HRW: «I gruppi palestinesi di Gaza attaccarono deliberatamente i civili israeliani»

Sempre tardi: a più di un mese dagli scontri, anche Human Rights Watch scopre i veri crimini di guerra.

image_3622I gruppi armati palestinesi nella striscia di Gaza hanno violato in modo flagrante le leggi di guerra e il diritto internazionale, durante il conflitto del 14-21 novembre scorso, lanciando centinaia di razzi contro centri abitati israeliani e facendosi scudo dei civili palestinesi. Lo afferma, a più di un mese dalla fine degli scontri, l’organizzazione per i diritti umani Human Rights Watch con un comunicato diffuso lunedì.
Secondo le Forze di Difesa israeliane, circa 1.500 razzi sono stati lanciati contro Israele durante l’operazione anti-terrorismo “Colonna di nube difensiva”. Almeno 800 sono riusciti a colpire Israele e di questi una sessantina sono riusciti a colpire aree densamente abitate da popolazione civile (nonostante il sistema anti-missile israeliano “Cupola di ferro” abbia intercettato in volo la maggior parte dei razzi diretti sui centri abitati). I razzi palestinesi, compresi i primi mai lanciati da Gaza su Tel Aviv e Gerusalemme, hanno causato complessivamente tre morti e un quarantina fra feriti e mutilati, oltre a provocare vasti danni a edifici e veicoli pubblici e privati.
“I gruppi armati palestinesi – afferma ora Sarah Leah Whitson, direttrice di Human Rights Watch per il Medio Oriente – hanno dichiarato apertamente che la loro intenzione era colpire civili. Non esiste semplicemente nessuna giustificazione legale per il lancio di razzi su aree abitate”. Human Rights Watch sottolinea che, in base al diritto umanitario internazionale e alle leggi di guerra, civili e strutture civili non devono essere fatte oggetto di attacchi deliberati né di attacchi che per loro natura non discriminano minimamente fra obiettivi civili e militari. “Chiunque commetta gravi violazioni delle leggi di guerra, intenzionalmente o per totale noncuranza, si rende responsabile di crimini di guerra” afferma il comunicato dell’organizzazione.
Human Rights Watch spiega d’aver intervistato testimoni, vittime e parenti di persone uccise o ferite da razzi lanciati su Israele nonché i rappresentanti israeliani di due comunità colpite dai razzi palestinesi e un portavoce dei servizi medici di pronto soccorso.
L’organizzazione aggiunge che le sue ricerche nella striscia di Gaza hanno rilevato che i gruppi armati palestinesi hanno “ripetutamente lanciato razzi da zone densamente popolate, in prossimità di abitazioni, attività commerciali e un albergo, ponendo inutilmente i civili nelle vicinanze in grave pericolo per il fuoco di risposta israeliano”. Il comunicato riporta dettagliati esempi di razzi lanciati da aree di Gaza densamente popolate e accusa i gruppi armati palestinesi di non aver mai avvisato la popolazione civile di sgomberare la zona, e di portarsi al riparo prima, prima di lanciare razzi dalle vicinanze.
Human Rights Watch riferisce che i gruppi palestinesi noti per aver lanciato razzi contro Israele – le Brigate Izz al-Din al-Qassam di Hamas, le Brigate Saraya al-Quds della Jihad Islamica e le Brigate Nasser Salahaddin dei Comitati di Resistenza Popolare – hanno cercato a volte di giustificare il loro fuoco contro civili israeliani definendolo “una rappresaglia” contro il fuoco israeliano. “Ma le leggi di guerra – sottolinea Human Rights Watch – proibiscono le rappresaglie contro civili indipendentemente dal comportamento della controparte”, mentre “le dichiarazioni di questi gruppi armati sul fatto che miravano deliberatamente a una città israeliana o a civili israeliani dimostrano la loro intenzione di commettere crimini di guerra”.
“Hamas, nella sua qualità di autorità che governa sulla striscia di Gaza – ha concluso Sarah Leah Whitson – ha il dovere di far cessare gli attacchi illegali e di punire i responsabili”.

(Da: YnetNews, Jerusalem Post, Israel HaYom, 24.12.12)

Nella foto in alto: un’abitazione israeliana colpita da un razzo palestinese a Rishon LeZion.