Hamas: Potremmo trattare con Israele solo a ritiro già avvenuto. Anzi, no.

Cautela in Israele dopo le ambigue dichiarazioni degli esponenti di Hamas

image_1106Caute reazioni, in Israele, alle dichiarazioni rilasciate domenica dal primo ministro incaricato palestinese Ismail Haniyeh (di Hamas) in un’intervista al Washington Post seco. Secondo Haniyeh, Hamas potrebbe prendere in considerazione d’ipotesi di riconoscere Israele come interlocutore di un futuro negoziato se Israele si ritirerà preventivamente sulle linee armistiziali pre-’67.
Haniyeh ha detto che Hamas esaminerà tutti gli accordi firmati finora da israeliani e palestinese e onorerà solo quelli che ritiene rispondano agli interessi dei palestinesi.
Haniyeh, considerato un “pragmatico” all’interno del movimento terrorista e jihadisa palestinese, ha detto inoltre che Hamas onorerà gli accordi (firmati) che garantiscono la nascita di uno stato palestinese nelle linee del 1967, con Gerusalemme capitale, e quelli che promettono la scarcerazione di detenuti palestinesi.
Alla domanda se Hamas sarebbe disposta a riconoscete Israele se Israele si ritirasse sulle linee armistiziali del 1967, Haniyeh ha risposto che in quel caso Hamas potrebbe accettare un accordo di pace da raggiungere per fasi, la prima delle quali invocherebbe stabilità e un cessate il fuoco a lungo termine. “Non abbiamo sentimenti ostili verso gli ebrei – ha aggiunto Haniyeh – e non vogliamo buttarli a mare. Tutto ciò che vogliamo è avere indietro le nostre terre”.

“Magari cambiassero le loro posizioni – ha commentato il ministro israeliano Meir Sheetrit parlando domenica alla radio Galei Tzahal – e iniziassero a usare un altro linguaggio”. Se Hamas accettasse di riconoscere Israele e rinunciasse alla violenza, ha aggiunto Sheetrit, “noi non avremmo alcun problema a negoziare con loro per arrivare a una composizione”.
Più scettica la reazione del ministro della difesa israeliano Shaul Mofaz. Ricevendo domenica David Welch, assistente del segretario di stato americano per gli affari del Vicino Oriente, Mofaz ha dichiarato: “Hamas sta cercando di trarre in inganno la comunità internazionale, di lusingarla facendo mostra di atteggiamenti responsabili. Ma il fatto puro e semplice è che Hamas non ha accettato i quattro principi [disarmo, riconoscimento del diritto di Israele a esistere, rifiuto del terrorismo e della violenza, modifica della sua Carta fondamentale], e questo indica le loro autentiche intenzioni”.
Mofaz ha anche messo in guardia rispetto al recente intensificasi dei contatti fra Hamas e Iran, che potrebbero portare a un controllo ufficiale dell’Iran sull’Autorità Palestinese.
Circa l’Autorità Palestinese, Mofaz ha ribadito che Israele non adotterà alcuna misura che possa danneggiare la popolazione palestinese. “L’approccio corretto – ha detto – è esaminare ogni singolo caso separatamente e trasferire fondi (ai palestinesi) solo dopo un esame accurato del loro impiego”.

Più tardi, sempre domenica, Hamas ha seccamente ridimensionato la versione circolata sui mass-media delle dichiarazioni di Ismail Haniyeh riportate dal Washington Post, sostenendo che le parole del leader di Hamas erano state mal citate e male interpretate. “Hamas è in possesso della registrazione completa dell’intervista – ha detto Salah al-Bardaweil, portavoce di Hamas – e non vi è relazione fra quello che Haniyeh ha detto e i titoli del quotidiano. A una domanda se Hamas possa riconoscere Israele – ha proseguito al-Bardaweil – quello che Haniyeh ha detto è: se Israele si ritira dalle terre conquistate nel ’67, se rilascia tutti i detenuti palestinesi e se fa tornare i profughi alle loro case, allora Hamas ne discuterà”.
Al-Bardaweil ha continuato spiegando che l’intervistatore del Washington Post aveva chiesto nuovamente a Haniyeh se Hamas potrebbe riconoscere Israele e Haniyeh ha risposto: “Se Israele accetta le condizioni che ho menzionato, allora noi saremo disposti ad accettare un accordo di pace temporaneo. Già lo sceicco Yassin in passato aveva fissato la sostanza di questo accordo e di una hudna (tregua) a lungo termine”.
“Chiedo a tutti i media di esercitare cautela e di essere più precisi nel riportare queste posizioni, senza alterare le parole dette nelle interviste”, ha concluso il portavoce di Hamas, specificando che Hamas continua ad attenersi alla propria posizione di non riconoscimento dell’occupazione israeliana di terre palestinesi e non ha alcuna intenzione di abbandonare questi principi.

(Da: Ha’artez, YnetNews, 26.02.06)