Elezioni israeliane, elezioni palestinesi

Una sorta di referendum su disimpegno e coesistenza

Alcuni commenti dalla stampa israeliana

image_1102Scrive Ha’aretz: Le imminenti elezioni israeliane saranno una sorta di referendum retroattivo sul disimpegno dalla striscia di Gaza, sullo sgombero degli insediamenti di Gush Katif e su ulteriori ritiri da molti insediamenti di Cisgiordania che potrebbero aver luogo durante la prossima legislatura. È auspicabile che l’opinione pubblica interiorizzi questo concetto e che i candidati non evitino di discuterne, affinché nessuno si debba sentire ingannato quando gli sgomberi avranno luogo. Le elezioni ruotano intorno alla definizione dei confini dello Stato di Israele e alla riduzione al minimo possibile degli insediamenti e dell’occupazione, cercando di avvicinarsi il più possibile alle linee di demarcazione pre-’67 grazie a un accordo, oppure in modo unilaterale finché un accordo non si renderà possibile. Le elezioni ruotano anche attorno alla scelta fra una politica economica molto liberale e una più socialista. Vi sono certamente segmenti della popolazione che pensano che le elezioni riguardino anche la costituzione, il carattere più o meno laico dello stato, la protezione dei diritti civili e individuali. Purtroppo, però, nessuno di questi temi viene discusso nella campagna elettorale.

Scrive il Jerusalem Post: A questo punto l’Autorità Palestinese è ridotta per lo più a mera agenzia di collocamento per migliaia di cosiddetti “attivisti” di Fatah. Le aree palestinesi stanno degenerando in feudi armati, un fattore che già di per sé spiega la sconfitta di Fatah. L’Autorità Palestinese non ha voluto o non è stata capace (non fa molta differenza) di preservare se stessa, figuriamoci di rispettare il suo impegno di smantellare i gruppi terroristici che continuano ad attaccare Israele. Ora uno di quei gruppi terroristici è salito al potere nell’Autorità Palestinese. Aggrapparsi con le unghie e coi denti all’idea che un’Autorità Palestinese di questa natura debba essere preservata ad ogni costo, con l’assistenza occidentale e israeliana, allo scopo di combattere il terrorismo, è un atteggiamento che rasenta la fantasia.

(Da: Ha’aretz, Jerusalem Post, 21.02.06)

Nella foto in alto: Soldati israeliani mentre guardano martedì una partita di calcio fra palestinesi e cooperanti stranieri nel villaggio di Bil’in, presso Ramallah (Cisgiordania)