Ex detenuto palestinese: «Non potevo nemmeno avere un album per la mia raccolta di francobolli»

Terrorista scarcerato si vanta dell’assassinio a sangue freddo di due studenti israeliani e lamenta le condizioni di detenzione in Israele

Ron Levy e Revital Seri

Ron Levy e Revital Seri

Il 22 ottobre 1984 Issa Abd Rabbo sequestrò a mano armata una coppia di studenti universitari israeliani, Ron Levi e Revital Seri, che stavano passeggiando in una pineta appena a sud di Gerusalemme, li legò, mise sulle loro teste dei sacchetti e poi sparò a bruciapelo, uccidendoli entrambi.

Nell’ottobre 2013 stava scontando due ergastoli quando è stato scarcerato con il gruppo di 104 terroristi che Israele ha accettato di rilasciare per soddisfare la precondizione imposta dall’Autorità Palestinese per rinnovare i negoziati diretti. Il 30 ottobre il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) lo ha accolto a Ramallah chiamandolo “eroe” e si è fatto fotografare mentre gli alzava il braccio al cielo in segno di vittoria.

Lo scorso 8 aprile il quotidiano ufficiale dell’Autorità Palestinese Al-Hayat Al-Jadida ha dedicato un’intervista a Issa Abd Rabbo. Eccone un estratto (diffuso in inglese da Palestinian Media Watch):

«Il prigioniero scarcerato Issa Abd Rabbo ha ripreso con entusiasmo il suo hobby di collezionare francobolli che l’occupante [Israele] gli aveva impedito di coltivare durante i trent’anni trascorsi nelle prigioni dell’occupazione. Abd Rabbo ha raccontato al nostro corrispondente: “Ho ripreso con entusiasmo il mio hobby della filatelia per compensare quello che ho perduto durante il tempo trascorso in prigione”. Prima del suo arresto, Abd Rabbo collezionava francobolli e tra loro aveva una raccolta di francobolli giordani che aveva ritagliato da buste postali. Dopo l’arresto cercò di coltivare il suo hobby in carcere perché sapeva che avrebbe trascorso molto tempo in quel posto. E così, dopo il periodo degli interrogatori, ha iniziato a collezionare francobolli dalle lettere inviate ai carcerati. […] Dice Abd Rabbo: “Chiesi a ogni carcerato di conservare la busta per me, così ho potuto ritagliare i francobolli che vi erano attaccati. Durante il mio lungo periodo in prigione ho raccolto cento francobolli che mi hanno accompagnato ogni volta che venivo trasferito in quasi tutti i penitenziari dell’occupazione”. E conclude: “Sono orgoglioso dei francobolli che ho raccolto in carcere, ma mi era difficile coltivare il mio hobby in prigione perché c’erano molte restrizioni, arrivavano poche lettere, e per la qualità dei francobolli. La prigionia colpisce anche i nostri hobby: non ho potuto avere nemmeno un album adatto a conservare i francobolli in modo corretto, così li tenevo in una busta. La stessa busta che è uscita di prigione con me”. (Al-Hayat Al-Jadida, 8.4.14)

Lo scorso 9 gennaio, in un’intervista alla tv dell’agenzia di stampa palestinese Ma’an, Issa Abd Rabbo aveva raccontato con tutta calma e senza ombra di rammarico l’assassinio a sangue freddo dei due giovani studenti israeliani: “Li legai, naturalmente, poi li condannai a morte mediante fucilazione, in nome della rivoluzione: ho sparato un proiettile ciascuno e me ne sono andato sulle montagne”.» (Ma’an TV, 9.1.14)

Il video del brano dell’intervista (con sottotitoli in inglese):

Per altri esempi della politica dell’Autorità Palestinese di onorare e celebrare terroristi assassini (magari dopo aver appena “preso le distanze” dall’ultimo attentato), si veda (in inglese): Glorifying terrorists and terror

(Da: PMW Bulletin, Times of Israel, 18.4.14)

 

“Combattenti per la libertà”

Dato che all’inizio di questo mese lo “Stato di Palestina” ha sottoscritto 15 convenzioni internazionali tra cui la Quarta Convenzione di Ginevra, “esiste ora il dovere legale, umanitario e morale di esercitare vera pressione per fermare l’aggressione di Israele contro i prigionieri palestinesi e perché Israele fermi questi crimini di guerra”. Lo ha dichiarato giovedì scorso Wasel Abu Yusef, esponente del Comitato esecutivo dell’Olp. “Secondo il diritto internazionale – ha aggiunto Abu Yusef – questi prigionieri sono combattenti per la libertà del loro popolo”. Israele afferma che si tratta di detenuti processati e condannati per reati di terrorismo, ma i palestinesi insistono che i detenuti sono “prigionieri politici”. (Da: Jerusalem Post, 17.4.14)

 

Si veda anche: Ex-detenuto racconta alla tv dell’Autorità Palestinese la “terribile” giornata-tipo nel carcere israeliano: «Si chiacchierava, si parlava, si mangiava, si beveva, si scherzava» in: Minorenni palestinesi arrestati: i dati che i mass-media non riportano