Hamas: l’Egitto vuole riprendere il controllo della striscia di Gaza

Roventi accuse reciproche fra Fatah e Hamas sui rapporti con il Cairo del dopo-Morsi

Di Khaled Abu Toameh

Gaza mapHamas teme che l’Egitto voglia tentare di ripristinare il suo controllo sulla striscia di Gaza. Mousa Abu Marzook, un alto funzionario di Hamas, ha scritto lunedì sulla sua pagina di Facebook che l’Egitto, inviando elicotteri a sorvolare la striscia di Gaza, “fa capire che sta cercando di ripristinare su tutta l’area il potere che ha perso con la guerra del 1967”.

Nei giorni scorsi, i palestinesi nella striscia di Gaza hanno segnalato che elicotteri militari egiziani hanno sorvolato alcune parti della regione nel quadro di un massiccio giro di vite contro gruppi terroristici attivi nel Sinai, e hanno sottolineato che si tratta della prima volta dal 1967 che elicotteri militari egiziani sorvolano la striscia di Gaza (rimasta sotto il controllo del Cairo nel periodo 1948-’67). Abu Marzook ha affermato che Hamas non si intromette in alcun modo negli affari interni egiziani. “Il braccio armato di Hamas non opera al di fuori dei territori palestinesi”, ha aggiunto Abu Marzook reagendo ai reportage di diversi mass-media egiziani secondo i quali parecchi miliziani di Hamas avrebbero preso parte ad attacchi terroristici nel Sinai contro militari e civili egiziani. “La nostra lotta armata è diretta solo contro l’occupazione [israeliana] – ha affermato Abu Marzook – Ribadiamo per la millesima volta che queste sono solo menzogne e invenzioni”.

Mahmoud Zahar, un altro esponente di primo piano di Hamas nella striscia di Gaza, ha detto che reputa Fatah responsabile della campagna anti-Hamas condotta sui mass-media egiziani. Anche Zahar ha sostenuto che il suo movimento non interferisce negli affari interni egiziani. A suo dire, sono i rappresentanti di Fatah che alimentano di “menzogne” i mass-media egiziani allo scopo di creare una spaccatura tra Egitto e Hamas.

Analogamente il “primo ministro” di Hamas a Gaza, Ismail Haniyeh, ha condannato la campagna “diffamatoria” condotta da alcune testate giornalistiche e televisive egiziane contro i palestinesi in generale e il suo movimento in particolare. “I palestinesi – ha detto Haniyeh ai giornalisti nella città di Gaza – non hanno alcun ruolo politico o di sicurezza sulla scena egiziana. Il nostro obiettivo è quello di liberare la Palestina e cacciare l’occupante [Israele]. Noi non interferiamo negli affari degli altri e vogliamo che l’Egitto continui a sostenere la nostra causa”. Haniyeh ha anche detto che il suo “governo” ha chiesto alle autorità egiziane di fermare gli attacchi contro i palestinesi sui mass-media egiziani, aggiungendo che questa campagna sta danneggiando entrambe le parti.

Ahmed Assaf, portavoce di Fatah in Cisgiordania, ha invece ribadito che Hamas interferisce negli affari interni egiziani, sottolineando come ad esempio le emittenti tv affiliate a Hamas trasmettano in diretta le manifestazioni in Egitto a favore del deposto presidente Mohamed Morsi. Assaf ha chiesto a Hamas di cessare l’ingerenza negli affari interni dell’Egitto e di altri paesi arabi, affermando che la cosa procura grave danno ai palestinesi.

Vale la pena ricordare che Fatah ha preso posizione a sostegno del colpo di stato militare che ha rovesciato Morsi, mentre Hamas continua a sostenere il presidente deposto.

Nel frattempo, vari esponenti di Hamas hanno accusato le autorità egiziane di strangolare in un assedio la striscia di Gaza distruggendo i tunnel usati per il contrabbando e il traffico di armi e imponendo la chiusura del valico di Rafah fra Gaza e Sinai egiziano. La scorsa settimana gli egiziani hanno anche vietato ai pescatori palestinesi di entrare in alcune aree vicine al Sinai. “Persino [l’ex presidente egiziano] Hosni Mubarak non faceva morire di fame la striscia di Gaza – ha affermato un rappresentante di Hamas – Gli egiziani stanno punendo l’intera popolazione di Gaza aggravandone la crisi umanitaria ed economica”. (Per inciso, non si registrano proteste e flottiglie da parte di ong internazionali contro questi provvedimenti delle autorità egiziane.)

(Da: Jerusalem Post, 23.7.13)