I mille misteri dei (tanti) soldi di Arafat

Secondo una stima prudente, la somma totale posseduta da Arafat in vari luoghi del mondo si aggirerebbe attorno a un miliardo di dollari.

image_430Sull’onda delle instabili condizioni di Yasser Arafat, si vanno moltiplicando le voci circa ingenti fondi che finora erano nelle mani del presidente dell’Autorità Palestinese e che vari soggetti palestinesi starebbero cercando di individuare. Nel frattempo, si accavallano notizie circa una dura lotta di potere tra la moglie di Arafat, Suha, e il consigliere economico Mohammed Rashid, che si trova a Parigi.
Secondo una stima prudente, la somma totale posseduta da Arafat in vari luoghi del mondo si aggirerebbe attorno a un miliardo di dollari, per lo più costruita con soldi evidentemente portati fuori dai territori e ritirati da conti dell’Autorità Palestinese tra il 1995 e il 2000.
Secondo un rapporto del Fondo Monetario Internazionale, che esaminava i conti dell’Autorità Palestinese e, in particolare, le attività del Palestinian Commercial Services Co. (la principale agenzia di Rashid, che controlla i monopoli del cemento, del tabacco e delle forniture per l’edilizia nei territori), l’astronomica cifra di 897,6 milioni di dollari accumulata dalla PCSC e dalle sue derivate durante quegli anni venne fatta sparire nel 1999 dalla tesoreria palestinese e trasferita su conti misteriosi.
Tutti i tentativi di rintracciare quel denaro non sono arrivati a nulla, ma diversi mesi dopo il rapporto dell’FMI (steso a metà 2003), un inquirente francese avviò un’inchiesta su sospetti di riciclaggio di denaro sporco in relazione a conti intestati a Suha Arafat in Francia e Svizzera. La Arafat sostenne che le indagini erano state innescate da informazioni fornite alle autorità francesi “dal governo Sharon”. In ogni caso l’indagine è continuata, anche se i suoi risultati non sono noti. Quello che si sa è che la somma scoperta sui suoi conti ammontava 11,5 milioni di dollari.
Secondo il rapporto del FMI, intitolato “Cisgiordania e Gaza: performance economica, riforme e conflitti”, quando l’Autorità Palestinese venne colpita da una recessione all’inizio dell’intifada Al Aqsa, e in particolare dopo che Israele congelò i trasferimenti del gettito fiscale riscosso, circa 119 milioni di dollari tornarono sui conti correnti operativi dell’Autorità Palestinese, ma nessuna notizia si ebbe dei restanti più o meno 778 milioni di dollari.
Funzionari internazionali, soprattutto quelli dei paesi che donano soldi all’Autorità Palestinese, richiesero che Arafat ritornasse i soldi sui conti dell’Autorità Palestinese, specie dopo che si diffusero all’interno dei paesi donatori critiche circa il controllo troppo blando sui conti dell’AP durante gli anni di Oslo, e l’accusa di Israele che le donazioni venissero usate per finanziare attività terroristiche.
I soldi trasferiti su misteriosi conti non sembrano essere le sole somme che Arafat ha portato fuori dai territori. Il rapporto del FMI afferma esplicitamente che le somme sottratte non comprendono le entrate fiscali dell’AP, sulle quali non è stato possibile trovare alcuna documentazione, né gli investimenti che Mohammed Rashid ha fatto esclusivamente al di fuori dei territori. Altri soldi che potrebbero essere scomparsi dai conti dell’AP derivano da varie tasse imposte ai burocrati dell’AP nel corso degli anni.
Almeno nel caso della nave cargo Karin A (catturata nel 2002 dagli israeliani nel Mar Rosso mentre trasportava verso i territori palestinesi un ingente carico di armamenti) si sa che l’acquisto della nave fu gestito dal tesoriere delle forze di sicurezza palestinesi, Fuad Shubaki, oggi in carcere a Gerico. Ma non è chiaro da dove venissero i milioni di dollari usati per comprare le armi in Iran.
I soldi scomparsi, inoltre, non comprendono le entrate dei monopoli dell’AP tra l’inizio dell’intifada e la fine del 2003, quando vennero posti sotto il patrocinio del Palestine Investment Fund, che appartiene all’AP ed è sotto la guida del ministro delle finanze Salam Fayyad.
Fino a due settimane fa Mohammed Rashid faceva parte del board of directors del Palestine Investment Fund, ed era membro di tutte le sue commissioni. Immediatamente dopo le notizie circa il deterioramento delle condizioni di salute di Arafat, Rashid si dimise da questo fondo, che consolida investimenti da lui fatti negli anni. Il fondo venne creato su behest dei paesi donatori che esigevano riforme radicali e che ingaggirono agenzie internazionali di contabilità per controllare il patrimonio di Rashid. Al dicembre 2003 il fondo riportò beni per un valore di 799 milioni di dollari. Le somme nel fondo sono sotto la supervisione continua di Fayyad e del suo board of directors e non possono essere ritirate senza il consenso del board.
Altri punti interrogativi riguardo ai beni e denari posseduti da Arafat, sono quelli che riguardano i conti che Olp e Fatah (entrambe sotto la presidenza di Arafat) gestivano in modo separato da quelli dell’AP. Le dimensioni e le origini dei soldi su questi conti non è mai stata accertata del tutto.

(Arnon Regular su Ha’aretz, 8.11.04)