Il Consiglio Onu per i diritti umani ha colpito ancora

Il Consiglio Onu per i diritti umani ha condannato Israele più di tutti gli altri paesi del mondo messi insieme. C'è un termine per indicare questo comportamento

Di Clifford D. May

Clifford D. May, autore di questo articolo

Domanda: cosa hanno in comune Eritrea, Mauritania, Somalia, Qatar, Pakistan, Libia e Venezuela? Risposta: sono tutti paesi governati da violatori seriali dei diritti umani più fondamentali. E poi, sì, sono tutti membri del Consiglio Onu per i diritti umani.

Non è una semplice coincidenza. Essere membri del Consiglio Onu per i diritti umani significa non doversi preoccupare del rischio di essere criticati dal Consiglio Onu per i diritti umani. Farne parte comporta anche un ulteriore privilegio: la licenza di diffamare Israele, in realtà l’unico stato in Medio Oriente che garantisce i diritti dei suoi cittadini, che siano ebrei arabi musulmani cristiani o drusi. Il Consiglio Onu per i diritti umani ha condannato Israele più di tutti gli altri paesi del mondo messi insieme. E non ha mai approvato una sola risoluzione che condannasse Cina, Russia, Cuba o Zimbabwe.

Nel 2018 l’amministrazione Trump ha ritirato gli Stati Uniti dal Consiglio Onu per i diritti umani. L’allora ambasciatrice americana presso l’Onu, Nikki Haley, definì l’ente un “protettore dei violatori dei diritti umani e un pozzo nero di pregiudizi politici”. E aggiunse: “L’America non deve garantirgli credibilità”. Da allora il Consiglio Onu per i diritti umani non è migliorato. La scorsa settimana, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet, ha pubblicato una lista nera di 112 aziende che operano in Cisgiordania, tra cui 94 israeliane, sei americane e 12 di altri paesi. “Sono indignato – è stata la reazione del Segretario di stato Usa, Mike Pompeo – Chiediamo a tutti i paesi membri delle Nazioni Unite di unirsi a noi nel rifiutare questa operazione, che facilita la campagna discriminatoria di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) e non fa che delegittimare Israele. I tentativi di isolare Israele vanno contro tutti gli sforzi volti a creare le condizioni che favoriscano negoziati israelo-palestinesi con l’obiettivo di arrivare a una pace globale e duratura”.

Un’illustrazione dal rapporto della Foundation for Defense of Democracies su “gli altri” territori contesi o occupati

Come si sa, quella che oggi chiamiamo Cisgiordania è stata per secoli un possedimento dell’Impero ottomano. Agli inizi del XX secolo l’Impero britannico ne assunse il controllo. Durante la guerra arabo-israeliana del 1948 i giordani si impadronirono della regione, le cambiarono nome – infischiandosene del fatto che fino a quel momento era stata indicata coi nomi di Giudea e Samaria – ne espulsero gli ebrei e profanarono o demolirono i luoghi religiosi ebraici. Gli israeliani la strapparono alla Giordania nella guerra difensiva del 1967.

Quindi, quando qualcuno afferma che la Cisgiordania è “territorio palestinese illegalmente occupato ” non asserisce un fatto, quanto piuttosto una rivendicazione che torna utile a coloro che sono impegnati in una “guerra giuridica ” contro Israele. Chi vuole essere imparziale, parla della Cisgiordania come di un “territorio conteso”. Ciononostante, nel corso degli anni i leader israeliani si sono offerti di consegnarne più del 90% ai palestinesi. Cosa chiedevano in cambio, i leader israeliani? Riconoscimento e coesistenza pacifica con lo stato ebraico. Ma i dirigenti palestinesi hanno respinto tutte quelle proposte. “Non è uno stato ebraico”, ha ribadito di recente il presidente dell’Autorità Palestinese Abu Mazen.

Un rapporto pubblicato il mese scorso dalla Foundation for Defense of Democracies sottolinea che vi sono più di 100 “aree di territori contesi o occupati in tutto il mondo”, come ad esempio Crimea, Cipro settentrionale, Kashmir, Nagorno-Karabakh, Tibet, Sahara occidentale. Le Nazioni Unite e altri soggetti internazionali adottano un set di politiche riguardo a tali territori, e un set distinto e ineguale per i territori sotto controllo israeliano. C’è un termine per indicare questo comportamento: pregiudizio fazioso.

(Da: Israerl HaYom, 21.2.20)