“Gli scavi migliorano la stabilità del Monte del Tempio”

False le accuse agli ebrei di attentare alla moschea di al-Aqsa

image_2642Nonostante le recenti accuse in senso contrario, l’ingegnere capo dei lavori al tunnel archeologico del Muro Occidentale (“del pianto”) a Gerusalemme ha ribadito giovedì scorso che gli scavi archeologici effettuati da Israele non sono affatto “sotto” il Monte del Tempio (alla cui sommità si trova la spianata delle Moschee), non pregiudicano in alcun modo la stabilità strutturale del Monte stesso e dell’area circostante ed anzi hanno contribuito a migliorare “di dieci volte” quella stabilità.
“Si sono fatte molte chiacchiere circa una instabilità [che sarebbe causata dagli scavi archeologici in corso nell’area]: mi sia permetto assicurare tutti che negli ultimi anni abbiamo al contrario migliorato di almeno dieci volte la stabilità strutturale del sito e che in effetti abbiamo rafforzato il sito là dove prima sussisteva un pericolo di crolli”, ha dichiarato l’ingegnere capo Ofer Cohen durante una visita al tunnel organizzata dall’ufficio stampa governativo.
Stando in piedi in una sezione del tunnel conosciuta come “la Hall delle Epoche” – per via dei lavori archeologici e di successivo rafforzamento che coprono un periodo che va dal Primo Tempio fino ad oggi – Cohen e i partecipanti alla visita guidata sembravano minuscoli a fronte di una serie di enormi travi di acciaio che sono state posizionate per impedire ai muri di franare. “Per coloro che sostengono che il nostro lavoro starebbe causando instabilità strutturale, qui si vede che è vero esattamente il contrario”, ha sottolineato Cohen.
Sia il tour che i commenti di Cohen giungono a ridosso delle roventi tensioni innescate circa tre settimane fa a Gerusalemme quando chierici palestinesi e parlamentari arabi-israeliani hanno lanciato un’ondata di accuse contro i lavori archeologici israeliani attorno e – secondo loro – sotto il Monte del Tempio. Il che ha provocato giornate di tumulti e di scontri violenti fra facinorosi arabi e polizia della città.
Le accuse più esplicite sono state rilanciate quando una delegazione dell’Alto Comitato di Monitoraggio Arabo, accompagnata da alcuni parlamentari arabi, ha visitato la moschea di al-Aqsa, lo scorso 7 ottobre, nel momento delle massime tensioni nella zona, e ha poi tenuto una conferenza stampa nei pressi di una delle entrate al Monte del Tempio. “Vi sono scavi israeliani ufficiali sotto il Monte del Tempio – ha sostenuto in quell’occasione il parlamentare arabo-israeliano Jamal Zahalka (del partito Balad) – che potrebbero mettere in pericolo la moschea di al-Aqsa se per esempio vi fosse un terremoto”.
Non è stato l’unico. Lo sceicco Raed Salah, leader del Movimento Islamico israeliano Frazione Nord, insieme ad altri chierici palestinesi, ha sostenuto in quei giorni – e continua a sostenere – che il governo d’Israele nutrirebbe nefandi piani volti a destabilizzare le fondamenta strutturali degli edifici sul Monte del Tempio, costruirvi una sinagoga e organizzare un’invasione militare della moschea di al-Aqsa.
Affrontando di petto queste accuse, il rabbino capo del Muro Occidentale Shmuel Rabinovitz si è rivolto ai giornalisti durante la visita di giovedì scorso ribadendo dichiarazioni, che aveva già ripetuto alcune settimane fa, con cui spiegava che la Halacha (legge religiosa ebraica) proibisce chiaramente ad ogni ebreo osservante di accedere al complesso del Monte del Tempio. “Voi oggi qui avete visto molte nuove scoperte – ha detto Rabinovitz ai partecipanti al tour – e sono tutte all’esterno del Monte del Tempio. E questo non per qualche preoccupazione di ordine politico, ma perché la legge ebraica vieta rigorosamente a qualunque ebreo di entrare nel complesso del Monte del Tempio. Secondo la legge ebraica – ha spiegato – abbiamo il divieto persino di toccare il complesso del Monte, a maggior ragione di entrarvi, e chiunque dica che stiamo scavando sotto il Monte è come se chiamasse la notte giorno e il giorno notte: mente nel mondo più assoluto”.
Rabinovitz ha poi attribuito ai leader religiosi l’onere di evitare ulteriori provocazioni nell’area dicendo: “Questa non dovrebbe essere una questione di polizia, non dovrebbe arrivare a questo. I leader religiosi dovrebbero essere quelli che impediscono a queste cose di accadere”. Ed ha aggiunto: “Se io vedessi un ebreo che viene a pregare con un mucchio di pietre da scagliare sui musulmani, lo manderei via immediatamente”, facendo chiaro riferimento alle numerose carriole piene di pietre che la polizia ha trovato sulla spianata del Tempio poche settimane fa, costringendola a chiudere temporaneamente e poi a limitare gli accessi al sito. I tumulti che ne seguirono sono stati i peggiori a Gerusalemme dopo quelli scoppiati nei quartieri orientali della città durante la campagna anti-Hamas nella striscia di Gaza lo scorso gennaio.
Il portavoce dell’ufficio stampa governativo Danny Seaman ha spiegato al Jerusalem Post che il tour, che ha visto la partecipazione di decine di giornalisti stranieri e locali, rientra nello sforzo di contrastare la marea di voci incontrollate riguardo agli scavi archeologi israeliani nell’area, cercando di portare il massimo di trasparenza possibile sui lavori che vengono effettivamente fatti. “Abbiamo pensato che, quando le tensioni si sono un po’ attenuate e la vicenda era momentaneamente uscita dal circolo delle news, fosse il momento giusto per offrire ai giornalisti questa visita approfondita. A mio parere – ha concluso Seaman – un giornalista informato è un giornalista migliore, che sarà in grado di distinguere fra critiche e calunnie”.

(Da: Jerusalem Post, 23.10.09)

Nell’immagine in alto: in grigio, il tunnel archeologico che gli agitatori anti-israeliani sostengono essere “sotto” la moschea di al-Aqsa