I mullah nello spazio

I leader iraniani sono spinti da imperialismo messianico

Da un editoriale del Jerusalem Post

image_2224Sabato scorso era il giorno 15 del mese islamico di Shaban. Si tratta di uno dei giorni più santi del calendario sciita: il compleanno del Dodicesimo Imam, ovvero il salvatore nascosto noto come il Mahdi. Il ritorno del Mahdi alla fine della storia annuncerà l’avvento dell’era messianica. Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad è un devoto seguace dell’Imam nascosto e ha speso una fortuna per il restauro della moschea di Jamkaran, alle porte di Qom, dedicata al Mahdi.
Alle 19.06 di sabato scorso Ahmadinejad ha commemorato il compleanno del Dodicesimo Imam lanciando nello spazio un satellite interamente di fabbricazione iraniana chiamato Omid (Speranza): un evento inteso anche a sottolineare fin dove possa arrivare l’Iran nonostante sia sottoposto a “pesanti sanzioni”, per dirla coi mass-media iraniani. Anche i militari iraniani hanno esplicitamente colto il significato della data scelta per il lancio, “nell’anniversario della nascita dell’ultimo imam degli sciiti Hazrat Mahdi (che Iddio ne affretti l’avvento), illustrando in questo modo il nome di buon augurio dell’imam nello spazio”.
Può darsi che questi riferimenti messianici sfuggano agli occidentali, il che però non li rende meno coerenti.
Il lancio di sabato potrebbe anche avere lo scopo di dissuadere Israele dall’attaccare gli impianti nucleari iraniani, e di annunciare che l’Iran è già una potenza regionale con cui fare i conti. Talvolta la geografia è più coerente dell’ideologia. La Russia è stata una grande potenza sotto gli zar, sotto i comunisti e oggi di nuovo sotto il popolare autocrate Vladimir Putin. La Persia un tempo si espanse a ovest nel Medio Oriente fino a creare un impero che comprendeva Egitto, Babilonia e colonie greche in Anatolia Asia Minore. Intorno al 539 a.e.v. l’imperatore Ciro il Grande accordò agli ebrei il diritto di riedificare il Tempio di Gerusalemme demolito mezzo secolo prima da Nabuccodonosor. Purtroppo il leader odierno dell’Iran ha in mente ben altri piani per gli ebrei.
Se Teheran dovesse conseguire l’egemonia regionale, la cosa avrebbe conseguenze profondamente destabilizzanti giacché i mullah sono spinti non solo dalla geografia, dalla politica e dal nazionalismo, ma anche da un sentimento di invincibile imperialismo messianico. Le loro ambizioni potrebero mirare ben oltre i confini di questa regione.
Il minuscolo satellite Omid da 20 kg non preoccupa granché gli osservatori israeliani, uno di loro l’ha chiamato addirittura “ciarpame spaziale”. E ci vorrà un po’ prima che gli analisti stabiliscano se il satellite ha raggiunto un’orbita stabile. In caso contrario, tutto lo sforzo verrebbe giudicato un fallimento.
Ma Safir (Inviato), il vettore che ha portato Omid nello spazio, è una versione migliorata del missile Shihab-3 che ha una gittata già dimostrata di circa 1.500 km, in grado cioè di raggiungere Israele. D’altra parte è da tempo che Israele è alla portata dei missili iraniani.
Il messaggio implicito nell’ultimo lancio potrebbe essere diretto anche all’Europa: la Repubblica Islamica dispone già di missili terra-terra capaci di raggiungere parti dell’Europa. È solo questione di tempo prima che lo Shihab-4 arrivi anche oltre.
Inoltre i successi spaziali dell’Iran gettano luce anche sulle dimensioni del complesso militare industriale del paese. Ahmadinejad si è vantato di avere 7.000 scienziati e ingegneri coinvolti nel progetto del satellite. L’Iran ha miniere di uranio e impianti per il suo arricchimento tali da produrre una reazione nucleare controllata, e ha le competenze necessarie per militarizzare queste risorse. Dunque appare assai ben posizionato per conseguire la capacità di piazzare un ordigno nucleare nella testata di un missile balistico.
L’Iran è esplicitamente votato alla distruzione di Israele, per cui Gerusalemme deve preoccuparsi giorno e notte per il programma nucleare di Teheran. Allo stesso tempo, il complesso militare industriale iraniano è così vasto, avanzato e diversificato da rendere incredibilmente complicato qualunque estremo ricorso all’azione militare.
Nel frattempo l’Europa e la comunità internazionale continuano a gingillarsi anziché applicare quel tipo di sanzioni efficaci che potrebbero costringere i mullah a riconsiderare i loro bellicosi propositi. Così la comunità internazionale, sottraendosi oggi a un confronto con l’Iran, prepara il terreno per un futuro molto più pericoloso, e non solo per Israele.
Non è chiaro quanto i mullah siano già forti, imbaldanziti e belligeranti. La minaccia alla pace mondiale cresce in ragione esponenziale ogni mese e ogni settimana che passa. Dunque o si riesce a mandar via questo regime iraniano, oppure bisogna sviluppare una strategia per garantire che Teheran non possa conseguire la capacità militare sufficiente per perseguire le sue aspirazioni imperiali. In realtà non ci sono altre opzioni concrete.

(Da: Jerusalem Post, 19.08.08)

Nella foto in alto: Il lancio di sabato scorso, alla tv iraniana