I messaggi dell’elettorato

Ecco come si presenta la nostra casa a quindici anni dall’avvio del processo di pace di Oslo

Da un articolo di Herb Keinon

image_2406L’elettorato israeliano ha parlato e il suo messaggio appare piuttosto confuso, come è avvenuto spesso negli ultimi venticinque anni. Da un lato ha promosso Tzipi Livni indicando di non aver recuperato piena fiducia in Netanyahu e anche di voler dare un colpo di freni a quella che appariva chiaramente come una svolta a destra. Dall’altro lato, gli elettori hanno effettivamente svoltato a destra nel momento con il blocco dei partiti di destra che marca una netta vittoria sulla sinistra mentre laburisti e Meretz perdono significativamente terreno. E anche in questo c’è un messaggio, come nel fatto d’aver negato ancora una volta a Netanyahu il trionfo inizialmente prospettato.
Il messaggio della vittoria del blocco della destra è: “basta”. Basta con le cessioni territoriali che non portano da nessuna parte, basta con l’autocontrollo militare che fa solo aumentare il disprezzo verso Israele. E questo deterioramento delle posizioni della sinistra se lo possono tranquillamente attribuire Hamas, Hezbollah e l’Iran.
All’estero il successo del “neofascista” Lieberman e il recupero dei “falchi” del Likud verrà considerato ed etichettato come una “ricetta per il disastro”. Ma coloro che scrivono quei titoli e quelle analisi non stanno nei nostri panni e non vivono nella nostra casa. Ecco, invece, come si presenta la nostra casa dopo quindici anni dall’avvio del processo di pace di Oslo, dopo che abbiamo espressamente accettato di creare uno stato palestinese e che abbiamo dimostrato coi fatti la disponibilità a sgomberare territori e insediamenti: attentatori suicidi che cercano costantemente di aggirare la nostra staccionata, razzi Katyusha che piovono sul tetto, missili Qassam che entrano dalle finestre, Hezbollah che prende a calci la porta sul retro e il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad che minaccia di far saltare l’intero edificio. Questa è la realtà che gli israeliani si sono ritrovati davanti, ogni mattina, negli ultimi quindici anni e questa è la realtà che ha forgiato il risultato del 10 febbraio.
Vuol dire che il processo diplomatico è finito? No, ma il fatto che la Livni non potrà formare una coalizione di governo senza partiti di destra indica che gli israeliani vogliono imboccare una nuova direzione. Hanno la sensazione che la strada attuale del negoziato con un’Autorità Palestinese priva di vera autorità sui palestinesi abbia poso senso, ed esigono maggiore reciprocità.
È stato scritto tantissimo, in questi anni, su quanto fossero frustrati i palestinesi per il fatto che un processo di pace di più di dieci anni non avrebbe portato alcun reale cambiamento nella loro vita. Le elezioni del 10 febbraio e il rafforzamento della destra – nonostante la vittoria di stretta misura della Livni – dimostrano quanto sono frustrati gli israeliani per il fatto che un processo di pace di più di dieci anni non ha migliorato affatto la loro vita, per cui ora sono molto scettici rispetto a tale processo, e sono alla ricerca di nuove direttrici.
Qualcuno dirà che il 10 febbraio gli israeliani non hanno fatto nient’altro che votare le loro paure. E già. E per dire la verità c’è sicuramente di che aver paura, quaggiù, per gli israeliani. Anzi, oggi ci sono più motivi di paura che di speranza per gli israeliani. Se i leader arabi e palestinesi intonassero una litania diversa da quella cantata finora, e se i loro comportamenti fossero coerenti e compatibili con questa nuova musica, allora gli israeliani – che per la grande maggioranza vogliono sinceramente la pace e sono disposti ad accettare la soluzione “due popoli-due stati” – li abbraccerebbero, come si è visto in passato.
Ma gli israeliani, come dimostrano queste elezioni, sono diventati molto sospettosi e aspettano di vedere se palestinesi e mondo arabo saranno all’altezza della situazione e imboccheranno davvero una nuova strada.

(Da: Jerusalem Post, 11.02.09)

Nella foto in alto: Herb Keinon, autore di questo articolo