Il necessario governo di emergenza nazionale

Ad essere in pericolo, ora, non sono più il tessuto sociale e lo spirito collettivo, ma la sopravvivenza stessa

Di Nadav Shragai

Nadav Shragai, autore di questo articolo

Dopo tre campagne elettorali, una cosa è ben chiara: qui non ci sono vincitori, solo sconfitti. La frattura tra le varie parti della società israeliana si allarga di giorno in giorno e sembriamo consumati dallo scontro e dall’ostilità reciproca. Ma ad essere in pericolo, ora, non sono più il nostro tessuto sociale e lo spirito collettivo: è la sopravvivenza stessa.

È chiaro a tutti che la crisi scatenata dal coronavirus peggiorerà prima che possa migliorare, e comporterà un prezzo pesante per l’economia, il sistema sanitario, il mercato del lavoro e altro ancora. Per non parlare del costo in vite umane.

Il primo ministro Benjamin Netanyahu e il leader di Blu-Bianco Benny Gantz devono guardarsi negli occhi, e guardare negli occhi la realtà, rinunciare a solenni impegni elettorali, mettere da parte l’animosità personale e dimenticare il proprio ego. Chiunque faccia prevalere le manovre politiche su tutto il resto, in un momento come questo, chiaramente non ha a cuore il maggiore interesse di Israele. I nostri politici ci hanno trascinato profondamente nelle loro rivalità personali e ideologiche. Queste rivalità hanno un tempo e un luogo. Ma ora non è né il tempo né il luogo. La posta in gioco è semplicemente troppo alta.

Gantz deve lasciar perdere il fatto che Netanyahu dovrà presto affrontare un processo penale. Ci sono circa 2,5 milioni di elettori che, pur sapendolo, hanno votato comunque il blocco di destra. Netanyahu, da parte sua, deve capire che, anche al di fuori del suo blocco, ci sono milioni di bravi cittadini devoti al bene del paese. Ora è il momento di trovare un comune denominatore. E’ il momento di unirsi e iniziare a guarire le ferite create dalla situazione di stallo politico e quelle che sappiamo che il coronavirus infliggerà.

Lavori di disinfezione alla Knesset

Il nuovo governo dovrebbe essere un governo di emergenza a breve termine. Definirlo un governo “di unità” sarà forzato, ma da questa crisi e dall’unità forzata imposta dalle circostanze potrebbe nascere un’unità autentica.

Netanyahu dovrebbe essere il primo premier nell’eventuale accordo di rotazione, nonostante il processo a suo carico: la sua esperienza e il suo status lo impongono. Benny Gantz, che non ha ancora esperienza di governo, non potrà che trarne beneficio guadagnando il tempo necessario per apprendere prima di diventare primo ministro. La storia ha assegnato al presidente Reuven Rivlin l’importante compito di costringere le parti a cooperare. E Rivlin non è un politico alle prime armi.

Il governo di emergenza ha bisogno soltanto di alcuni intese di base tra le parti. Tra un anno o due potremo tenere altre elezioni anticipate, ma a quel punto avremo alle spalle un’esperienza tutta diversa e anche l’esito del voto potrà cambiare.

(Da: Israel HaYom, 15.3.20)