I nemici d’Israele hanno ormai “sdoganato” l’uso di armi chimiche in Medio Oriente

Le potenze del mondo si sono giocate ogni capacità di deterrenza, e Israele deve prenderne atto

Di Alex Fishman

Alex Fishman, autore di questo articolo

Alex Fishman, autore di questo articolo

La scorsa settimana James Clapper, direttore dell’Intelligence nazionale americana, ha recapitato un pubblico avvertimento strategico ai paesi del Medio Oriente: gli Stati Uniti non sono realmente in grado di influire sulla proliferazione nucleare. Non possiamo aiutarvi contro un nemico nucleare, ogni paese deve fare da sé.

Il messaggio è stato trasmesso, tra le righe, durante un discorso che Clapper ha tenuto presso un istituto di ricerca a New York durante il quale ha annunciato che il tentativo di ottenere che la Corea del Nord rinunci a tutte le sue armi nucleari è verosimilmente una “causa persa”, come l’ha definita lui esso. In sostanza, ha detto che gli Stati Uniti sono scesi a patti con la presenza di bombe atomiche in Corea del Nord. I funzionari del Dipartimento di stato hanno colto il senso di questi commenti e si sono affrettati a dichiarare che gli Stati Uniti sono determinati a ottenere la denuclearizzazione della penisola coreana. Ma c’è qualcuno gli creda?

Alti rappresentanti israeliani ricordano ancora come i presidenti americani spiegavano loro, una decina di anni fa, che la Corea del Nord non avrebbe mai avuto l’arma nucleare. Oggi, l’accordo nucleare con l’Iran rappresenta una replica della vicenda nucleare nordcoreana e, dal punto di vista di Israele, l’affermazione di Clapper segna la ripresa della corsa agli armamenti non convenzionali in Medio Oriente.

22 ottobre: forze irachene con maschere anti-gas schierate a Qayyarah, a sud di Mosul

22 ottobre: forze irachene schierate con maschere anti-gas a Qayyarah, a sud di Mosul

Secondo la valutazione dei funzionari della difesa israeliana, non appena verranno tolte le restrizioni bancarie sull’Iran, Teheran inizierà a violare l’accordo sul nucleare. Tutti gli occhi sono puntati su tre paesi: Arabia Saudita, Egitto e Turchia. Su Egitto e Turchia, per accertarsi che non permettano a un regime sciita di ottenere l’arma nucleare; e sull’Arabia Saudita, che ha già acquistato dal Pakistan i diritti per una bomba atomica. Il Medio Oriente sta per entrare in una classica corsa agli armamenti non convenzionali, e Israele deve ansiosamente attrezzarsi per la nuova era.

Se parliamo, in particolare, di armi chimiche, la regione è già fuori controllo. Alla fine dell’ottobre 2002, il mondo rimase scioccato nell’apprendere che 129 innocenti erano morti soffocati dopo che le forze speciali russe avevano pompato un agente chimico nel sistema di ventilazione nel teatro Dubrovka di Mosca, nel quadro di un blitz contro terroristi suicidi ceceni che avevano preso l’edificio con centinaia di ostaggi. Oggi quella sostanza letale viene abitualmente utilizzata dai militari russi, mentre il governo siriano accusa i ribelli di usare agenti chimici. Denunce sacrosante…

Nei mass-media arabi è in corso una polemica su chi abbia avvelenato, alcuni giorni fa, 35 residenti del quartiere al-Hamdaniya di Aleppo: i ribelli sostengono che è stata l’aviazione siriana a gettare barili esplosivi tossici, mentre il regime siriano dice che sono stati i ribelli a sparare proiettili d’artiglieria tossici. Una commissione incaricata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di indagare sull’uso di armi chimiche ha riferito, a fine agosto, che il ricorso ad armi chimiche nei combattimenti in Siria è dilagato, mentre lo scorso ottobre un rapporto dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per la proibizione delle armi chimiche ha stabilito che il governo siriano continua a compiere attacchi con gas tossici.

Israele: esercitazioni della difesa civile in caso di guerra non convenzionale

Le armi chimiche minacciano di diffondersi anche in Iraq. La scorsa settimana la stampa americana ha pubblicato immagini di soldati a sud di Mosul con indosso le maschere antigas. Il timore che l’ISIS utilizzi agenti chimici durante la battaglia per Mosul non è teorico: prove della presenza di gas mostarda sono state trovate in uno dei villaggi che l’ISIS controllava nella zona, e secondo organizzazioni di intelligence occidentali uno dei comandanti dell’ISIS nella città è un soldato che ha servito nelle unità chimiche dell’esercito di Saddam Hussein (quello che nel 1988 a Halabja usò gas al cianuro contro la popolazione curda irachena causando migliaia di morti).

E così la guerra chimica è diventata una sorta di una routine, in Medio Oriente, e si è ormai dissolta la minaccia deterrente delle potenze mondiali nei confronti degli elementi locali che si procurano e utilizzano agenti chimici. Minaccia deterrente che raggiunge il suo apice nel 2013, quando l’amministrazione americana minacciò di attaccare il regime di Assad se avesse continuato a colpire i propri cittadini con mezzi chimici. Ma non lo fece, e oggi di quella risolutezza americana non resta nulla. Anche la collaborazione con i russi è franata, e non c’è più una potenza mondiale in grado di tenere l’area sotto controllo.

Il risultato di tutto questo è che Israele si trova ad affrontare una situazione in cui i suoi potenziali nemici – stati e gruppi islamici estremisti – hanno trasformato le armi chimiche in uno strumento di guerra “legittimo”.

(Da: YnetNews, 1.11.16)