Goldstone dovrebbe essere il primo ad approvare

Uccisione del terrorista a Dubai: se è stato Israele, aveva diritto di farlo?

di Alan M. Dershowitz

image_2753Non so se sia stato o no Israele ad uccidere il comandante dell’ala militare di Hamas Mahmoud al-Mabhouh. Ma supponendo a titolo di ipotesi che sia così, la domanda è: il Mossad aveva il diritto di effettuare tale “esecuzione extragiudiziale”?
Premessa: non tutte le esecuzioni extragiudiziali sono illecite. Tecnicamente, ogni soldato che uccide un nemico in combattimento commette un’esecuzione extragiudiziale, così come ogni poliziotto che apre il fuoco verso un criminale in fuga. La valutazione di questo genere di situazioni solleva diverse questioni giuridiche piuttosto complesse.
Innanzitutto, la persona uccisa era un combattente rispetto a coloro che l’hanno uccisa? Se è stato Israele a uccidere Mabhouh, non c’è alcun dubbio che si trattava di un combattente. Egli prendeva parte attivamente alla perdurante guerra di Hamas contro i civili israeliani. Anzi, è assai probabile che sia stato ucciso proprio mentre era in missione militare verso l’Iran per procurarsi razzi anti-uomo destinati ad essere usati contro civili israeliani. Sia gli Stati Uniti che la Gran Bretagna durante la seconda guerra mondiale ricorsero abitualmente all’uccisione di questo tipo di combattenti, che fossero o meno in uniforme. Per di più i combattenti di Hamas deliberatamente si tolgono le uniformi quando sono impegnati in combattimento.
Dunque, se Mabhouh fosse stato ucciso mentre si trovava nella striscia di Gaza, non vi sarebbe alcun dubbio sulla legalità dell’azione. Non costituisce violazione del diritto internazionale uccidere un combattente nemico indipendentemente da dove esso di trovi, che sia sveglio o stia dormendo, che sia o meno impegnato in un combattimento attivo al momento della sua morte.
Ma Mabhouh non è stato ucciso a Gaza, è stato ucciso a Dubai. È contro la legge del Dubai che un agente israeliano uccida un combattente nemico mentre si trova in Dubai. Pertanto le persone che hanno commesso l’uccisione hanno con ogni probabilità violato la legge interna del Dubai, a meno che essa non preveda una specifica immunità per una tale uccisione basata su principi internazionali riguardo a combattenti nemici. È improbabile che sia in vigore una protezione del genere per un israeliano, o per qualcuno che operi per conto di Israele, dal momento che il Dubai non riconosce il diritto di Israele di uccidere nemici combattenti sul suo territorio. Dunque, nel caso fosse possibile dimostrare una responsabilità israeliana nel colpo – eventualità assai improbabile – allora solo il Dubai potrebbe legalmente portare in giudizio degli israeliani. (…)
Per quanto riguarda le considerazioni morali che potrebbero influenzare la valutazione, la situazione è più nebulosa. Il rapporto Goldstone implica che Israele non avrebbe il diritto legale di combattere i razzi di Hamas per mezzo di attacchi aerei generalizzati. Richard Goldstone nelle sue interviste ha raccomandato che Israele si difenda da quegli attacchi illegali mediante misure più proporzionate, come raid di commando e uccisioni mirate di terroristi implicati nel lancio di razzi. Ebbene, non vi può essere esempio migliore di reazione proporzionata e mirata contro un combattente profondamente coinvolto negli attacchi coi razzi, dell’uccisione di Mahmoud al-Mabhouh. Non solo Mabhouh al momento della sua morte era il comandante in carica per le illegali aggressioni militari di Hamas: era stato anche personalmente responsabile alcuni anni fa del sequestro e dell’uccisione a sangue freddo di due soldati israeliani.
Ovviamente sarebbe stato meglio poterlo catturare a processare; ma era impossibile catturarlo, specialmente quando era a Dubai. Se è stato Israele ad ucciderlo, aveva evidentemente solo due opzioni: o lasciarlo andare permettendo che continuasse a mettere a rischio la vita di civili israeliani trasferendo illegalmente armi anti-uomo dall’Iran a Gaza, oppure ucciderlo. Non c’era una terza possibilità. Date queste due opzioni, l’uccisione sembra essere stata la scelta meno tragica disponibile.
Lascio ad altri, più esperti di me in questi campi, valutare – nel caso sia stato Israele a ordinare l’uccisione – se sia stata strategicamente la cosa giusta da fare, e se sia stata fatta in modo abile. Ma per quanto riguarda il diritto legale e morale di mettere fine alla minaccia posta da quel terrorista stragista, la sua uccisione extragiudiziale appare come il meno peggio.

(Da: Jerusalem Post, blog “Double Standard Watch”, 21.2.10)

Nella foto in alto: Alan M. Dershowitz, autore di questo articolo