Il “moderato” Rouhani definisce Israele “un cancro” da estirpare

Intanto i suoi lacchè di Hamas non esitano a usare malati palestinesi in cura in Israele per organizzare attentati all’interno dello stato ebraico

Il presidente dell’Iran Hassan Rouhani (a destra) riceve la rappresentante della politica estera dell’Unione Europea, Federica Mogherini (foto d’archivio)

Il presidente dell’Iran, Hassan Rouhani, ha definito Israele un “tumore canceroso”. I dirigenti iraniani spesso condannano Israele con estrema violenza annunciandone la fine, ma Rouhani, un presidente considerato da molti relativamente “moderato”, in genere sta attento a non utilizzare questo genere di retorica. Sabato scorso, invece, intervenendo a una conferenza annuale sull’unità islamica in corso a Teheran, Rouhani ha sostenuto che “uno dei risultati infausti della seconda guerra mondiale è stata la formazione di un tumore canceroso in questa regione”.

Il presidente iraniano ha continuato definendo Israele un “regime finto” creato dai paesi occidentali, e ha invocato l’unità di tutto il mondo musulmano contro di esso. “Oggi – ha proclamato il presidente iraniano – non c’è altra possibilità, per i musulmani, che l’unità e la solidarietà: se ci uniamo, possiamo senza dubbio conseguire la vittoria contro i sionisti e gli americani. Il mondo musulmano è solo, e i musulmani devono tenersi per mano. Fare assegnamento su estranei è il più grande errore storico”.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha commentato: “Israele sa molto bene come difendersi dal criminale regime iraniano. Le infamie di Rouhani, che invoca la distruzione di Israele, mostrano ancora una volta perché le nazioni del mondo dovrebbero aderire alle sanzioni contro il regime terrorista iraniano che le minaccia”.
(Da: YnetNews, 25.11.18)

Il tweet postato domenica da Ali Khamenei

In un tweet diffuso domenica, la Guida Suprema iraniana, Ali Khamenei, ha affermato che oggi “il regime sionista è chiaramente più debole” di quanto fosse 10 o 20 anni fa, come dimostrerebbe – a suo dire – il fatto che Israele è stato “sconfitto” da Hezbollah nella guerra dell’estate del 2006, e dalla “resistenza palestinese” nelle guerre contro Hamas a Gaza del dicembre 2008-gennaio 2009, del novembre 2012 e nella “guerra di due giorni” di questo mese (per qualche motivo, Khamenei non cita la guerra contro Hamas dell’estate 2014, ndr).
(Da: Times of Israel, 25.11.18)

I servizi di sicurezza israeliani hanno sventato un tentativo dei capi di Hamas a Gaza di creare un’infrastruttura terroristica in Cisgiordania destinata a preparare e attuare attentati all’interno di Israele. Dalle indagini, di cui è stata data notizia giovedì scorso, è emerso che membri delle Brigate Izz ad-Din al-Qassam, ala militare di Hamas, avevano reclutato attivisti in Cisgiordania, avevano insegnato loro a fabbricare ordigni esplosivi e li hanno incaricati di individuare luoghi affollati da colpire all’interno della Linea Verde come un centro commerciale, un ristorante, un hotel, un treno o un autobus.

I servizi di sicurezza sottolineano che il piano risulta di portata molto più ampia e rappresentava un pericolo molto più grande rispetto ad analoghi tentativi del recente passato, giacché era guidato direttamente dall’alto comando delle Brigate Izz ad-Din al-Qassam di Hamas a Gaza, che faceva pressione sugli attivisti in Cisgiordania affinché mettessero a segno gli attentati programmati il prima possibile allo scopo di imprimere un’escalation allo scontro con Israele.

I comandi di Hamas comunicavano con i terroristi in Cisgiordania attraverso messaggi trasmessi da pazienti palestinesi di Gaza autorizzati a recarsi in Israele per sottoporsi a trattamenti medici salvavita, così come da altri palestinesi di Gaza che intrattengono rapporti commerciali in Cisgiordania. I servizi di sicurezza israeliani fanno notare che questa non è la prima volta che Hamas non esita a sfruttare casi umanitari per cercare di realizzare operazioni terroristiche in Cisgiordania.

La rete terroristica è stata scoperta grazie all’arresto, lo scorso 23 settembre, di Awis Rajoub, un terrorista di Hamas di 25 anni originario di Dura, presso Hebron. I servizi avevano appreso delle attività di Rajoub per conto dell’ala militare di Hamas dopo che questi ne aveva accennato ad alcuni amici e parenti ai quali aveva chiesto assistenza per il reperimento dei materiali necessari per fabbricare bombe. L’11 agosto Rajoub è stato mandato in un emporio medico a Ramallah a ritirare un cellulare per le comunicazioni con i suoi capi a Gaza. Alcuni giorni dopo ha incontrato una palestinese di Gaza, Naama Miqdad, di 53 anni, che accompagnava per cure mediche in Israele la sorella 47enne malata di cancro. Miqdad era stata incaricata da Hamas di fornirgli la password per il suo telefono e le istruzioni su come utilizzare il dispositivo. Dopo di che i capi da Gaza hanno inviato dei video sul cellulare per istruire Rajoub su come fabbricare ordigni comandati a distanza. Rajoub ha anche intrattenuto video-conversazioni con un esperto di esplosivi che fa parte della struttura terroristica. A sua volta Rajoub ha ingaggiato due membri di Hamas originari di Battir, Yazan e Sayyaf Asafra, ordinando loro di individuare obiettivi adatti per un attentato all’interno di Israele mentre lui si dedicava alla preparazione degli esplosivi. A Rajoub era stato ordinato di terminare i preparativi entro la fine di settembre e realizzare l’attacco terroristico all’inizio di ottobre. A quel punto, sono intervenuti i servizi di sicurezza israeliani che lo hanno arrestato in tempo.
(Da: YnetNews, 22.11.18)