Ennesima fantasia palestinese sulla storia della Shoà: “Gli ebrei tradirono la mano degli arabi tesa in loro aiuto”

Per la tv di Abu Mazen, durante le persecuzioni naziste in Europa gli arabi di Palestina accoglievano i profughi ebrei a braccia aperte

Una trasmissione andata in onda questa settimana sull’emittente palestinese ha affermato che gli ebrei immigrati in Terra d’Israele durante la Shoà vennero soccorsi e aiutati dagli arabi, i quali in seguito furono da essi traditi.

La puntata su “L’espulsione degli ebrei dalla Germania” fa parte di una programma che la tv ufficiale dell’Autorità Palestinese sta trasmettendo col titolo “Dagli archivi israeliani” e che tratta di storia utilizzando una serie di documentari israeliani del 1981 (Pillar of Fire). Palestinian Media Watch sta seguendo il programma, dimostrando fra l’altro come esso stravolga il materiale originale sino al punto, in certi casi, di tradurlo in modo sbagliato per presentare una prospettiva anti-israeliana e persino antisemita.

La recente puntata viene introdotta dal conduttore con queste parole:

“Come venne condotta l’espulsione degli ebrei? Il ministro della propaganda tedesco Goebbels, insieme a Hitler, divulgava che gli ebrei sono come topi: diffondono malattie, derubano la ricchezza della Germania e devono essere espulsi. [Gli ebrei] giunsero in terra di Palestina affamati, malati, privi di tutto, infettati da tifo e malaria. Noi demmo loro acqua potabile da bere e li nutrimmo con arance, e loro tradirono la mano che era stata tesa in loro aiuto”.

E’ appena il caso di ricordare che già nel 1920-21 scoppiarono tumulti arabi anti-ebraici in tutto il paese che provocarono la morte di decine di ebrei, fra i quali lo scrittore Yosef Haim Brenner, ucciso a Giaffa. Fece seguito il pogrom del 1929, con il massacro degli ebrei di Hebron, fino alle violenze arabe del 1936-39 che spinsero la potenza mandataria britannica a varare il famigerato Libro Bianco, un provvedimento che limitò drasticamente l’immigrazione ebraica nel paese e che rimase in vigore per tutta la durata della seconda guerra mondiale (e oltre, fino alla nascita di Israele nel 1948): un fatto che si rivelò catastrofico per gli ebrei che cercavano di fuggire dall’Europa negli anni in cui imperversava il sistematico sterminio messo in atto dai nazisti e dai loro alleati (fra i quali non si può dimenticare il muftì Haj Amin al-Husseini, all’epoca acclamato leader degli arabi di Palestina).

Nel presentare il programma di falsa storia, il conduttore della tv dell’Autorità Palestinese si spinge a giustificare il pogrom del 1929 dicendo che “le manifestazioni iniziarono a Hebron e a Gerusalemme dove iniziò l’espulsione degli ebrei che erano venuti a prendere il controllo della terra ed espellere gli arabi, e non per cercare rifugio fra loro”. Un doppio falso, giacché nel 1929 quelli cacciati da Hebron furono gli ebrei, non gli arabi, tanto che quelle sanguinose violenze posero fine alla presenza dell’antica comunità ebraica composta non da ebrei profughi dall’Europa, bensì da ebrei che vivevano nella città da secoli.

(Da: Jerusalem Post, palwatch.org, israele.net, 7.4.21)