I terroristi scarcerati tornano sempre al terrorismo

Calate nel 2006 le vittime israeliane nonostante laumento dei tentativi stragisti palestinesi

image_1539I terroristi palestinesi scarcerati nel quadro di accordi di scambio “tornano sempre al terrorismo”. Lo ha affermato domenica un alto ufficiale del Comando Centrale delle Forze di Difesa israeliane commentando con i giornalisti l’ipotesi di ampie scarcerazioni di detenuti palestinesi (anche colpevoli di reati di sangue) in cambio della liberazione dell’ostaggio israeliano Gilad Shalit trattenuto da terroristi palestinesi nella striscia di Gaza dal 25 luglio scorso.
L’ufficiale ha detto che nel 2006 si è registrato un incremento significativo delle attività terroristiche palestinesi in Cisgiordania tanto che Israele teme lo scoppio di una nuova intifada.
Stando alle informazioni in possesso dell’ufficiale israeliano, almeno tre alti esponenti della Jihad Islamica palestinese, scarcerati nel 2003 (in cambio del faccendiere israeliano Elhanan Tannenbaum in ostaggio di Hezbollah in Libano e dei corpi di tre soldati uccisi da Hezbollah al confine nel 2000, dopo il ritiro di Israele dal Libano), sono attualmente implicati nella costruzione del gruppo terroristico a Nablus (Cisgiordania settentrionale). I tre – Muataz Halil, Hasin Garda’at e Muza’at Saba – collaborano anche alla costruzione di strutture terroristiche nella zona di Hebron (Cisgiordania meridionale). “Questo è quello che succede quando i terroristi vengono scarcerati con questo genere di scambi – spiega l’ufficiale – Essi tornano immediatamente alle attività terroristiche”.
Secondo l’ufficiale, dopo l’entrata in vigore della “tahadiyeh” (periodo di calma) in Cisgiordania nell’anno del ritiro israeliano dalla striscia di Gaza, i gruppi palestinesi hanno continuato a rafforzarsi militarmente in preparazione di un nuovo round di violenze. Durante il periodo della “tahadiyeh”, fra gennaio e settembre 2005, le Forze di Difesa israeliane evitarono di entrare nelle città di Cisgiordania. Tuttavia, sottolinea l’ufficiale, lo strumento più efficace a disposizione delle forze di sicurezza israeliane nella lotta al terrorismo rimane quello della possibilità di operare con relativa libertà di movimento all’interno delle città palestinesi. Infatti, una volta collassata la tregua, fu necessario utilizzare un maggior numero di truppe per riprendere le operazioni preventive in quelle aree. “Arrivammo a dover schierare un intero battaglione in una città come Qabatiya, presso Jenin, e ancora incontravamo fuoco nemico – racconta l’ufficiale per illustrare la situazione subito dopo l’intervallo della “tahadiyeh” – Oggi siamo tornati a una situazione in cui possiamo operare quegli arresti di terroristi in procinto di compiere attentati usando solo un paio di jeep di soldati”.
Nel 2006 si sono registrati 593 attacchi con armi da fuoco e circa 400 con ordigni esplosivi (di cui 303 fatti brillare dagli artificieri israeliani) contro i 149 ordigni dell’anno precedente.
Nonostante l’aumento del numero di tentativi, il 2006 è stato un anno di successi delle Forze di Difesa israeliane nello sventare gli attentati terroristici palestinesi e nell’impedire infiltrazioni di terroristi. L’ufficiale ha riferito che durante l’anno trascorso sono stati sventati in tempo non meno di 187 attentati suicidi, fino a quello di domenica scorsa con l’arresto a Nablus di sei palestinesi in possesso di due cinture esplosive destinate a fare strage fra civili israeliani.
Due invece gli attentati perpetrati con “successo” nel 2006 da terroristi palestinesi provenienti dalla Cisgiordania, e 11 gli israeliani uccisi. Nel 2005 erano state uccise 21 persone in cinque attentati; nel 2004, 42 persone in sette attentati; nel 2003, 137 persone in 18 attentati e nel 2002 erano morte 234 persone in 62 attentati riusciti. Entrambi gli attentati del 2006 hanno avuto luogo nello stesso quartiere della parte sud di Tel Aviv. Il primo ha causato solo feriti e mutilati, il secondo ha mietuto le 11 vite.
“Se siamo riusciti ad abbattere il livello del terrorismo all’interno dei centri abitati palestinesi – ha ribadito l’ufficiale – è stato grazie alla nostra continua presenza e alle operazioni non-stop che compiamo all’interno delle città, come quella di giovedì scorso a Ramallah”, benché sfociata in un duro scontro a fuoco.
Grazie a queste operazioni, nel 2006 le Forze di Difesa israeliane hanno fermato 4.110 palestinesi imputati di attività terroristiche contro i 3.062 fermati nel 2005 e i 3.737 del 2004.
Negli scontri a fuoco del 2006 in Cisgiordania, la forze israeliane calcolano d’aver abbattuto 130 palestinesi armati e d’aver involontariamente causato la morte di otto palestinesi non combattenti.
Secondo i militari, il calo di attentati “riusciti” è in parte dovuto ai severi colpi inferti alla struttura della Jihad Islamica nella Cisgiordania settentrionale. Nel corso del 2006, 33 terroristi del gruppo jihadista filo-iraniano sono stati uccisi o arrestati. Altri sono ancora latitanti e cercano di reclutare nuove forze, ma si stima che l’efficienza del gruppo abbia subito un duro colpo.
Finora le Forze di Difesa israeliane sono riuscite anche a sventare quasi tutti i tentativi palestinesi di produrre e lanciare missili Qassam dalla Cisgiordania verso Israele, sull’esempio di quanto fanno incessantemente i gruppi palestinesi della striscia di Gaza.
Una novità registrata nel 2006 è il ruolo crescente dei gruppi terroristici di Gaza nel controllare quelli in Cisgiordania. Anche il ruolo dell’Hezbollah libanese in Cisgiordania ha conosciuto un incremento, dopo il calo registrato nel 2005.
Le Forze di Difesa israeliane ritengono di aver conseguito buoni risultati anche nell’intercettare i fondi diretti a gruppi terroristici di Cisgiordania, sebbene non siano disponibili dati del tutto completi: la stima è che vi sia stato un crollo del 75% nell’afflusso di denari ai gruppi terroristi in Cisgiordania.
L’attività anti-terrorismo non può tuttavia contare granché sulle forze di sicurezza dell’Autorità Palestinese, che pure dovrebbero dedicarvisi in base a tutti gli accordi sottoscritti, compresa la Road Map. Secondo l’ufficiale israeliano, le forze di sicurezza palestinesi in Cisgiordania sono anzi largamente “contagiate” da elementi terroristi. “Non c’è nessuna branca delle forze di sicurezza ufficiali palestinesi che non sia infestata di terroristi – ha detto l’alto ufficiale israeliano – Il nostro vero problema è che i terroristi trovano sempre santuari all’interno delle strutture dell’Autorità Palestinese”.

(Da: Ha’aretz, Jerusalem Post, 8.01.07)

Nella foto in alto: Due cinture esplosive da attentato suicida trovate domenica mattina a Nablus in possesso di sei palestinesi Tanzim (Fatah) arrestati per terrorismo.