Fake news in tempo reale

La tv di Abu Mazen continua a propinare menzogne odiose. Un suo reporter calunnia persino i soldati che si stanno occupando della sua incolumità

“Ci stiamo preoccupando per voi”

Domanda: quanto tempo impiega un reporter dell’Autorità Palestinese a riscrivere la storia e ingannare i suoi ascoltatori palestinesi per indurli a odiare gli israeliani? Risposta: 10 secondi. Ecco un classico esempio di come i mass-media dell’Autorità Palestinese mentono alla loro gente per demonizzare gli israeliani e fomentare odio contro di loro. Durante una recente protesta palestinese contro il piano di pace in Medio Oriente dell’amministrazione Trump, un ufficiale dell’esercito israeliano ha ordinato ai giornalisti palestinesi di spostarsi dall’altra parte della strada per mettersi al sicuro dalle auto in arrivo. Ma nella riscrittura istantanea della storia fatta dal reporter della tv palestinese, che trasmetteva in diretta, l’ordine – pronunciato in ebraico – è immediatamente diventato una menzogna, stravolgendo in un’imposizione razzista quella che era la reale intenzione dell’ufficiale israeliano di mettere al sicuro i pedoni palestinesi. Infatti, il reporter della tv dell’Autorità Palestinese ha detto agli spettatori – in arabo – che i soldati israeliani gli avevano ordinato di spostarsi perché “questa è una strada israeliana e ai palestinesi è proibita”. In verità, l’ufficiale israeliano aveva detto chiaramente – in ebraico – che i soldati si stavano “preoccupando” dell’incolumità dei palestinesi, perché lì dove stavano (cioè sul lato non protetto da guard-rail) rischiavano d’essere investiti. Il reporter palestinese ha parlato in ebraico con l’ufficiale, ma ai suoi spettatori ha detto – in arabo – una cosa completamente diversa e diffamatoria.
(Da: palwatch.org, 18.2.20)

Ufficiale dell’esercito israeliano (in ebraico): “Mettetevi di là”.
Reporter della tv dell’Autorità Palestinese (in ebraico): “Siamo giornalisti”.
Ufficiale israeliano (in ebraico): “I giornalisti di là”.
Reporter palestinese (in ebraico): “Dove?”
Ufficiale israeliano (in ebraico): “Dall’altra parte della strada. [Qui] vi investiranno. Ne va della vostra vita. Andate di là”.
Reporter palestinese (in arabo): “Come potete sentire…”
Ufficiale israeliano (in ebraico): “Vi ammazzeranno. Ci stiamo preoccupando per voi”.
Reporter palestinese (in arabo): “Uno dei soldati dell’occupazione ci sta facendo allontanare affermando falsamente che questa è una strada israeliana e ai palestinesi non è permesso stare su di essa”.
(Da: tv ufficiale dell’Autorità Palestinese, 29 gennaio 2020)

 

Un intermezzo fra i programmi sulla tv ufficiale dell’Autorità Palestinese insegna agli spettatori palestinesi che il sito più sacro per gli ebrei – il Muro Occidentale (noto anche come “Muro del pianto”) – appartiene esclusivamente ai musulmani. Riferendosi al Muro con il nome islamico di al-Buraq, la tv dell’Autorità Palestinese spiega che si tratta di waqf (inalienabile dotazione religiosa musulmana secondo la legge islamica) e che quindi gli ebrei non vi hanno alcun diritto.
(Da: palwatch.org, 21.1.20)

Voce fuori campo della tv ufficiale dell’Autorità Palestinese: “I documenti storici in possesso dei palestinesi di Gerusalemme testimoniano che Gerusalemme è una città di origine araba da migliaia di anni e che la sua storia e cultura sono musulmane. Dalla conquista islamica [VII secolo e.v.] il muro al-Buraq [Muro Occidentale] è rimasto waqf islamico. I musulmani hanno diritto assoluto su di esso e non vi è nemmeno una pietra che risalga al periodo di re Salomone, come sostengono gli ebrei”.
(Da: tv ufficiale dell’Autorità Palestinese, 29.11.19)

N.B. Nessuno sostiene che il Muro Occidentale facesse parte del Primo Tempio “risalente al periodo di re Salomone” giacché è risaputo che si tratta di una parte dei contrafforti esterni fatti costruire da re Erode a sostegno dell’area su cui sorgeva il Secondo Tempio (516 a.e.v – 70 e.v.).

 

Anche Jamal Al-Amleh, direttore della ong palestinese Land Research Center, ha affermato alla tv dell’Autorità Palestinese che il Tempio ebraico non è mai esistito e che tutta la storia ebraica è “una falsa narrazione”. Secondo “ONG Monitor”, dal 2016 al 2019 la ong palestinese Land Research Center ha ricevuto finanziamenti dal Peacebuilding Initiative Program dell’Unione Europea.

Jamal Al-Amleh, direttore di Land Research Center: “È noto che [gli ebrei] non hanno nulla a Gerusalemme e a Hebron. Tutti gli scavi archeologici, anche gli stessi archeologi ebrei, hanno dimostrato che non esiste alcuna presenza di un loro stato in questo paese, nessuna presenza del Tempio sulla montagna dove sorge la Moschea al-Aqsa. Tutta la loro storia e narrazione è una falsa narrazione”.
(Da: tv ufficiale dell’Autorità Palestinese, 30.12.19)