Il ’48 secondo Abu Mazen: all’Onu dice una cosa, alla tv palestinese un’altra

Alle Nazioni Unite si presenta come un profugo “sradicato e gettato in esilio”, ma lui stesso ha raccontato che non furono gli israeliani a cacciare gli arabi da Safed

Abu Mazen alla TV palestinese, 1 gennaio 2013

Lo scorso 26 settembre il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen), parlando all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha affermato:

“Io personalmente sono una delle vittime della Nakba [“catastrofe”, il termine con cui i palestinesi indicano la creazione dello Stato di Israele], in mezzo alle centinaia di migliaia di persone del mio popolo sradicate nel 1948 dal nostro bellissimo mondo e gettate nell’esilio”.

Lo stesso Abu Mazen, tuttavia, all’inizio di quest’anno, raccontando alla tv ufficiale palestinese come avvenne che lui e altri arabi lasciarono nel 1948 la città nativa di Safed, una città mista arabo-ebraica nel nord di Israele, non aveva detto che lui e gli altri erano stati “sradicati e gettati in esilio”. Aveva invece affermato che se n’erano andati di propria iniziativa spinti dalla paura, spiegando che all’epoca gli arabi di Safed temevano una vendetta da parte degli ebrei per via dei “massacri” del 1929 subiti dagli ebrei “in modo particolarmente grave” a Safed e a Hebron. Per questo, aveva spiegato Abu Mazen, e non perché fossero stati cacciati dalle forze sioniste, gli abitanti arabi palestinesi avevano abbandonato Safed di propria iniziativa “sopraffatti da questa paura” che li spinse a “lasciare la città in modo disordinato”.

Questa la parte saliente (sottotitolata in inglese da Palestinian Media Watch) dell’intervista di Abu Mazen alla tv dell’Autorità Palestinese (1 gennaio 2013) in cui il presidente palestinese spiega come e perché gli arabi abbandonarono Safed nel 1948:

«L’Esercito di Liberazione [arabo] si ritirò dalla città [di Safed, nel 1948], causando l’inizio dell’emigrazione della gente [araba]. A Safed, così come a Hebron, la gente temeva che gli ebrei si sarebbero vendicati per il massacro del 1929. Il massacro del 1929 era stato particolarmente grave a Safed e a Hebron. Ricordiamo i tre uomini di queste città che furono giustiziati: Ataa al-Zir, Jamjoum e Fuad Hijazi. Hijazi era di Safed, gli altri due di Hebron. La gente [di Safed, nel 1948] fu sopraffatta dalla paura e questo la spinse a lasciare la città in modo disordinato». (Da: TV dell’Autorità Palestinese, 1.01.13)

Abu Mazen fa riferimento a tre arabi palestinesi – Muhammad Jamjoum, Fuad Hijazi e Ataa Al-Zir – che vennero giustiziati nel 1930 dai tribunali del Mandato Britannico perché, stando al rapporto inoltrato all’epoca dal Governo britannico alla Società delle Nazioni, ritenuti colpevoli d’aver “commesso omicidi particolarmente spietati a Safed e a Hebron” contro civili ebrei e soldati britannici durante i pogrom del 1929 (costati la vita a 83 ebrei).

Questo non è certo l’unico caso in cui gli stessi palestinesi hanno riconosciuto che l’esodo dei profughi nel 1948 avvenne per ragioni diverse da quelle ufficialmente proclamate dalla propaganda anti-israeliana (che accusa Israele d’aver attivamente cacciato i palestinesi con una premeditata politica di “pulizia etnica”). Alcuni di loro accusano i notabili arabi locali, altri danno la colpa a governi ed eserciti dei paesi arabi circostanti (che attaccarono Israele per impedire la spartizione votata all’Onu). Un esempio recente è l’intervista a questo palestinese:

«Reporter della TV dell’Autorità Palestinese: “Come abbandonaste [il villaggio di] Bir Ma’in? Avete subito la Nakba?”

Residente del campo palestinese di Qalandiya, in Cisgiordania: “Sì, sono venuto via quando avevo vent’anni. Venimmo via, voglio dire, e quello che ci fece partire fu l’esercito giordano, perché ci sarebbero state delle battaglie e noi saremmo stati sconfitti. Ci dissero: andatevene, in due ore lo libereremo [il villaggio] e allora ritornerete. Partimmo con i soli vestiti, non prendemmo nulla perché dovevamo tornare dopo un paio d’ore. A che scopo portare qualcosa? Oggi stiamo ancora aspettando quelle due ore”.» (Da: TV dell’Autorità Palestinese, 15.05.13)

Cliccare qui per vedere altre testimonianze di arabi (tradotte in inglese da PMW) sui motivi che causarono il loro esodo durante la guerra araba contro Israele del 1948.

(Da: PMW Bulletin, 10.10.13)