Hamas ammette: “I morti a Gaza erano nostri combattenti”

Dopo due anni i terroristi ammettono la verità, ma il mondo ormai è stato ingannato (e Israele diffamato).

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Fathi Hammad in una sua recente apparizione televisiva

Dopo quasi due anni dall’operazione anti-Hamas condotta da Israele nella striscia di Gaza tra fine dicembre 2008 e gennaio 2009, per la prima volta Hamas ammette d’aver subito la perdita di 200-300 membri dell’ala militare dell’organizzazione islamista palestinese.
Subito dopo il termine dell’operazione israeliana, Hamas aveva ammesso la perdita solo di 50 uomini. Ora invece il “ministro” degli interni di Hamas a Gaza Fathi Hammad, intervistato lunedì dal giornale pan-arabo edito a Londra al-Hayat, ammette che i cosiddetti “poliziotti” palestinesi uccisi durante il primo giorno di conflitto erano in realtà 250 combattenti di Hamas, ai quali vanno aggiunti – a suo dire – altri 150 “uomini della sicurezza” di Hamas morti nei giorni successivi. Nel riportare la notizia, Israel Radio sottolinea come le cifre riportate da Fathi Hammad nell’intervista coincidano in buona misura con quelle che diffuse sin da allora dal portavoce delle Forze di Difesa israeliane.
“Il primo giorno di guerra – dice Hammad nell’intervista ad al-Hayat – Israele prese di mira delle stazioni di polizia (nella striscia di Gaza) e caddero 250 martiri che facevano parte di Hamas e delle varie fazioni. Caddero fra 200 e 300 membri delle Brigate Ezzedin al-Qassam, oltre a 150 membri delle forze di sicurezza”.
Le nuove cifre diffuse dal “ministro” di Hamas ridimensionano, fra l’altro, il numero di vittime palestinesi considerate civili o non-combattenti, avvicinandosi molto ai dati da sempre sostenuti da Israele.
Nell’intervista, Hammad sostiene che anche Israele avrebbe sminuito il numero delle proprie perdite ammettendo solo 12 caduti, mentre a suo dire ne avrebbe subiti almeno cinquanta (È appena il caso di ricordare che i caduti israeliani, in questa come in ogni altra guerra, sono ufficialmente noti e onorati in tutto il paese con nome e cognome e dettagli delle loro vicende individuali).
Rispondendo all’accusa, riferita dall’intervistatore, secondo cui è stata la popolazione di Gaza a pagare il prezzo per la guerra di Hamas contro Israele, Hammad ha replicato: “Forse che Hamas non è parte della popolazione?”.
Rispondendo a una domanda relativa alle notizie di gravi abusi e violazioni dei diritti umani che verrebbero commessi nella striscia di Gaza dalle forze di sicurezza di Hamas, Hammad, che è responsabile delle forze di sicurezza di Hamas nella striscia di Gaza ed è considerato uno dei personaggi più potenti del movimento islamista palestinese, ha ribattuto: “Noi non siamo una società di angeli. Cerchiamo di promuovere le istituzioni e l’addestramento, ci teniamo al prestigio della polizia e al suo rispetto della legge. Allo stesso tempo, però, dobbiamo preservare la dignità del cittadino”.

(Da: Ha’aretz, Jerusalem Post, israele.net, 1.11.10)