Il capo di Hamas l’aveva detto: “Usate asce e mannaie”

Con l’ennesima efferata aggressione a Elad, torna in primo piano il devastante ruolo dei boss terroristi che istigano e fomentano le peggiori violenze

Sinwar: “…e chi non ha un’arma da fuoco deve preparare la mannaia, l’ascia o il coltello”

Dopo l’arresto dei due terroristi palestinesi autori dell’agghiacciante attentato di giovedì sera a Elad, dove hanno trucidato a colpi di mannaia e coltello tre civili israeliani, il primo ministro israeliano Naftali Bennett ha dichiarato: “Avevamo promesso che li avremmo presi e l’abbiamo fatto, ma la loro cattura non basta: questi terroristi sono stati istigati a uccidere con una ferocia inimmaginabile. Siamo alla vigilia di una nuova fase nella guerra contro il terrorismo. Non permetteremo che altri vengano istigati a distanza: non è lecito lanciare un fiammifero e poi sottrarsi alle conseguenze”.

Le parole di Bennett appaiono come un riferimento nemmeno tanto velato al capo di Hamas nella striscia di Gaza, Yahya Sinwar, che pochi giorni prima dell’attacco terroristico a Elad aveva tenuto un comizio incendiario durante il quale aveva esplicitamente esortato i palestinesi a compiere attentati “con armi da fuoco, mannaie, asce e coltelli”.

Come si può vedere nel video dell’emittente al-Jazeera (diffuso con sottotitoli in inglese dal Middle East Media Research Institute), nel suo discorso del 30 aprile Sinwar ha proclamato:

“Il nostro popolo sotto occupazione all’interno [di Israele] nel Negev, nella regione del Triangolo, in Galilea, a Haifa, Giaffa, Acco e Lod… chiunque abbia una arma da fuoco deve prepararla, e chi non ha un’arma da fuoco deve preparare la mannaia, l’ascia o il coltello”.

“Non aspettare una decisione da parte di nessuno – ha specificato il capo di Hamas – Le operazioni solitarie si sono dimostrate estremamente efficaci. Operazioni solitarie: due o tre persone al massimo, senza farlo sapere a nessuno, senza scrivere nulla a riguardo sulle piattaforme social, perché il nemico è bravo a monitorare le piattaforme social”.

In quel comizio Sinwar ha anche celebrato i terroristi che avevano perpetrato quella stessa mattina un attentato alle porte della comunità ebraica di Ariel, in Cisgiordania, uccidendo un agente di sicurezza israeliano.

Inoltre, accusando “l’entità” (cioè Israele) di voler trasformare il conflitto in una guerra religiosa, il capo di Hamas ha proclamato che Hamas “accetta la sfida”, minacciando di fare “terra bruciata” e “stravolgere la faccia del pianeta”, facendo esplicito riferimento a “migliaia di sinagoghe e templi ebraici in tutto il mondo” e a raffiche di razzi e missili “per commemorare il martirio dell’eterno leader Abu Ammar [Yasser Arafat]”. “Dai satelliti – ha aggiunto – l’intera regione sarà vista avvolta in un incendio furioso”.

Nello stesso discorso, Sinwar ha violentemente attaccato Mansour Abbas, leader del partito arabo islamico Ra’am, accusandolo d’aver commesso “un crimine imperdonabile” con la scelta di rimanere nella coalizione di governo israeliana (accusa peraltro respinta al mittente dall’interessato).

 

Nel suo “testamento politico”, uno dei due terroristi dell’attentato di giovedì a Elad ha affermato che la sua motivazione per darsi al massacro di innocenti passanti ebrei era le presunta minacce alla moschea al-Aqsa di Gerusalemme. I due sono stati catturati senza colpo ferire, per cui questa volta il “testamento” del terrorista è andato a vuoto. Ma anche i terroristi che hanno compiuto il precedente attentato ad Ariel avevano citato come motivazione le cosiddette minacce alla al-Aqsa. “Il che dimostra – osserva Yossi Yehushua su YnetNews – che evidentemente funziona l’istigazione al terrorismo di Hamas che sfrutta il pretesto della moschea di Al-Aqsa”.

(Da: ins.org, YnetNews, israele.net, 5-8.5.22)

 

Emily Schrader: “I social network palestinesi traboccano di vignette che celebrano festosamente l’attacco terroristico in cui 3 israeliani sono stati assassinati a colpi di ascia a Elad, in Israele. Il livello dell’istigazione è assolutamente stomachevole”