È il lancio di Qassam la causa di lutti e sofferenze

Pur con ogni cautela, le Forze di Difesa non possono sottrarsi al dovere di bloccare chi attacca civili israeliani

image_1807Un missile Qassam palestinese lanciato martedì mattina dalla parte nord della striscia di Gaza si è abbattuto direttamente sulla camera da letto di un’abitazione a Sderot. Gli abitanti, avendo sentito le sirene d’allarme, avevano fatto in tempo a chiudersi nei rifugi prima che il Qassam arrivasse. Tuttavia un passante è rimasto ferito da schegge a un occhio, altri sono stati soccorsi sotto shock. Ulteriori Qassam venivano lanciati verso i civili israeliani anche martedì pomeriggio e mercoledì mattina.
Solo nell’ultimo mese sono stati circa 300 i missili Qassam e le granate di mortaio lanciati dalla striscia di Gaza (territorio da cui, come si ricorderà, Israele ha ritirato tutti i suoi civili e militari sin dall’agosto 2005).
Nel pomeriggio di mercoledì le Forze di Difesa israeliane, nell’adempimento del loro dovere di proteggere i cittadini israeliani dagli indiscriminati attacchi terroristici, aprivano il fuoco in direzione di alcuni lancia-Qassam posizionati dai terroristi palestinesi nella zona industriale di Beit Hanun, un’area da dove spesso vengono lanciati razzi contro Israele. In quel momento erano stati individuati diversi palestinesi che manovravano i lancia-Qassam. Successivamente le Forze di Difesa israeliane hanno appreso che i palestinesi che armeggiavano attorno ai lancia-Qassam erano giovanissimi adolescenti.
Le Forze di Difesa israeliane esprimono tutto il loro dolore per il cinico ricorso che fanno le organizzazioni terroristiche alla partecipazione attiva di adolescenti nei loro attacchi terroristici.
Una fonte militare israeliana citata da YnetNews sottolinea che i lancia-Qassam costituiscono un obiettivo legittimo delle Forze di Difesa israeliane. “E’ nostro dovere fare tutto il possibile per impedire attacchi su Sderot e sulle altre comunità israeliane attorno alla striscia di Gaza – continua la fonte – Ogni volta che identifichiamo un Qassam o un lancia-Qassam puntato sulle abitazioni israeliane dobbiamo fare di tutto per bloccare l’attacco. Le organizzazioni terroristiche fanno un uso cinico di ragazzini e bambini: li mandano nelle zone dove sono collocati i lancia-Qassam e li mandano a recuperare le armi, sapendo benissimo di metterli in grave pericolo in luoghi dove si trovano i bersagli del fuoco delle nostre forze. In più occasioni abbiamo preferito rinunciare a colpire i bersagli pur di non rischiare di colpire civili. Ma stiamo parlando di una situazione dove è tutto molto incerto. Se si vedono bene civili palestinesi, evitiamo di aprire il fuoco, ma questo non è sempre possibile. In molti casi, dalle indagini su un incidente è emerso che dei civili erano rimasti colpiti perché i terroristi li avevano mandati nelle zone degli scontri, o perché i terroristi si erano mescolati ai civili. Noi – continua la fonte – non abbiamo nessuna intenzione di colpire civili palestinesi. Non sono loro il nostro nemico. Ma è nostro preciso dovere impedire che vengano colpiti civili israeliani, ed è evidente che se non attacchiamo i loro lancia-Qassam, nel giro di pochi minuti o di poche ore iniziano ad arrivare Qassam su Sderot e sulle altre zone abitate israeliane. Anche in futuro non potremo che continuare a colpire e sventare qualunque minaccia contro i cittadini israeliani. Nei casi in cui evitiamo di aprire il fuoco, come Forze di Difesa ci assumiamo una grave responsabilità perché nel giro di pochi minuti una persona o un bambino di Sderot potrebbe essere colpito in un attacco palestinese lanciato esattamente dal sito risparmiato”.
“Siamo vittime dell’occupazione (israeliana) e del cattivo comportamento di militanti che usano a caso la nostra zona per bersagliare Israele”. Lo ha detto mercoledì sera alla Associated Press Wasfi Ghazal, parente di uno dei bambini rimasti uccisi mercoledì nello scontro a fuoco fra terroristi e soldati israeliani.

(Da: Portavoce delle Forze di Difesa israeliane, 30.08.07)

Nella foto in alto: Un’abitazione israeliana recentemente colpita da un Qassam palestinese