Giovedì 7: se ne discute in Israele

Alcuni commenti dagli editoriali della stampa israeliana del 6 agosto

Il Jerusalem Post critica il progetto del ministero dei trasporti e del comune di Tel Aviv di imporre una ‘tassa traffico’ ai veicoli che entrano a Tel Aviv, sostenendo che è essenziale che sia migliorato il sistema di trasporto pubblico urbano ed extraurbano prima di pensare se sia una buona politica imporre una tassa sul traffico ai veicoli che entrano a Tel Aviv.

Ha’aretz esamina il sistema di immatricolazione israeliano e, confrontandolo con quelli delle scuole superiori negli altri paesi occidentali, dichiara che il grande successo sta nel fatto che oltre l’85% degli studenti riescono a completare gli studi, anche se non ricevono un certificato di ammissione (all’universita’). L’editorialista conclude dichiarando che “la percentuale di giovani che ha diritto ad un certificato di ammissione non è il problema: accontentarsi della mediocrità è un problema maggiore”.

Yediot Aharonot dice che “c’è una lezione per israeliana da apprendere dagli assassinii in Siria: anche se Olmert riesce a portare a termine il suo mandato con uno ‘storico’ accordo di pace, potrà essere megnifica la cerimonia, ma non lo sara’ la pace in se stessa”.

Yisrael Hayom si rivolge ai politici d’Israele: “Non dite che il pubblico fa richieste irragionevoli ai suoi leader. Si aspetta solo che dicano la verità”.

Ma’ariv suggerisce che la soluzione alla crisi politica israeliana è un sistema presidenziale. Gli editorialisti sostengono che “la prima repubblica israeliana si sta esurendo. Le piccole riforme non bastano. E’ essenziale passare ad un tipo di governo che permetta una forte concentrazione di potere democratica con freni ed equilibri.”