Fatah ammette d’aver sempre supportato Hamas

Con un video su Facebook, il movimento di Abu Mazen si vanta d’essere il maggior gruppo terroristico palestinese

Di Nan Jacques Zilberdik, Itamar Marcus

Itamar Marcus e Nan Jacques Zilberdik, autori di questo articolo

In un documentario postato sulla sua pagina Facebook ufficiale, il movimento Fatah, che fa capo ad Abu Mazen, ammette e si vanta d’aver “supportato” Hamas “con denaro, armi e copertura politica”.

Nel video, che vanta i successi terroristici di Fatah, vengono mostrate foto di Yasser Arafat, fondatore di Fatah, in compagnia del fondatore di Hamas, Ahmed Yassin, mentre la voce fuori campo spiega:

“Fatah ha guidato e continuerà a guidare il progetto nazionale … Invece di schiacciare i suoi avversari, Fatah li ha supportati con denaro, armi e copertura politica”.
(Da: pagina ufficiale di Fatah su Facebook, 5.11.19)

Nella prima parte del video, Fatah si vanta del suo terrorismo contro “il nemico sionista” affermando d’aver “sacrificato 190.000 martiri (sic)”, e del fatto che “il 92% dei prigionieri [=terroristi] sono membri, ufficiali e combattenti di Fatah”. Il video sottolinea inoltre come importanti successi le ondate di terrorismo palestinesi: la prima intifada (1987-1991), in cui furono assassinati 200 israeliani, e la campagna terroristica condotta per cinque anni dall’Autorità Palestinese come “seconda intifada” (2000-2005), nella quale furono assassinati più di 1.100 israeliani per lo più in attentati suicidi:

“Il movimento Fatah ha sacrificato 190.000 martiri … Fatah è stata pioniere con le sue operazioni [=attentati terroristici] durante la prima intifada, ed è stata la prima fazione palestinese a raggiungere il reattore nucleare di Dimona [riferimento all’attentato del 7 marzo 1988 presso Dimona che causò la morte di tre madri a bordo di un autobus di lavoratrici]”. (Da: pagina ufficiale di Fatah su Facebook, 5.11.19)

Per inciso, la cifra di “190.000 martiri” è di pura fantasia, giacché risulta nettamente più elevata delle stime del totale dei morti di entrambe le parti, militari e civili, in tutte le guerre arabo-israelo-palestinesi degli ultimi cento anni

Su un’immagine di Yasser Arafat, capo di Olp e Autorità Palestinese fino alla morte per malattia a Parigi nel 2004, accostato a Marwan Barghouti, terrorista di Fatah condannato all’ergastolo per aver orchestrato 5 omicidi, la voce fuori campo dice:

“Fatah ha sacrificato come martiri la maggior parte dei suoi leader … Fatah è stata la prima a combattere nella seconda intifada … La maggior parte dei prigionieri, il 92%, sono membri, ufficiali e combattenti di Fatah, primo fra tutti l’eroico prigioniero Marwan Barghouti. Fatah fu la prima a sconfiggere il nemico sionista nella battaglia di Karameh. Fatah ha guidato e continuerà a guidare il progetto nazionale”. (Da: pagina ufficiale di Fatah su Facebook, 5.11.19)

Ahmed Yassin e Yasser Arafat

Secondo Nan Jacques Zilberdik, analista della ong Palestinian Media Watch, l’aperto sostegno di Fatah al terrorismo e a Hamas non è una novità. “Sebbene Fatah e Hamas siano acerrimi nemici sul piano politico e in lotta fra loro per il potere sui palestinesi – spiega Zilberdik – entrambi sostengono allo stesso modo il terrorismo. Fatah lo ha sottolineato anche in passato, riferendosi alle organizzazioni terroristiche Hamas e Jihad islamica come ‘fratelli in armi’ uniti da ‘un Dio, una patria, un nemico e un obiettivo’.”

Come Palestinian Media Watch ha già riferito a suo tempo, lo stesso presidente dell’Autorità Palestinese Abu Mazen ha apertamente affermato che Fatah e Hamas concordano su tutte le questioni cruciali:

Abu Mazen: “Non c’è disaccordo tra noi [Fatah e Hamas]: sulle convinzioni? Nessun disaccordo! Sulla politica? Nessun disaccordo! Sulla resistenza? Nessun disaccordo!”
(Da: tv ufficiale dell’Autorità Palestinese, 31.12.09).

L’anno scorso, l’alto esponente di Fatah Abbas Zaki ha difeso Hamas quando venne proposta all’Onu una risoluzione di condanna di Hamas per i lanci di razzi sulla popolazione israeliana:

Zaki: “Se Hamas, impegnata nella resistenza, è considerata un movimento terroristico, ciò significa che tutti i gruppi del popolo palestinese sono coinvolti nel terrorismo. Il che contraddice la realtà, poiché Hamas e il resto delle fazioni palestinesi sono movimenti di liberazione nazionale impegnati nella resistenza all’occupazione israeliana che fa terrorismo contro i membri del nostro popolo … Hamas è parte di noi e noi siamo parte di Hamas, se viene approvata una risoluzione che definisce un crimine la sua resistenza. Questo perché Hamas, indipendentemente dalle differenze interne di opinioni politiche, costituisce uno stato di resistenza, che piaccia o no: ha una vasta presenza palestinese e non possiamo abbandonarla per combattere da soli sul campo di battaglia”.
(Da: Palestine Today, agenzia di stampa palestinese, 2.12.18).

(Da: PMW, jns.org, 1.12.19)