Gantz: “L’Iran è a due mesi dalla bomba nucleare e rappresenta una minaccia globale”

Il ministro della difesa israeliano ha ribadito che l’interlocutore è l’Autorità Palestinese e che sul fronte di Gaza Israele ha due soli obiettivi: la sicurezza e il ritorno in patria di civili e soldati tenuti in ostaggio da Hamas

Il ministro della difesa israeliano Benny Gantz durante il briefing mercoledì con i diplomatici stranieri

L’Iran è a due mesi dalla capacità di produrre armi nucleari. Lo ha detto il ministro della difesa israeliano Benny Gantz chiedendo alla comunità internazionale di dotarsi di un nuovo piano di prevenzione che prescinda dal rilancio dell’accordo con l’Iran del 2015.

“L’Iran è a soli due mesi dall’acquisizione dei materiali necessari per un’arma nucleare – ha spiegato Gantz, parlando mercoledì a 60 ambasciatori stranieri presenti a Tel Aviv. Secondo le stime israeliane, ci vorrebbero poi solo alcuni mesi perché l’Iran compia i passaggi successivi necessari per produrre una bomba nucleare usabile, e cioè: la costruzione di un core atomico, l’installazione del dispositivo su un missile balistico e l’esecuzione di test.

L’opzione preferita, ha detto Gantz, rimane quella diplomatica. E ha spiegato: “L’obiettivo è arrivare a un accordo ‘più lungo, più forte e più ampio’ rispetto al precedente” giacché “un programma nucleare iraniano potrebbe fomentare una corsa agli armamenti in tutta la regione e nel mondo intero”. Ma “non sappiamo se il regime iraniano ha intenzione di firmare un accordo e tornare al tavolo dei negoziati, e la comunità internazionale dovrebbe dotarsi di un Piano B praticabile, volto a fermare l’Iran sulla strada verso un’arma nucleare”. Gantz ha anche accennato a un’opzione militare, se necessaria. “L’Iran – ha detto – ha l’intenzione di distruggere Israele e sta lavorando allo sviluppo dei mezzi per farlo. Lo stato d’Israele ha gli strumenti per agire e non esiterà a farlo: non escludo la possibilità che in futuro Israele debba agire per prevenire un Iran nucleare”.

Il ministro della difesa israeliano Benny Gantz durante il briefing mercoledì con i diplomatici stranieri

“L’Iran rappresenta una minaccia globale”, ha detto Gantz. Al momento, ha spiegato, la minaccia iraniana si esercita per terra, per cielo e per mare. Sul terreno, Teheran agisce “tramite i suoi gregari in Iraq, Yemen, Siria, Libano e Gaza”. Per quanto riguarda la minaccia aerea, Gantz ha detto che “l’Iran sta impiegando droni e missili guidati”, e per mare agisce “intralciando il commercio internazionale”. E ha aggiunto: “L’Iran agisce anche nel cyberspazio”. Gantz ha espressamente accusato l’Iran d’essere dietro all’attacco del mese scorso alla nave Mercer Street al largo delle coste dell’Oman che ha causato la morte del capitano rumeno e di un membro britannico dell’equipaggio. “La nostra valutazione – ha detto Gantz – è che il drone (suicida) impiegato nell’attacco alla Mercer Street è stato lanciato dal territorio iraniano e approvato dalla dirigenza iraniana”.

Secondo Gantz, la capacità dell’Iran di esercitare violenza aggressiva convenzionale è in crescita: Teheran ha più che raddoppiato i suoi investimenti militari negli ultimi cinque anni, passando da 22 miliardi di dollari a 49 miliardi di dollari. “Finora tutte le aggressioni dell’Iran sono state condotte senza capacità nucleari. Riuscite a immaginare cosa potrebbe accadere se l’Iran si dotasse di capacità nucleari?” ha chiesto Gantz agli ambasciatori stranieri presenti.

Il ministro ha sottolineato in particolare la devastante attività dell’Iran nel vicino Libano, che versa in una grave crisi economica. In certe parti del Libano “una casa ogni due viene utilizzata per immagazzinare migliaia di razzi e missili. Iran e Hezbollah sfruttano la crisi in Libano e logorano il governo libanese” ha affermato Gantz aggiungendo che Israele ha cercato per tre volte, invano, di offrire assistenza umanitaria al Libano attraverso parti terze come la Croce Rossa o un altro paese che ha rapporti con Beirut.

Orologio iraniano che tiene il conto alla rovescia verso la distruzione dello stato di Israele

Riguardo all’Autorità Palestinese, che ha definito “il legittimo rappresentante del popolo palestinese”, Gantz ha detto che Israele si sta adoperando per consolidarla mediante misure economiche come più permessi di costruzione e di lavoro, nonché progetti di infrastrutture regionali.

Gantz ha parlato anche della striscia di Gaza, sottolineando che “le azioni di Hamas a Gaza danneggiano innanzitutto il popolo palestinese”. “Israele – ha spiegato – ha solo due interessi a Gaza: la sicurezza e il ritorno in patria dei civili e dei soldati [caduti] israeliani tenuti in ostaggio da Hamas. Lo sviluppo di Gaza è condizionato a queste due necessità”. Secondo Gantz, lo stesso accordo di cessate il fuoco a lungo termine dipende dalla restituzione degli israeliani illegalmente trattenuti a Gaza. Da tempo Israele afferma che la situazione è strettamente condizionata a reali progressi negli sforzi per recuperare le salme dei soldati Oron Shaul e Hadar Goldin, caduti a Gaza durante la guerra anti-terrorismo dell’estate 2014, così come la liberazione di Avera Mangistau e Hisham al-Saeed, due civili (affetti da disturbi mentali) che si sono introdotti di propria iniziativa nella striscia in due separate occasioni e che da allora vengono trattenuti come ostaggi da Hamas contro ogni norma internazionale e umanitaria (nemmeno la Croce Rossa internazionale ha mai potuto vederli). “Le condizioni per un accordo a lungo termine con Hamas sono il ritorno dei ragazzi alle loro case e l’impegno per una calma totale nel sud di Israele” ha ribadito Gantz, nel giorno in cui le fazioni terroristi attive a Gaza minacciavano nuovi attacchi incendiari e nuove violenze al confine. E ha concluso: “L’unico ostacolo allo sviluppo di Gaza è il controllo da parte di Hamas”.

(Da: Jerusalem Post, YnetNews, Times of Israel, israele.net, 25.8.21)