Hamas: Solo una tregua, e solo alle nostre condizioni

No al riconoscimento di Israele, legge islamica per i palestinesi.

image_1073Hamas non intende dare tregua a Israele a meno che non accetti le sue condizioni minime, che sono: ritiro sui confini del ’67, collegamento fra Cisgiordania e striscia di Gaza, rilascio di tutti i terroristi detenuti, cessazione di tutte le azioni anti-terrorismo nonché modifica della bandiera israeliana. Quand’anche Israele si piegasse a queste condizioni, tutto ciò che Hamas sarebbe disposta a concedere sarebbe una tregua (hudna) di lunga durata, non il riconoscimento a Israele del diritto di esistere come stato sovrano in Medio Oriente.
È quello che ha dichiarato lunedì alla CNN uno dei massimi esponenti di Hamas a Gaza Mahmoud al-Zahar. “I negoziati non sono un nostro obiettivo”, ha ribadito il leader jihadista palestinese.
Secondo notizie di stampa riportare dalla CNN, Hamas avrebbe intenzione di introdurre al più presto scuole separate per maschi e femmine nei territori palestinesi come primo passo verso un’applicazione rigorosa della legge islamica.
Se Hamas formerà il governo palestinese, ha confermato al canadese Globe and Mail un altro esponente di Hamas, Mohammed Abu Tir, una delle sue prime decisioni sarà quella di introdurre la sharia come fonte del diritto in Cisgiordania e striscia di Gaza e di islamizzare il sistema scolastico.
Alla domanda se Hamas intenda instaurare una forma di teocrazia nell’Autorità Palestinese, Zahar ha risposto: “Voi pensate che un sistema laico serva meglio gli interessi della nazione? Un sistema laico è un sistema che permette l’omosessualità, la corruzione, la diffusione dell’Aids. Noi qui viviamo sotto controllo islamico. Non cambierà nulla. Se volete alludere al fatto che l’islam sarebbe contro la modernità, siete in errore”.
Alla domanda se Hamas intenda abbandonare l’obiettivo di distruggere Israele, Zahar ha evitato di rispondere dicendo: “Stiamo parlando adesso, non stiamo parlando del futuro”. Zahar ha poi sostenuto che sarebbe Israele a non voler accettare davvero uno stato palestinese nonostante tutti gli accordi firmati, compresa la Road Map. “E’ Israele che non ci accetta se non come una minoranza, che non ci accetta come proprietari della terra – ha spiegato – Se Israele sarà disposto ad accettare le nostre richieste nazionali e ritirarsi dalle aree occupate nel ’67, rilasciare i nostri detenuti, fermare le aggressioni, creare un collegamento geografico tra Gaza e Cisgiordania, a quel punto, con garanzie di parti terze, potremmo istituire un nostro stato indipendente e concederci un periodo di uno o due o dieci o quindici anni di tempo per vedere quali sono le vere intenzioni di Israele”.
Zahar ha evitato anche di rispondere alla domanda se Hamas intenda rinunciare al terrorismo, ribaltando l’accusa di terrorismo su Israele e Stati Uniti.

(Da: YnetNews, Ha’aretz, israele.net, 30.01.06)

Nella foto in alto: Mahmoud al-Zahar