Gli “eroi” di Fatah e le bugie di Abu Mazen

Il presidente palestinese ha mentito alla Casa Bianca mentre la sua organizzazione celebrava 12 terroristi responsabili della morte di 95 persone

Inaugurazione a Tulkarem della piazza in onore del terrorista Maher Younis

Proprio mentre Mahmoud Abbas (Abu Mazen), presidente dell’Autorità Palestinese e capo di Fatah,  veniva ricevuto dal presidente Donald Trump alla Casa Bianca, lo scorso 3 maggio, e gli garantiva che i palestinesi educano la propria gente e i propri figli alla cultura della pace e della convivenza, le due organizzazioni da lui dirette erano impegnate a glorificare esecutori e mandanti di attacchi con armi da fuoco e attentati esplosivi suicidi, complessivamente responsabili della morte di almeno 95 innocenti.

Esattamente in quei giorni, infatti, Fatah pubblicava sulla sua pagina Facebook una grafica con le immagini di 12 terroristi attualmente detenuti in Israele per assassinio, accompagnata da un testo che glorificava gli “eroici prigionieri”.

“Ogni benedizione ai nostri eroici prigionieri che fanno lo sciopero [della fame] per la dignità: Karim Younes, Marwan Barghouti, Nael Barghouti, Ahmad Sa’adat, Abbas Al-Sayid, Hassan Salameh, Zaid Bassisi, Bassem Al-Khandaqji, Wajdi Joudeh, Maher Younes, Fuad Al-Shubaki, Wael Al-Jaghoub”
(Da: Pagina ufficiale di Fatah su Facebook, 3.5.17)

Ecco chi sono gli “eroici prigionieri”:
Hassan Salameh: terrorista di Hamas condannato all’ergastolo per aver organizzato attentati suicidi costati la vita a 46 persone (tra cui i due attentati sull’autobus numero 18 di Gerusalemme del 25 febbraio e 3 marzo 1996).
Abbas Al-Sayid: condannato all’ergastolo per aver organizzato attentati suicidi costati la vita a 35 persone (tra cui il massacro al Park Hotel di Netanya del 27 marzo 2002 che spinse Israele a reagire con l’Operazione Scudo Difensivo).
Marwan Barghouti: capo delle milizie terroristiche Tanzim, condannato all’ergastolo per aver organizzato 3 attentati con armi da fuoco costati la vita a 5 persone.

Dalla pagina ufficiale di Fatah su Facebook, 3 maggio 2017

Bassem Al-Khandaqji: terrorista del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (Fplp), condannato all’ergastolo per complicità in un attentato esplosivo costato la vita a 3 persone.
Zaid Bassisi: terrorista della Jihad Islamica palestinese condannato all’ergastolo per aver organizzato un attentato con auto-bomba davanti a una scuola di Netanya che ha ferito o mutilato 8 persone.
Karim e Maher Younes: condannati a 40 anni di detenzione ciascuno per il sequestro e assassinio di una persona. Originariamente condannati all’ergastolo, la loro pena venne ridotta nel 2012 dall’allora presidente Shimon Peres.
Nael e Fakhri Barghouti: condannati all’ergastolo per l’assassinio di una persona. Entrambi sono stati scarcerati nel 2011 nel quadro del ricatto di Hamas per la liberazione dell’ostaggio Gilad Shalit. Nael Barghouti è stato nuovamente arrestato nel 2014 per aver violato i termini della scarcerazione tornando a collaborare con Hamas.
Wael Al-Jaghoub: terrorista del Fplp condannato all’ergastolo per aver creato cellule terroristiche e aver effettuato attacchi terroristici.
Ahmad Sa’adat: condannato a 30 anni di detenzione per aver diretto l’organizzazione terroristica Fplp.
Wajdi Joudeh: terrorista del Fronte Democratico di liberazione della Palestina (Fdlp) condannato a 25 anni di detenzione per complicità in un attentato suicida che ha causato 4 morti e 24 tra feriti e mutilati.
Fuad Al-Shubaki: alto esponente dell’Olp condannato a 20 anni di detenzione per aver organizzato il tentativo di contrabbandare 50 tonnellate di armi illegali verso l’Autorità Palestinese a bordo della nave Karine A.

Lo stesso giorno in cui Fatah pubblicava il suo post su Facebbok, il Governatore per l’Autorità Palestinese del distretto di Jenin, Ibrahim Ramadan, e il Direttore della Commissione Olp per i detenuti, Issa Karake, annunciavano che una delle principali vie della città di Jenin sarà intitolata in onore del detenuto Karim Younes, colpevole con il cugino Maher del sequestro e assassinio di una persona (Al-Ayyam, 3.5.17).

Pochi giorni dopo, l’Autorità Palestinese ha intitolato una piazza della città di Tulkarem, in Cisgiordania, in onore di Maher Younis, cittadino arabo-israeliano in carcere con il cugino Karim per sequestro e assassinio. La piazza della città palestinese, che sorge solo otto chilometri a est della città costiera israeliana di Netanya, è stata dedicata con una cerimonia pubblica a cui hanno preso parte il sindaco e altri dignitari locali.

(Da: PMW Bulletin, 10.5.17, Jerusalem Post, 16.5.17)