Già sei persone hanno pagato con la vita il vergognoso ricatto per la liberazione di Shalit

La rete terroristica di Hamas in Cisgiordania è in gran parte gestita da ex detenuti che fanno base nella striscia di Gaza.

Dall’alto e da sinistra: Danny Gonen, Malachi Rosenfeld, Baruch Mizrahi, Eyal Yifrach, Gilad Sha'er, Naftali Frenkel: tutti uccisi in attentati organizzati da terroristi palestinesi scarcerati nel 2011 nell’ambito del ricatto per la liberazione dell’ostaggio Gilad Shalit

Dall’alto e da sinistra: Danny Gonen, Malachi Rosenfeld, Baruch Mizrahi, Eyal Yifrach, Gilad Sha’er, Naftali Frenkel: tutti uccisi in attentati organizzati da terroristi palestinesi scarcerati nel 2011 nell’ambito del ricatto per la liberazione dell’ostaggio Gilad Shalit

La mente dietro al mortale attacco terroristico del mese scorso in Cisgiordania è uno dei 1.027 detenuti palestinesi che vennero scarcerati da Israele nel 2011 nell’ambito del ricatto per la liberazione da Gaza dell’ostaggio israeliano Gilad Shalit.

Domenica scorsa i servizi di sicurezza israeliani hanno annunciato l’arresto di quattro membri di una cellula di sette uomini di Hamas che lo scorso 29 giugno ha aperto il fuoco contro un’auto in transito vicino a Shvut Rachel uccidendo il 25enne Malachy Rosenfeld che tornava da una partita di basket con tre amici, rimasti feriti nell’attentato.

Rosenfeld è il sesto cittadino israeliano ucciso dall’aprile 2014 in attentati condotti o organizzati da palestinesi scarcerati nel quadro del ricatto per l’ostaggio Shalit.

Uno dei membri della cellula, Ahmad Najjar, un operativo di Hamas accusato d’aver orchestrato e finanziato l’agguato dalla Giordania, non è stato ancora arrestato. Prima di essere scarcerato in cambio di Shalit, Najjar aveva trascorso otto anni in un penitenziario israeliano per il suo coinvolgimento in precedenti attentati che avevano causato la morte di tre israeliani.

La rete terroristica di Hamas in Cisgiordania è in gran parte gestita da ex detenuti di sicurezza che fanno base nella striscia di Gaza. In base ai termini dello scambio del 2011, la maggior parte dei detenuti scarcerati, anche molti originari della Cisgiordania, vennero espulsi a Gaza da dove successivamente hanno potuto sfruttare le loro connessioni con la Cisgiordania per promuovere attentati. Anche molti detenuti rilasciati in Cisgiordania si sono poi dati ad attività violente contro gli israeliani, ragione per cui le forze di sicurezza sia israeliane che dell’Autorità Palestinese ne hanno nuovamente arrestate alcune decine. Oggi Hamas ne pretende l’immediata scarcerazione.

La vicenda di Najjar non è che una di quelle che ricorda il prezzo pagato da Israele per la liberazione di Shalit, uno scenario che molte voci critiche avevano facilmente previsto. Dal 2014, sono sei gli israeliani uccisi per opera di ex detenuti palestinesi scarcerati in quella circostanza.

Nell’aprile 2014, poche ore prima della cena pasquale, il 48enne Baruch Mizrachi, sovrintendente della polizia israeliana, veniva ucciso per strada nei pressi di Hebron da Ziad Awwad, un operativo di Hamas scarcerato nello scambio del 2011.

18 ottobre 2011: terroristi di Hamas a Gaza accolgono al valico di Rafah con l’Egitto un autobus di terroristi palestinesi scarcerati da Israele nell’ambito del ricatto per la liberazione dell’ostaggio Gilad Shalit

18 ottobre 2011: terroristi di Hamas a Gaza accolgono al valico di Rafah con l’Egitto un autobus di terroristi palestinesi scarcerati da Israele nell’ambito del ricatto per la liberazione dell’ostaggio Gilad Shalit

Anche Marwan Kawasmeh, uno degli uomini di Hamas che nel giugno 2014 rapirono e assassinarono gli adolescenti israeliani Naftali Fraenkel, Gilad Shaar e Eyal Yifrach, era stato scarcerato da Israele in quell’occasione. Kawasmeh era stato originariamente condannato al carcere per il suo coinvolgimento in un attentato suicida del 2004 su un autobus di Beersheba costato la vita a 16 israeliani. Meno di tre mesi dopo l’uccisione dei tre adolescenti, è morto in uno scontro a fuoco con i soldati israeliani giunti ad arrestarlo a Hebron.

Osama As’ad, un trafficante d’armi 29enne del campo palestinese di Qalandia, in Cisgiordania, era stato incarcerato per la vendita di armi utilizzate in vari attentati. Scarcerato nel quadro del ricatto per Shalit, è stato nuovamente arrestato di recente per il suo coinvolgimento nel mortale agguato del mese scorso che ha causato la morte di Danny Gonen in Cisgiordania.

Fonti dei servizi di sicurezza israeliani hanno inoltre spiegato che, dopo quelle scarcerazioni, è aumentata la determinazione all’interno di Hamas di rapire israeliani, in particolare soldati e minorenni, da usare come ostaggi per costringere Israele a ulteriori scarcerazioni. Sono decine i tentativi di rapimento che sono stati segnalati in Cisgiordania dopo la liberazione di Shalit, per la maggior parte sventati in tempo grazie agli arresti effettuati dai servizi di sicurezza.

All’inizio di questo mese, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha accantonato una proposta di legge che mirava a istituire la pena di morte per i condannati per terrorismo, motivata in parte dal tentativo di prevenire futuri rapimenti di cittadini israeliani a scopo di ricatto per costringere di nuovo Israele a scarcerare terroristi.

(Da: Times of Israel, YnetNews, 20.7.15)