Hamas pubblica le linee-guida del suo governo

Resistenza in tutte le forme contro il nemico sionista, diritto al ritorno, revisione degli accordi".

image_1125Il governo dell’Autorità Palestinese guidato da Hamas rimane votato alla “resistenza” contro Israele “in tutte le sue forme”, non è pronto a riconoscere Israele definito “potenza occupante” e “nemico sionista”, ribadisce il “diritto al ritorno” (di tutti i profughi e i loro discendenti all’interno di Israele anche dopo la nascita di uno stato palestinese), intende sottoporre a “revisione” gli accordi finora firmati fra israeliani e palestinesi.
Lo afferma un documento, pubblicato sabato sul web e poi inoltrato al presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen), con cui Hamas delinea le linee guida del costituendo governo dell’Autorità Palestinese.
Il documento evita di sciogliere la questione del riconoscimento di Israele affermando che essa sarà affrontata “in consultazione con le organizzazioni e le istituzioni palestinesi e il popolo palestinese nella sua interezza”.

Questi i punti principali delle linee-guida del futuro governo palestinese elaborate da Hamas, nella versione circolata via internet.

“Nel rispetto del sangue dei martiri e dei sacrifici del popolo palestinese per la salvaguardia dei propri irrinunciabili diritti nazionali, in nome della lotta da fare per rimuovere la potenza occupante, per salvaguardare il diritto al ritorno e per creare uno stato palestinese indipendente con Gerusalemme come capitale, enunciamo che i principi fondamentali del nostro governo si baseranno sui seguenti punti.
1. Espulsione della potenza occupante e costituzione di uno stato palestinese sovrano e indipendente con Gerusalemme come sua capitale.
2. Impegno per il diritto al ritorno dei palestinesi nelle loro case e nelle loro proprietà fino all’ultimo centimetro. Noi riteniamo che il diritto al ritorno sia un irrinunciabile diritto privato e collettivo.
3. La resistenza in tutte le sue forme contro il nemico sionista è un diritto legittimo del popolo palestinese nel suo cammino per porre fine all’occupazione e per il ristabilimento dei suoi diritti nazionali.
4. Avvio di un ampio processo di riforme nelle istituzioni dell’Autorità Palestinese. Queste istituzioni devono fondarsi su principi di democrazia, giustizia, stato di diritto, pluralismo politico e sul principio della separazione dei poteri e del rispetto dei diritti umani e della proprietà privata.
5. Il governo palestinese si occuperà della realtà creatasi in seguito agli accordi precedenti fra Autorità Palestinese e potenza occupante, ed è un diritto del governo riconsiderare tali accordi sulla base del diritto internazionale e in conformità con i diritti e gli interessi del popolo palestinese.
6. Il governo palestinese proteggerà l’indipendenza della scelta del popolo palestinese e le sue istituzioni, e salvaguarderà la sua sovranità in questo campo.
7. Il governo evidenzierà il carattere arabo e islamico della questione palestinese e si adopererà per mobilitare il sostegno arabo e islamico verso il popolo palestinese in ogni campo.
8. Il governo intratterrà relazioni amichevoli e positive sulla base del rispetto reciproco con i paesi arabi e islamici e con i paesi del resto del mondo.
9. In linea di principio saremo pronti a continuare con la calma attuale, che è una via per conseguire gli obiettivi nazionali e non un obiettivo in se stessa. Calma non significa annullamento del diritto a resistere e del diritto a rispondere alle violazioni israeliane. La calma è stipulata sulla fine di ogni aggressione israeliana e sul rilascio di prigionieri.

(Da: YnetNews, Jerusalem Post, 12.03.06)