Gli archeologi rivedono la lettura di un’iscrizione su un antico sigillo

L’immagine del sigillo – speculare – andava letta da sinistra a destra.

image_2010Un’importante archeologa israeliana ha dichiarato di aver rivisto la sua lettura di un’iscrizione su un antico sigillo scoperto in uno scavo nella Città di David a Gerusalemme, dopo che vari studiosi in tutto il mondo avevano criticato la sua prima interpretazione del nome sul sigillo.
Il sigillo di pietra nera, vecchio di 2500 anni, è stato trovato il mese scorso tra strati di macerie in uno scavo proprio fuori dalle mura della Città Vecchia, vicino alla Porta detta dell’Immondizia, spiega l’archeologa Eilat Mazar, che dirige lo scavo.
Mazar aveva originariamente letto il nome sul sigillo come “Temech”, suggerendo che fosse appartenuto alla famiglia con quel nome menzionata nel libro di Neemia.
Ma dopo che il ritrovamento è stato divulgato dal Jerusalem Post, vari epigrafisti in tutto il mondo hanno detto che Mazar avrebbe sbagliato leggendo l’iscrizione sul sigillo da destra a sinistra anziché che da sinistra a destra, in quanto un sigillo crea un’immagine speculare quando viene usato per inscrivere un pezzo di argilla.
I critici, tra cui lo studioso europeo Peter van der Veen, oltre all’epigrafista Ryan Byrne, condirettore degli scavi di Tel Dan, hanno suggerito su alcuni blog di internet che la corretta lettura del sigillo sia in realtà “Shlomit”, anch’esso un nome biblico.
Mazar ha poi dichiarato che accettava la lettura “Shlomit” sull’antico sigillo, aggiungendo che apprezzava la dotta disquisizione suscitata dall’argomento. “Il nostro scopo è la ricerca, non far valere le nostre opinioni” ha detto Mazar.
Mazar spiega che il nome Shlomit era noto nel periodo a cui risale il sigillo, e che altri sigilli coevi trovati sul luogo portano i nomi di donne che occupavano posizioni ufficiali nell’amministrazione.
Non è chiaro se il nome sul sigillo fosse in qualche modo collegato con la figlia di Zerubbabel – vissuta nella stessa epoca e menzionata in 1 Cronache 3:19 – in quanto il nome era piuttosto comune in quel periodo.
Il nipote del re giudeo Jehoachin, Zerubbabel, guidò il primo gruppo di ebrei che tornavano dalla prigionia a Babilonia e pose le fondamenta del Secondo Tempio a Gerusalemme.
“Quello che possiamo dire per certo è che questa donna era una persona importante nella società”, dice Mazar.
Il sigillo, che riporta una comune e popolare scena di culto, fu acquistato a Babilonia e risale al 538-445 a.C., spiega Mazar.
Byrne, invece, ha suggerito che sia più probabile una data intorno alla fine del VII secolo o dell’inizio del VI, osservando che la scena è tipica dell’età del bronzo orientale e che non c’è ragione di ritenere che il sigillo sia stato fatto a Babilonia.
Il sigillo ellittico di cm 2,1 x 1,8 reca l’incisione di due sacerdoti barbuti che stanno in piedi ai due lati di un altare di incenso, con le mani alzate in posizione di preghiera. Un quarto di luna, il simbolo del principale dio babilonese Sin, appare in cima all’altare.
Il fatto che questa scena di culto si riferisca al principale dio babilonese non sembra aver disturbato gli ebrei che usarono il sigillo, nota Mazar.
L’ archeologa ha raggiunto fama internazionale per i suoi recenti scavi che potrebbero aver portato alla luce il palazzo di re David. Lo scavo, iniziato tre anni fa nella parte est di Gerusalemme, è sponsorizzato dal Centro Shalem, un istituto di ricerca di Gerusalemme di cui Mazar è membro anziano, e dalla City of David Foundation.

(Da: Jerusalem Post, 04.02.08)

Nella foto in alto: L’archeologa Eilat Mazar

Si veda:
Trovato a Gerusalemme un sigillo dell’epoca del Primo Tempio

https://www.israele.net/sections.php?id_article=1969&ion_cat=