I libri di testo delle scuole di Assad insegnano jihad e odio contro ebrei, Israele e Occidente

Secondo un recente studio, i programmi scolastici del regime siriano non soddisfano gli standard dell'Unesco sull’insegnamento di pace e tolleranza

“Il valore del Martirio e dei Martiri”, p. 7 del testo siriano di Educazione Islamica, classe settima, anno scolastico 2017/18

Un nuovo rapporto che ha analizzato oltre 50 testi scolastici usati nelle scuole del regime siriano controllato da Assad ha rilevato una considerevole tendenza a insegnare l’odio verso le altre nazioni, in particolare Israele, e a predicare la jihad (la guerra santa) in nome della “causa palestinese”.

“I programmi siriani includono elementi positivi – spiega Eldad Pardo, co-autore del rapporto – come laicità, patrimonio multiculturale, eguaglianza per le donne, incoraggiamento al pensiero indipendente e al dialogo. Tuttavia, l’odio è diffuso in tutti i testi non appena si parla del nazionalismo radicale pan-arabo, che considera lo sradicamento di Israele un proprio pilastro ideologico”. Nei testi scolastici, il più grande nemico dichiarato della Siria è Israele, che non viene mai menzionato per nome ma indicato solo come “l’entità sionista”. Tutto il territorio israeliano viene costantemente indicato come “Palestina” o “Palestina occupata” ed è inserito nella descrizione della Siria, dentro la “grande patria araba”.

Il rapporto, pubblicato all’inizio di questa settimana dall’Institute for Monitoring Peace and Cultural Tolerance in School Education (IMPACT-se) – un ente di ricerca che dal 1998 analizza i libri scolastici un po’ in tutto il mondo in relazione agli standard definiti dall’Unesco – è il primo ad analizzare i programmi scolastici sotto il regime di Assad.

Nei libri di testo, violenza e martirio vengono giustificati e incoraggiati come parte della lotta e della resistenza per le alture del Golan “occupate”, mentre Israele viene ripetutamente accusato di “imporre l’identità sionista agli abitanti del Golan” e di “giudaizzarli”, obbligandoli a “rispettare la lingua ebraica”. I “sionisti” sono accusati di distruggere l’ambiente naturale del Golan e di impedire lo sviluppo economico dei suoi abitanti. I sionisti sono inoltre accusati di complottare per sostituire l’istruzione siriana con i “piani dell’entità sionista e terrorista” allo scopo di mantenere “all’oscuro” i cittadini arabi siriani.

“Non c’è speranza che la Siria possa moderare la sua tradizionale ostilità baathista contro Israele anche dopo la fine di questa terribile guerra civile – dice Marcus Sheff, CEO di IMPACT-se – La retorica rimane la stessa: Israele è uno stato terrorista e quindi tutti i mezzi sono legittimi nella guerra contro di esso, compresi il terrorismo e gli attacchi suicidi. In pratica, sebbene la nazione sia impegnata da anni in una battaglia di vita o di morte davanti agli occhi dei ragazzini del paese, l’ostilità verso Israele rimane una dottrina centrale nei programmi di studi siriani”, unita all’ostilità verso l’Occidente in generale, con le immancabili denunce di colonialismo e imperialismo.

Geografia della Patria Araba e della Siria, classe nona, anno scolastico 2017/18, p. 24 (clicca per ingrandire)

In tutti i libri di testo l’ebraismo viene presentato con ampio uso di stereotipi e pregiudizi, come la caricatura dell’ebreo Shylock dal Mercante di Venezia di Shakespeare. I testi affermano che “tradimento e inganno fanno parte degli attributi degli ebrei” e incolpano “l’entità sionista” del controllo dei mass-media globali e del razzismo religioso ed etnico. Dopodiché, la tolleranza religiosa viene promossa come principio generale, anche se viene prevista una sola forma di governo – dichiaratamente musulmano-sunnita – e vengono ignorate tutte le altre religioni a parte il cristianesimo.

La guerra civile che insanguina la Siria da sette anni è largamente ignorata nei 50 libri di testo dell’anno scolastico 2017-2018 esaminati dallo studio. “I ragazzini siriani vedono con i loro occhi la guerra civile attorno a loro, ma qualunque spiegazione della guerra viene ignorata nei loro libri di scuola”, dice Sheff. Naturalmente, però, i paesi che sostengono il regime sono ritratti sotto una luce positiva, in particolare Russia, Iran, Libano ed Egitto, così come la milizia sciita libanese Hezbollah. I libri mostrano una maggiore affinità per la Russia e la cultura russa, e dal 2014 lo studio della lingua russa è diventato obbligatorio nelle scuole superiori siriane delle aree controllate dal regime.

Gran parte dei programmi scolastici siriani si basano sull’idea del pan-arabismo laico, che mira all’unificazione dei vari paesi arabi con particolare enfasi sull’indipendenza della Siria. L’Iran, benché stia combattendo a fianco del regime siriano, viene comunque visto con diffidenza, come un concorrente e un ostacolo sulla strada verso una patria araba comune. Gli Stati Uniti vengono presentati come l’opposto della Russia: una nazione egoista e colonialista che interviene nei paesi arabi “come mezzo per espandere il proprio controllo sul mondo, mentendo per giustificare tali azioni”. I programmi scolastici siriani assegnano un posto molto importante al nazionalismo, al patriottismo e all’insegnamento della fedeltà verso il paese e il regime. I libri di testo sono pieni di messaggi nazionalisti che dipingono Hafez al-Assad, il defunto padre dell’attuale dittatore siriano, come un eroe nazionale le cui orme vengono seguite dal figlio Bashar con “valore e coraggio”. L’ideologia siriana rifiuta lo status quo e non riconosce i confini della regione come qualcosa di più che linee artificiali tracciate dal colonialismo europeo, coltivando l’aspettativa di una grande “patria araba” che comprenda gli attuali Siria, Giordania, Israele, Autorità Palestinese e Libano, nel quadro di un’unica “Grande Siria”. Sotto Assad, la Siria è votata al nazionalismo laico e fonda la propria identità nazionale sulla lotta per unificare il mondo arabo.

“Gli attuali programmi scolastici siriani – dice Pardo – non si occupano di moralità, auto-analisi o educazione alla pace. Offrono invece una visione del mondo estremista, militarista e pan-arabista. Insegnano che il diritto internazionale giustifica la ‘resistenza’ con l’uso di ‘tutti i mezzi disponibili’ pur di distruggere il nemico. Parlando di seconda guerra mondiale, la Shoà non viene mai menzionata nei libri di testo siriani poiché gli ebrei sono ‘bugiardi’ di cui non ci si può fidare”.

In base ai risultati dell’analisi di questi libri di testo, Pardo e la ricercatrice di IMPACT-se Maya Jacobi concludono che, nonostante alcune qualità che li riabilitano, i programmi scolastici siriani non soddisfano gli standard dell’Unesco in fatto di educazione alla pace e alla tolleranza. “La tragedia siriana è la riprova che il manicheismo agli studentiproposto dai programmi  – odio e atteggiamento bellicoso verso l’Altro – possono solo contribuire al caos in cui versa la Siria odierna”, conclude Pardo.

(Da: Jerusalem Post, YnetNews, 11-12.7.18)