Haniyeh ai leader arabi: Niente compromessi sul ritorno in Israele

Hamas ribadisce il suo no a Israele e alla pace

image_1638Il primo ministro palestinese Ismail Haniyeh ha fatto appello ai leader arabi riuniti mercoledì al summit della Lega Araba a Riyad perché non scendano a compromessi sul “diritto al ritorno” del profughi palestinesi (dentro Israele anche dopo la nascita del futuro stato palestinese).
Haniyeh, leader del movimento islamista Hamas, ha dichiarato in un’intervista alla Reuters, e poi ha ribadito durante la riunione del summit, che il suo gruppo non si opporrà all’iniziativa di pace araba del 2002 rilanciata dal summit, ma comunque non cederà sul “diritto al ritorno” dei profughi palestinesi (e loro discendenti). “Quello che mi preoccupa più d’ogni altra cosa – ha detto Haniyeh già prima dell’apertura dei lavori del summit – è che non si scenda a compromessi sui diritti fondamentali palestinesi, primo fra tutti il diritto al ritorno. Mi aspetto che il summit riunito a Riyad ribadisca l’impegno dei paesi arabi a non scendere a compromessi di nessun tipo sul diritto al ritorno dei profughi palestinesi, in nessuna circostanza”.
In effetti mercoledì sera i leader della Lega Araba hanno deciso all’unanimità di rilanciare l’iniziativa adottata nel 2002 a Beirut senza apportare alcun cambiamento.
Dal canto suo il segretario della Lega Araba Amr Moussa ha posto una sorta di ultimatum a Israele sollecitandolo ad accettare l’iniziativa così com’è. “La risposta degli israeliani – ha detto Moussa alla riunione dei leader arabi – è stata quella di chiedere dei cambiamenti. Noi diciamo loro: prima di tutto, accettatela. Siamo a un bivio: o si va verso la pace o assisteremo a una escalation”. Anche il ministro degli esteri saudita Saud al-Faysal ha dichiarato che Israele deve accettare l’iniziativa araba del 2002 senza alcuna modifica. Intervistato dal Daily Telegraph ha dichiarato che, se non accetta l’iniziativa, Israele metterà la sua sorte nelle mani “dei signori della guerra e della milizie”.
Parlando con Ha’aretz, diversi importanti esponenti di Hamas della striscia di Gaza hanno dichiarato che il loro movimento eviterà di esprimere la propria posizione sull’iniziativa di pace araba sostenuta dai paesi della Lega Araba, Autorità Palestinese inclusa. Secondo questi esponenti, Hamas adotterà una politica di voluta ambiguità circa la propria posizione rispetto all’iniziativa di pace. Comunque, alti rappresentanti del gruppo ribadiscono di essere contrari alle parti dell’iniziativa che riguardano un accordo di pace con Israele o il suo riconoscimento.
Secondo fonti palestinesi sentite martedì, il capo dell’ufficio politico di Hamas Khaled Meshal avrebbe promesso al re saudita Abdullah di non intralciare le deliberazioni del summit. Le stesse fonti affermano che la politica di ambiguità nasce della preoccupazione che un’opposizione esplicita all’iniziativa causerebbe troppi attriti fra Hamas e Arabia Saudita.
L’iniziativa offre a Israele negoziati per la normalizzazione dei rapporti col mondo arabo dopo che Israele si sarà ritirato sulle linee del 1967 e avrà accettato una composizione del problema dei profughi sulla base della risoluzione dell’Onu 194 (non vincolante) che, nell’interpretazione araba, prevede il cosiddetto diritto al ritorno.
Israele e Stati Uniti non hanno respinto l’iniziativa, ma hanno espresso riserve su alcuni punti cruciali per Israele, come la questione dei profughi. Recentemente il ministro degli esteri israeliano Tzipi Livni ha spiegato che l’iniziativa nella sua forma attuale (confini non negoziabili, ritorno dei profughi e loro discendenti dentro Israele) non è accettabile.
Il portavoce di Hamas nel parlamento palestinese, Salah al-Bardawil, ha dichiarato: “Noi non accetteremo di riconoscere Israele né la pace con Israele, mentre non abbiamo problemi con la parte dell’iniziativa che prevede la creazione di uno stato palestinese sui confini del ’67 e il diritto al ritorno dei profughi”. Secondo Bardawil, Meshal ha promesso al re saudita che Hamas collaborerà con la posizione consensuale araba, ma anche che “non possiamo riconoscere Israele o accettare pace e normalizzazione”.
Secondo i mass-media sauditi, lo stesso Meshal ha chiesto ai leader arabi presenti al summit di non scendere a compromessi sui profughi e sul diritto dei palestinesi a “difendersi”. “Meshal – riferisce l’agenzia stampa ufficiale saudita SPA – ha fatto appello ai leader arabi perché adottino una strategia basata sul diritto alla lotta armata, dicendo che è inaccettabile cedere su diritti legittimi come quello del ritorno e dell’auto-difesa”.
Assumendo una posizione ancora più esplicita, Ismail Radwan, portavoce di Hamas nella striscia di Gaza, a dichiarato martedì che “le posizioni di Hamas non sono in alcun modo cambiate. Il nuovo governo palestinese (Hamas-Fatah) ha preso degli impegni, ma le nostre posizioni rimangono immutate”.
Un altro portavoce di Hamas a Gaza, Fawzi Barhum, ha detto ad Ha’aretz che “la questione non è un sì o un no di Hamas all’iniziativa. Noi rispettiamo gli sforzi arabi per ottenere i diritti palestinesi e agiremo all’interno del consenso arabo. Ma il nemico sionista respinge l’iniziativa e noi non definiremo la nostra posizione rispetto ad essa prima che l’abbia accettata”.

(Da: Ha’aretz, israele.net, 28.03.07)

Nella figura in alto: Mappa delle rivendicazioni territoriali palestinesi da un sito ufficiale dell’Autorità Palestinese: Israele non esiste.