Fatah esorta a compiere nuovi attentati: “e che i loro cadaveri vadano all’inferno”

Dopo la strage di fedeli ebrei davanti a una sinagoga di Gerusalemme, folle palestinesi entusiaste e un capo Fatah che si congratula e minaccia altri attentati

Ata Abu Rumeileh, segretario della sezione a Jenin di Fatah (il movimento che fa capo ad Abu Mazen), ha partecipato sabato scorso a una marcia per festeggiare l’attentato compiuto quel giorno a Gerusalemme da un 13enne palestinese (due israeliani feriti a colpi di pistola) e la strage di sette fedeli ebrei all’uscita da una sinagoga di Gerusalemme perpetrata da un altro terrorista palestinese il giorno precedente.

Brandendo un fucile d’assalto e circondato da decine di miliziani armati, Abu Rumeileh ha guidato la marcia celebrando i “giusti martiri” che hanno compiuto i due attentati, e ha esortato a compiere altri attacchi contro gli israeliani. Il filmato delle sue dichiarazioni, trasmesso il 28 gennaio da Palestine Today TV (Libano), è stato diffuso con sottotitoli in inglese dal Middle East Media Research Institute (MEMRI):

Ata Abu Rumeileh, segretario di Fatah a Jenin: “Queste operazioni di martirio dei figli di Gerusalemme, il luogo da cui il mostro profeta Maometto ascese al cielo… Ciò che era un’intifada si è ora trasformata in una guerra. Questa guerra non cesserà finché non avremo vendicato il sangue dei nostri martiri a Jenin e in ogni altro luogo. Salutiamo questo eroici commando che hanno tracciato un nuovo quadro nel cuore di Gerusalemme, l’eterna capitale. Ci congratuliamo con il nostro popolo palestinese e la nostra nazione araba e islamica. Che ci siano nuovi attacchi contro l’occupazione, e che questi attacchi mandino i loro cadaveri all’inferno. Affrontate i soldati dell’occupazione e i branchi di coloni con armi e pallottole. Questo sia l’unico linguaggio che usiamo con l’occupazione. Ci congratuliamo con i nostri giusti martiri. Oggi distribuiamo dolci anziché datteri per congratularci con i nostri eroici martiri”. (Da: memri.org, 28.1.23)

Un altro spezzone delle dichiarazioni dell’esponente di Fatah è stato postato lo stesso giorno sul canale Telegram della sezione di Betlemme di Fatah, e diffuso con sottotitoli in inglese da Palestinian Media Watch (PMW):

Ata Abu Rumeileh, segretario di Fatah a Jenin: Stiamo dicendo che è iniziata l’intifada e che è iniziata la guerra in Palestina, in tutta la Palestina. Non si fermerà fino alla vendetta per ogni goccia di puro sangue dei nostri giusti martiri nel campo di Jenin, a Gerusalemme e in tutte le aree della Palestina. Stiamo difendendo il luogo del viaggio del nostro profeta Maometto. A nome di tutti i combattenti, salutiamo e benediciamo queste eroiche operazioni a Gerusalemme da parte degli eroi di Gerusalemme” (Da: palwatch.org, 28.1.23)

 

MEMRI ha anche diffuso una raccolta di filmati di palestinesi in Cisgiordania e Gaza che celebrano la strage di ebrei alla sinagoga. Nei video si possono vedere folle di palestinesi, bambini compresi, che ballano, cantano, distribuiscono dolci, lanciano fuochi d’artificio, accendono falò e intonano slogan come “Allah Akbar”, “Milioni di martiri stanno marciando verso Gerusalemme”, “Morte a Ben-Gvir” (neo ministro israeliano di pubblica sicurezza). Tali festeggiamenti si sono svolti a Ramallah, sede dell’Autorità Palestinese, così come a Nablus, Jenin e Hebron. Ci sono state analoghe celebrazioni anche a Gerusalemme, non lontano dal luogo della strage di venerdì sera. Queste immagini sono state trasmesse da varie fonti, tra cui Al-Araby TV (Qatar), Al-Qastal e Palestine Post.
(Da: jns.org, 29.1.23)

 

I filmati delle telecamere di sicurezza mostrano chiaramente il giovanissimo terrorista Muhammad Aliwat, 13 anni, mentre aspetta in agguato dietro auto archeggiate e poi apre il fuoco con una pistola contro un gruppo di civili ebrei di passaggio.

Clicca per il filmato su PMW

I mass-media palestinesi hanno inoltre riferito che Muhammad Aliwat ha lasciato un messaggio scritto per sua madre nel suo quaderno di scuola, dove afferma l’intenzione di compiere un attentato e cercare di morire da “martire”:

“Allah, o vittoria o martirio – ha scritto il ragazzino – Perdonami madre, sarai orgogliosa di me”.

Nonostante tutto questo, il 28 gennaio il notiziario della televisione ufficiale dell’Autorità Palestinese ha affermato che Muhammad Aliwat

“è stato arrestato con il pretesto [sic] che sia stato lui a compiere l’operazione con armi da fuoco” (Da: TV ufficiale dell’Autorità Palestinese, 28.1.23)

Nota: le fonti ufficiali palestinesi definiscono sempre indistintamente “operazione” tutti gli attentati terroristici contro ebrei e israeliani.
(Da: palwatch.org, 28.1.23)