Faziosità ostentata e recidiva

Dopo aver spronato i terroristi in una conferenza affiliata a Hamas, Francesca Albanese si è prodotta in una compiacente intervista alla tv dei terroristi filo-iraniani Hezbollah

Di Jordan Cope

Jordan Cope, autore di questo articolo

L’apparizione la scorsa settimana di Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i “territori palestinesi occupati”, sull’emittente Al Mayadeen affiliata a Hezbollah sembra fatta apposta per confermare che le simpatie della rapporteur dell’Onu vanno senza remore a coloro che perseguono la distruzione di Israele, e questo la rende chiaramente inadeguata a ricoprire una carica che, secondo le linee guida delle Nazioni Unite, richiede di esercitare “imparzialità e obiettività”. Il curriculum di Albanese è irrimediabilmente macchiato da pregiudizi anti-israeliani, stereotipi antisemiti e simpatie per il terrorismo. Deve dimettersi.

Giusto per dare alcuni elementi di contesto: Twitter ha temporaneamente chiuso l’account di Al Mayadeen dopo che aveva ospitato un’intervista al capo della Jihad Islamica Palestinese Ziyad Nakhalah, che il CEO di Al Mayadeen Ghassan Ben Jeddou ha salutato come un leader “assolutamente eccezionale”. Al Mayadeen ha anche intervistato il capo di Hezbollah, Hassan Nasrallah, che Ben Jeddou ha definito “un amico”. Sia Hezbollah che la Jihad Islamica Palestinese sono gruppi sponsorizzati dall’Iran che mirano alla distruzione di Israele e che sono designati come terroristi da Stati Uniti, Unione Europea e da molti altri paesi. Hezbollah, i cui attacchi terroristici hanno causato la morte o il ferimento di centinaia di persone anche nelle Americhe e in Europa, dispone di un arsenale di 150.000 missili puntati contro Israele.

Durante la recente intervista con Zeinab Al Saffar di Al Mayadeen, Francesca Albanese ha accusato Israele di colonizzazione, segregazione e apartheid, e ha serenamente assecondato la giornalista che conduceva il,programma con domande impregnate di pregiudizi. Al Saffar ha accusato Israele di fascismo e pulizia etnica (a dispetto del fatto che la popolazione palestinese sia notoriamente aumentata di milioni dal 1948, compreso un enorme aumento del 150% solo dal 1990, secondo World Data; per non dire degli arabi israeliani il cui numero è oggi 13 volte quello che era alla nascita dello stato ebraico). Non c’era niente di imparziale né di obiettivo in questa intervista, nella quale Albanese ha parlato della sua volontà di contribuire a cambiare il lessico e il discorso che circonda il conflitto, per poi arditamente lamentarsi di essere stata accusata di sostenere il terrorismo, di essere di parte e di nutrire pregiudizi anti-ebraici, cosa che ha liquidato come i solidi attacchi offensivi contro chiunque invochi giustizia.

La relatrice speciale dell’Onu Francesca Albanese intervistata dalla tv di Hezbollah Al Mayadeen

La comparsata di Albanese su Al Mayadeen, tv affiliata a Hezbollah, non sorprende. E’ la stessa Albanese che in precedenza ha esortato i terroristi a continuare con la loro violenza. Come ha riferito “ONG Monitor”, nel novembre 2022 Albanese è intervenuta a una conferenza ospitata da un organismo di Hamas a cui erano presenti alti esponenti di Hamas, della Jihad Islamica Palestinese e del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (tutte organizzazioni definite terroriste da Stati Uniti, Unione Europea e molti altri paesi). Ed è a quell’uditorio che Albanese ha dichiarato: “Avete il diritto di resistere a questa occupazione”. D’altra parte le posizioni di Albanese non si discostano molto da quelle dei gruppi antisemiti a cui si accompagna: ha professato il ribaltamento della Shoà accusando Israele di comportarsi come i nazisti, e nel 2014 ha accusato Stati Uniti ed Europa di essere “soggiogati” dalla lobby ebraica e succubi del senso di colpa per l’Olocausto.

Dati questi precedenti, non fa meraviglia che Albanese si opponga alla definizione operativa di antisemitismo redatta dall’Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto (IHRA) e che, secondo quanto riferito, abbia chiesto all’Unione Europea di non vincolarsi a una particolare definizione di antisemitismo. Mantenere il concetto di antisemitismo vago e indefinito torna utile ad Albanese e a quelli come lei, esonerandoli dal dover rispondere per la diffusione di pregiudizi e idee fanatiche. Albanese non ha alcun titolo per definire l’antisemitismo.

Secondo “UN Watch”, dal 2015 quasi il 70% di tutte le risoluzioni di condanna dell’Assemblea Generale dell’Onu hanno preso di mira Israele, e dal 2006 oltre il 50% di tutte le risoluzioni di condanna del Consiglio Onu per i diritti umani (UNHRC) hanno preso di mira Israele. Questa evidente faziosità anti-israeliana non ha fatto che aumentare, lo scorso anno, nel Consiglio per diritti umani a causa della creazione della Commissione d’inchiesta discriminatoria su Israele, i cui commissari hanno tutti precedenti di pregiudizio anti-israeliano quando non di antisemitismo, e il cui mandato non ha data di scadenza a differenza di tutti gli organismi analoghi destinati ad altre parti del mondo. In sintesi, le Nazioni Unite e il suo Consiglio per i diritti umani non possono pretendere di tutelare i diritti umani in tutto il mondo se continuano a permettere e praticare un doppio standard anti-ebraico, e se nominano relatore una persona che fiancheggia i terroristi e sottoscrive pregiudizi antisemiti. Per il bene e l’integrità della loro stessa missione, devono esigere immediatamente le dimissioni di Francesca Albanese.

(Da: Jerusalem Post, 23.4.23)