Il governo israeliano appoggia la soluzione “due stati“

Lo ribadisce Ayalon il vice del ministro Lieberman

image_2458Il governo di Benjamin Netanyahu appoggia la soluzione “a due stati” nel contesto della Road Map sponsorizzata dal Quartetto (Usa, Ue, Russia, Onu). Lo ha precisato giovedì in un’intervista al Washington Times Danny Ayalon, il vice del neo ministro degli esteri israeliano Avigdor Lieberman.
Lieberman, ha spiegato Ayalon, ha detto un’altra cosa, ha detto che è contrario ai colloqui con l’Autorità Palestinese emersi ad Annapolis dedicati direttamente sull’accordo sullo status finale, saltando le tappe preliminari previste dalla Road Map.
Secondo Ayalon, la conferenza di Annapolis “ha preso la Road Map è l’ha ribaltata a testa in giù”. “Questo – aggiunge – non solo è contro al logica intrinseca della Road Map, ma si è anche dimostrato un approccio non costruttivo, anzi dannoso: non ne è venuta nessuna soluzione ed solo aumentata la violenza”.
La Road Map (2002) prevede una fase iniziale in cui ai palestinesi viene chiesto di smantellare le strutture del terrorismo, ad Israele di congelare le attività edilizie negli insediamenti e sgomberare gli avamposti illegali. La conferenza di Annapolis (2007), prendendo atto dello stallo negoziale, cercò di passare direttamente ai colloqui sulle questioni centrali del futuro accordo per lo status finale.

(Da: YnetNews, 2.04.09)

Nel discorso pronunciato mercoledì al suo ingresso nel ministero, il neo ministro degli esteri israeliano Avigdor Lieberman aveva detto che considera l’Egitto un importante partner strategico e un importante fattore di stabilità nella regione e oltre. “Sarei lieto di recarmi in visita in Egitto – aveva aggiunto – e sarei lieto che il ministro degli esteri egiziano venisse in visita in Israele. Li rispetto e desidero che ci rispettino. Io sono per la reciprocità”. “Il governo israeliano – aveva sottolineato inoltre Lieberman – è vincolato alla Road Map (2002) ma non ha mai ratificato il testo di Annapolis (2007), e nemmeno la Knesset lo ha fatto, per cui quel documento non ci vincola”. Ricordando che la Road Map prevede innanzitutto lo smantellamento delle strutture terroristiche e la creazione di un governo palestinese affidabile, Lieberman aveva aggiunto: “Non accetteremo di scavalcare tutte le clausole e passare ai negoziati finali”. E aveva concluso: “Non c’è paese al mondo che abbia fatto tante concessioni quanto Israele: dal 1967 abbiamo ceduto territori tre volte più grandi del nostro paese, il processo di Oslo è iniziato nel 1993 ma non vedo la pace. Chi pensa che fare grandi concessioni porti pace e simpatia si sbaglia: al contrario, esse portano più guerra. Pronunciare la parola pace venti volte al giorno non porta alla pace. Per avere il rispetto del mondo bisogna innanzitutto rispettare se stessi”.

Nella foto in alto: Danny Ayalon, il vice del neo ministro degli esteri israeliano Avigdor Lieberman