Guai mostrare la normale vita di Gerusalemme unita

I palestinesi cercano di bloccare un documentario europeo sulla realtà della capitale israeliana.

image_3717Attivisti palestinesi hanno cercato di far fallire un ambizioso documentario europeo girato a Gerusalemme la scorsa settimana colpevole, secondo loro, di rafforzare l’immagine di Gerusalemme come di una città unita sotto governo israeliano.
I produttori franco-tedeschi di “Gerusalemme 24 ore”, un film che si propone di rappresentare un’intera giornata di vita normale nella inquieta capitale israeliana, hanno detto venerdì che i loro programmi sono stati seriamente messi a rischio da una campagna di “intimidazioni e molestie” lanciata all’ultimo minuto.
“Siamo molto dispiaciuti per quello che è successo, ma siamo ancora qui e andremo avanti con le riprese”, ha detto il produttore Thomas Kufus, che spera di replicare il successo del suo pionieristico progetto del 2008: un film di un’intera giornata intitolato “Berlino 24 ore”.
Uno dei co-produttori, l’emittente radiotelevisiva pubblica bavarese Bayerischer Rundfunk, ha comunicato che il loro staff ha subito “un assalto di telefonate minatorie” e minacce di “danni fisici”, attribuendo ad attivisti palestinesi la volontà di impedire che gli abitanti arabi raccontino le loro storie.
Con circa 70 troupe televisive al lavoro in tutta la città dalle 6 del mattino di giovedì alle 6 del mattino di venerdì, il progetto costituisce uno dei documentari più ambiziosi mai girati a Gerusalemme ed ha avuto carta bianca delle autorità israeliane. Al contrario, diversi politici e militanti palestinesi hanno accusato i realizzatori di non essersi coordinati con le “loro autorità” e accusano il film di presentare Gerusalemme come una città che vive una vita normale sotto amministrazione israeliana, una realtà che evidentemente non gradiscono che venga presentata. “Questa non è una città, sono due città – ha detto alla Reuters Dimitri Diliani, portavoce del presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) a Gerusalemme Est per il partito Fatah – Accettare l’idea stessa che questa sia una città sola è totalmente sbagliato è comporta implicazioni politiche”.
I produttori affermano che un piccolo gruppo di cameraman e tecnici palestinesi ha dato forfait poco prima dell’inizio delle riprese. Ancora più dannoso il fatto che diversi abitanti palestinesi che si contava comparissero nel film si sono ritirati all’ultimo minuto. “Abbiamo del materiale molto forte dalle troupe israeliane ed europee, mentre quelle palestinesi stanno ancora filmano” dice Kufus, ammettendo che il documentario non verrà realmente girato nell’arco di un singolo periodo di 24 ore come si sperava inizialmente. E aggiunge: “Per questo stiamo lavorando sodo per conferire uno standard omogeneo a tutto il progetto”.
La controversia attorno al documentario, che è in parte finanziato dal canale televisivo “Arte”, ha messo ancora una volta in evidenza la tenace opposizione di molti ambienti palestinesi, ufficiali e non, verso qualunque cosa che possa alludere a una forma di “normalizzazione” dei rapporti con Israele. Eventi culturali, come ad esempio un concerto sponsorizzato dalle Nazioni Unite lo scorso luglio, hanno dovuto essere cancellati in seguito alle pressioni da parte di attivisti palestinesi convinti che ci si debba opporre a qualunque tentativo di gettare ponti fra le due comunità.

(Da: Reuters, Times of Israel, 19.4.13)

Si veda anche:

Errata corrige: dove è scritto “Israele” leggi “Occupazione del 48”. Benvenuti nella neolingua orwelliana dell’Autorità Palestinese dove il terrorismo è resistenza, gli stragisti sono martiri e Gerusalemme è solo araba

https://www.israele.net/sezione,,3471.htm

Non esiste nessuna Gerusalemme est come non esiste nessuna Berlino est

https://www.israele.net/sezione,18,.htm

Sondaggio: gli arabi di Gerusalemme preferiscono essere cittadini israeliani. Il 40% è disposto persino a traslocare, nel caso la città venisse divisa.

https://www.israele.net/articolo,3034.htm