Fa discutere lipotesi Nitzanim per i coloni di Gaza

Chiedono di ristabilirsi insieme, su un tratto meridionale della costa dIsraele, fra le città di Ashdod e Ashkelon.

image_642Per la prima volta il Consiglio regionale che rappresenta gli israeliani della striscia di Gaza si è dichiarato pronto a chiedere agli israeliani della zona di lasciare le loro case volontariamente, nel quadro del piano di disimpegno, a patto che venga raggiunto un accordo col governo grazie al quale essi verrebbero reinsediati tutti insieme nell’area di Nitzanim, un tratto meridionale della costa mediterranea d’Israele, fra le città di Ashdod e Ashkelon.
Secondo la proposta, verrebbero create tra sette e dieci nuove comunità sulle dune di Nitzanim, in sostituzione dei ventuno insediamenti sgomberati dalla striscia di Gaza.
Da parte loro, funzionari dell’area di Nitzanim hanno reagito tiepidamente all’eventualità di assorbire mille nuove famiglie, facendo notare che la zona presenta “un mix delicato” di laici e religiosi e che l’aggiunta di mille famiglie, per lo più laiche, potrebbe alterare l’equilibrio.
Il ministro dell’ambiente Shalom Simhon martedì si è detto contrario alla proposta perché potrebbe danneggiare l’ultimo tratto inalterato di dune costiere israeliane. Già in passato progetti di sviluppo della zona avevano suscitato le proteste di organizzazioni ambientaliste israeliane. Parte dell’area è protetta come riserva naturale.
Martedì si è tenuto un incontro fra il primo ministro Ariel Sharon e alcuni rappresentanti dei coloni di Gaza per valutare la proposta. “Chiediamo di restare insieme – ha detto uno di essi – per preservare l’incredibile mosaico umano che abbiamo creato in più di trent’anni” nella striscia di Gaza.
Il vice presidente del Consiglio regionale Itzik Ilia ha stimato che circa mille delle 1.600 famiglie che risiedono nella striscia sono favorevoli all’iniziativa. “Speriamo che Sharon la faccia sua”, ha aggiunto.
Durante l’incontro, durato quasi due ore e mezza, Sharon ha dichiarato: “Discuteremo un’altra volta del perché la mia decisione è giusta. Ora dobbiamo continuare a insediarci nel Negev, in Galilea e a Gerusalemme”.
Sharon ha anche detto di voler ricucire la lacerazione con i coloni, i quali da parte loro hanno definito “incoraggiante” l’incontro. “Quello che vogliamo è una soluzione equa per persone che devono essere radicate dalle loro case – ha detto Aharon Hazut, rappresentante dei coloni – e speriamo che il primo ministro ci capisca”.

(Da Yediot Aharonot, 5.04.05)

Nella foto in alto: immagine dal satellite dell’area di Nitzanim a sud di Ashdod.