Estrarre DNA dalle ossa fossili

Nuovo metodo israeliano permette di ottenere sequenze non contaminate

image_910Alcuni scienziati israeliani hanno sviluppato una nuova tecnica per recuperare DNA di miglior qualità e meno contaminato a partire da resti fossili molto antichi, comprese ossa umane. La tecnica potrebbe contribuire allo studio dell’evoluzione e della migrazione dei primi esseri umani moderni, oltre che di popolazioni estinte come i nostri parenti più prossimi, gli uomini di Neanderthal.
Molti ricercatori desidererebbero mettere le mani su campioni di DNA di ominidi molto antichi – vissuti 100.000 o più anni fa – per scoprire la loro relazione con le popolazioni oggi viventi. Ma lo studio di fossili così vecchi è reso difficile dalla contaminazione con materiale genetico estraneo e dal problema del recupero di sequenze lunghe e intatte di DNA. Il nuovo metodo, descritto in un articolo pubblicato sulla rivista “Proceedings of the National Academy of Sciences”, potrebbe fornire qualche speranza. Michael Salamon del Weizmann Institute of Science e i suoi colleghi hanno dimostrato che gli “aggregati cristallini”, piccole sacche di minerali formatesi durante la fossilizzazione, possono preservare il DNA meglio che nel resto dell’osso. I ricercatori hanno confrontato il DNA estratto da questi aggregati con il materiale genetico preso da ossa polverizzate e non trattate. I campioni sono stati ottenuti da ottodifferenti ossa moderne e fossili. I risultati indicano che dai cristalli isolati può essere recuperato DNA conservato meglio e con minor contaminazione. Questo approccio migliora significativamente le possibilità di ottenere autentiche sequenze di antico DNA, specialmente da ossa umane.

(Da: Le Scienze On Line, 27.09.05)