I parlamentari arabi israeliani hanno fatto cadere il governo e ora fanno gli offesi

Cosa hanno ottenuto? Alla fine è caduta anche la Knesset e ora avremo un governo con Smotrich e Ben-Gvir e una Knesset senza Meretz né Balad

Di Uri Misgav

Uri Misgav, autore di questo articolo

Odeh Bisharat è un narratore di talento. Non c’è cuore che non tremi dopo aver letto il suo ricordo delle lacrime della nonna quando fu costretta a lasciare il villaggio di Ma’aloul nell’estate del 1948. Sul fatto che molti palestinesi nella Valle di Jezreel (Esdrelon) e nella Bassa Galilea si unirono ai mercenari del (siriano) Fawzi al-Qawuqji in una una guerra per l’annientamento dei loro vicini ebrei, in risposta al piano di spartizione proposto dalle Nazioni Unite, non sprecherà mai una parola. È un suo diritto (si chiama narrazione) e comunque il presente e il futuro sono più importanti del passato.

Quando Yair Lapid non ha invitato la Lista (araba) Congiunta a una riunione delle formazioni di opposizione, Bisharat ha scritto: “Ti offri di aiutare il tuo vicino a spingere la sua macchina in panne e lui, con patriottico orgoglio, rifiuta il tuo aiuto” (Ha’aretz, 14 novembre). Non c’è nessuno bravo come Bisharat quando si tratta di allegorie, proverbi e arguzie. A volte mi chiedo solo se in casa sua ci sia uno specchio, perché la vera allegoria è la seguente: vai ad aiutare il tuo vicino a spingere la sua auto in panne dopo che gli hai bucato le gomme, bloccato il carburatore, versato sabbia nel serbatoio e dulcis in fundo gli hai sputato sul parabrezza e lui, con quel che gli resta della sua dignità, rifiuta.

Odeh Bisharat, insegnante, editorialista di Ha’aretz

Giacché è questo che hanno fatto i politici arabi, caro Bisharat. Sin dal primo momento in cui è stata formata la coalizione “del cambiamento” guidata da Yesh Atid in partnership con Laburisti e Meretz, che per la prima volta comprendeva anche un partito arabo, vi siete scatenati. I parlamentari arabi hanno votato contro il giorno in cui la coalizione si è presentata alla Knesset. Insieme ai fan di Netanyahu, agli haredim (ultra-ortodossi) e agli hardalim (sionisti religiosi estremisti), hanno fatto di tutto per determinarne il fallimento e la caduta lavorando spalla a spalla con gli estremista di destra Bezalel Smotrich e Itamar Ben- Gvir. Hanno proclamato che preservare la democrazia e lo stato di diritto è una faccenda ebraica, che impedire a Netanyahu di tornare al potere non era una loro preoccupazione e che Ben-Gvir non li spaventa più di Benny Gantz. Hanno definito la maggioranza assennata e moderata del nostro campo “la sedicente sinistra sionista supponente e ipocrita”. Hanno definito Mansour Abbas un “collaborazionista” e Lapid un “assassino di bambini” (in un videoclip elettorale!). Dunque, com’è che ora fai l’offeso, caro Bisharat?

Quanto a me, in effetti ho alzato un sopracciglio quando Lapid non ha invitato la lista araba Hadash-Ta’al al mesto ricevimento dell’opposizione. Penso che sia stato un errore. Poi, ripensandoci, mi sono detto che Ayman Odeh e Ahmad Tibi non sarebbero venuti comunque. Il giorno dopo, tu stesso Bisharat hai confermato la cosa: “Se Lapid si fosse degnato di invitare Odeh e Tibi a quell’incontro – hai scritto – avrei consigliato loro di non partecipare”.

1919: il parlamentare arabo israeliano Ayman Odeh, leader della Lista (araba) Congiunta, celebra Khalida Jarrar, esponete del gruppo FPLP, nel giorno della sua scarcerazione. L’FPLP è designato terrorista da Usa e Unione Europea

Ovvio. Dopotutto i membri della Lista (araba) Congiunta si sono rifiutati persino di partecipare al funerale di Shimon Peres (“il padre degli insediamenti”, “un perpetuatore dell’occupazione”). Durante la guerra civile in Siria hanno preso le parti di Bashar Assad. In Ucraina sostengono Putin “contro l’imperialismo occidentale”. A Nablus il loro cuore palpita per “i nostri shahid” (martiri). E quando le dimensioni del disastro elettorale sono diventate chiare, Hanin Majadli si è affrettata a scrivere su Ha’aretz, con tipica schadenfreude (compiaciuta malizia): “vi meritate Ben-Gvir e Smotrich”.

Se dieci porzioni di vittimismo, sprezzante purismo e autolesionismo sono discese sul mondo, almeno nove di esse se le sono aggiudicate i devoti dell’ultra-nazionalismo palestinese e i vaneggiatori di un unico stato tra il fiume Giordano e il mar Mediterraneo. Ovviamente ci sono anche ebrei che la pensano così: un manipolo chiassoso di persone avulse dalla realtà, sopraffatte da adulazioni e sensi di colpa e da un odio ardente per chiunque non si connetta alla teoria a fasi di Balad e all’ardimento degli eroi della “Fossa dei leoni”.

Ecco il vero razzismo, ecco la condiscendenza: percepire i politici arabi come dei minorenni svampiti che un ebreo non ha il diritto di criticare o giudicare. La politica e l’arte di governo vedono in campo interessi particolari, equilibri di potere, alleanze, pragmatismo. Cosa hanno fatto i parlamentari arabi, caro Bisharat? Cosa hanno ottenuto facendo cadere il governo? Alla fine la Knesset è caduta insieme al governo e ora avremo un governo con Smotrich e Ben-Gvir e una Knesset senza né Meretz né Balad.

(Da: Ha’aretz, 17.11.22)