primo ministro.
Primi cinque in lista: Moshe Gafni, Ya’acov Litzman, Uri Maklev, Meir Porush, Yakov Asher
Strategia elettorale: sottolineare la necessità che gli ultra-ortodossi votino per mantenere e aumentare la forza della formazione nella prossima Knesset.
Numero di seggi previsto dagli ultimi sondaggi: 7 (ne ha 7 nella Knesset uscente)

Yisrael Beiteinu (Israele nostra casa). Guidato dall’ex ministro della Difesa Avigdor Lieberman, è un partito laicista di destra che dà voce alla comunità degli immigrati dell’ex Unione Sovietica. Negli ultimi anni ha rotto con Netanyahu divenendone un vivace oppositore.
Primi cinque in lista: Avigdor Liberman, Oded Forer, Evgeny Sova, Eli Avidar, Yulia Malinovsky
Strategia elettorale: presentare Netanyahu come debole e ricattabile dagli ultra-ortodossi usando lo slogan “Liberman, per porre fine al governo degli haredim“.
Numero di seggi previsto dagli ultimi sondaggi: 7-8 (ne ha 7 nella Knesset uscente)

Partito Laburista Israeliano (Miflèghet Ha-‘Avoda Ha-Yisraelit). E’ stato a lungo il partito di centrosinistra dominante in Israele (il partito di David Ben Gurion, Moshe Dayan, Golda Meir, Shimon Peres, Yitzhak Rabin), ma ha visto la sua popolarità calare costantemente. Dopo essersi candidato alle precedenti elezioni nella stessa lista con Meretz e Gesher, spera di riconquistare parte della sua precedente influenza grazie alla nuova leader Merav Michaeli, giornalista e volto noto della tv, su posizioni piuttosto lontane da quelle dei padri fondatori del paese.
Primi cinque in lista: Merav Michaeli, Omer Bar Lev, Emilie Moatti, Gilad Kariv, Efrat Rayten
Strategia elettorale: presentare Michaeli e laburisti come la giusta e onesta alternativa per gli elettori di sinistra, senza impegnarsi ad appoggiare esplicitamente Lapid come capo del prossimo governo.
Numero di seggi previsto dagli ultimi sondaggi: 6 (ne ha 2 nella Knesset uscente)

Le elezioni in Israele del marzo 2020, a pandemia già iniziata

Meretz. Storica coalizione dell’estrema sinistra sionista, ha rinunciato ad allearsi con i laburisti ritrovandosi a competere con loro per lo stesso bacino elettorale su posizioni oggi piuttosto simili.
Primi cinque in lista: Nitzan Horowitz, Tamar Zandberg, Yair Golan, Ghaida Rinawie Zoabi, Esawi Frej
Strategia elettorale: sottolineare i voltafaccia di altri partiti nelle ultime elezioni, descrivendo il Meretz agli elettori di sinistra come l’unico voto sicuro per coloro che non vogliono continuare a vedere al potere Netanyahu.
Numero di seggi previsto dagli ultimi sondaggi: 4-5 (ne ha 4 nella Knesset uscente)

Kahol Lavan (Blu-Bianco). Guidato dal ministro della Difesa e della Giustizia Benny Gantz, il partito era nato nel febbraio 2019 con l’esplicito proposito di detronizzare Netanyahu, guadagnando rapidamente posizioni di vertice nelle scorse tornate elettorali. Dopo la scelta di Gantz di entrare comunque nel governo Netanyahu per fronteggiare la crisi economica e sanitaria, ha perso molti esponenti e moltissimi consensi nei sondaggi.
Primi cinque in lista: Benny Gantz, Pnina Tamano-Shata, Chili Tropper, Michael Biton, Orit Farkash-Hacohen
Strategia elettorale: ritrarre Gantz come il leader onesto che può porre fine alle manipolazioni politiche di Netanyahu. Respingere gli appelli a ritirarsi per non disperdere voti.
Numero di seggi previsto dagli ultimi sondaggi: 4 (ne ha 12 nella Knesset uscente)

Sionismo Religioso (HaTzionut HaDatit). Formazione di estrema destra guidata da Bezalel Smotrich, che aveva corso insieme a Yamina di Bennett nelle ultime elezioni ma questa volta ha unito le forze con il partito di ispirazione kahanista Otzma Yehudit, guidato da Itamar Ben-Gvir.
Primi cinque in lista: Bezalel Smotrich, Michal Woldiger, Itamar Ben-Gvir, Simcha Rothman, Orit Struck
Strategia elettorale: sottolineare la necessità che la destra si attenga a rigorosi principi e ideali nonostante l’attuale attenzione concentrata sulla pandemia.
Numero di seggi previsto dagli ultimi sondaggi: 4-5 (ne ha 2 nella Knesset uscente)

Ra’am (Lista Araba Unita). Partito islamico su posizioni conservatrici in materia di religione e diritti LGBT, si è staccato lo scorso gennaio dalle altre tre formazioni a maggioranza araba quando il suo leader Mansour Abbas ha aperto a legami con il partito di Netanyahu.
Primi cinque in lista: Mansour Abbas, Mazen Ghanaim, Waleed Taha, Saeed Alharomi, Iman Yassin Khatib
Strategia elettorale: persuadere gli elettori arabi che possono esercitare un impatto sulle politiche del prossimo governo anche senza aderirvi, cooperando con i partiti di destra ed evitando di farsi catalogati automaticamente come voti di sinistra.
Numero di seggi previsto dagli ultimi sondaggi: 0 (ne ha 4 nella Knesset uscente)

Nuovo Partito Economico (HaMiflagah HaKalkalit Hadasha). Fondato da Yaron Zelekha, rinomato economista ed ex ragioniere generale del ministero delle Finanze, debutta in queste elezioni ma non si prevede che riesca a superare il quorum minimo d’ingresso alla Knesset.
Candidati in lista: Yaron Zelekha, Osnat Akirav, Yoram Yovell
Strategia elettorale: puntare tutto sui temi socio-economico e sull’autorevolezza professionale dei candidati.
Numero di seggi previsto dagli ultimi sondaggi: 0 (ne ha 0 nella Knesset uscente)

(Da: Ha’aretz, 3.2.21 – Jerusalem Post, 11.2.21 – isreale.net, 28.2.21)