Forse costretti a rioccupare

I paradossi di un ritiro sotto la minaccia del fuoco terrorista.

image_714Israele potrebbe trovarsi costretto a rioccupare ampi segmenti della striscia di Gaza, inviando anche truppe all’interno di centri abitati palestinesi, in vista del ritiro di quest’estate. Lo ha affermato domenica il capo del Consiglio di sicurezza nazionale israeliano Giora Eiland.
Se le forze di sicurezza palestinesi, ha spiegato Giora Eiland, non avranno la volontà o la capacità di fermare i terroristi decisi a fare fuoco su soldati e civili impegnati nelle operazioni di sgombero degli insediamenti, Israele potrebbe essere costretto a rioccupare i centri abitati a ridosso degli insediamenti, e in particolare la cittadina e il campo palestinese di Khan Younis. Alcuni centri palestinesi, come Khan Younis nel sud della striscia di Gaza, si trovano a poche centinaia di metri da insediamenti israeliani. Secondo Eiland, la decisione se rioccupare le aree da dove i terroristi fanno fuoco verrà presa nei giorni immediatamente precedenti lo sgombero, il cui inizio è previsto per metà agosto.
Israele si ritirò dalle aree abitate palestinesi nella striscia di Gaza dieci anni fa, nel quadro degli accordi ad interim israelo-palestinesi. Durante gli ultimi quattro anni di violenze e attacchi terroristici palestinesi, le Forze di Difesa israeliane hanno dovuto lanciare diverse operazioni nei centri abitati palestinesi, sempre evitando tuttavia di procedere a una vera e propria rioccupazione di zone densamente abitate, dove edifici addossati e vicoli stretti rendono molto difficile il movimento dei veicoli blindati lasciando i soldati esposti al fuoco nemico. “Il paradosso – ha detto Eiland – è che, anni dopo aver posto fine all’occupazione di questi centri abitati palestinesi, proprio in vista del ritiro potremmo trovarci costretti a riprenderne temporaneamente il controllo”.
L’ideale per Israele, ha aggiunto Eiland, sarebbe che le forze di sicurezza palestinesi garantissero la calma nelle zone di loro competenza, assicurando la possibilità di svolgere in modo pacifico le operazioni del ritiro. Ma Israele non può permettersi di rischiare che i terroristi facciano fuoco con mortai e missili Qassam sulle migliaia di civili e militari che saranno impegnati, allo scoperto, in operazioni di sgombero molto delicate e probabilmente molto tese.
Nelle ultime settimane si sono moltiplicati i segnali di un intenso sforzo di riarmo da parte di gruppi terroristici palestinesi nella striscia di Gaza, soprattutto Hamas, non adeguatamente contrastato dalle forze dell’Autorità Palestinese.

(Da: Jerusalem Post, 29.05.05)