Il Nobel per la medicina che mutò da oppositore ad ammiratore di Israele

Da giovane soldato britannico in Palestina nel 1947, il futuro inventore della fecondazione in vitro si infuriò per l’Affaire dei Sergenti. Un visita 42 anni dopo gli ha fatto cambiare idea

Da un articolo di Judy Siegel-Itzkovich

image_2953L’antipatia che il neo premio Nobel per la medicina Robert Edwards provava per gli ebrei di Palestina si è trasformata in una grande ammirazione per lo stato ebraico nel 1989, grazie a un giro in macchina di due ore con Kitty Schenker, moglie dell’ostetrico e ginecologo Joseph Schenker, del Centro Medico Hadassah dell’Università di Gerusalemme che l’aveva invitato a un convegno sulla fertilizzazione in vitro.
La collera di Edwards verso gli ebrei, ha appreso lunedì il Jerusalem Post si era accesa nel 1947quando era un giovane soldato inglese nella Palestina Mandataria. A quell’epoca due sergenti inglesi vennero uccisi dall’organizzazione ebraica clandestina Etzel (Irgun Tzvai Leumi) come rappresaglia contro le autorità inglesi, che avevano eseguito condanne contro membri dell’Irgun accusati di terrorismo. I corpi dei sergenti uccisi vennero travati appesi in un bosco di eucalipti vicino a Netanya, dopo di che le truppe inglesi e la polizia si abbandonarono ad un raid furibondo a Tel Aviv, in cui furono uccisi cinque ebrei. L’Affaire dei sergenti, come venne chiamato, scatenò persino dei tumulti antisemiti in alcune città inglesi. Edwards, che era membro dello stesso plotone dei sergenti Clifford Martin e Mervyn Paice, si infurò tanto per la loro morte da diventare un fiero oppositore dello stato di Israele.
Joseph Schenker, per anni a capo del dipartimento di ostetricia e ginecologia dell’ospedale Hadassah, è colui che fece nascere il primo bambino israeliano in provetta: a Gerusalemme in 1981, tre anni dopo la nascita del primo al mondo in assoluto, Louise Brown, il cui embrione era stato concepito in Inghilterra con la fecondazione in vitro da Edwards e dal suo collega Patrick Steptoe.
“Era un maschio – ricorda Schenker – e promisi alla madre che non avrei mai rivelato il suo nome, perché temeva che il figlio si sarebbe trovato in imbarazzo per il modo in cui era stato concepito”.
Schenker, che oggi è presidente dell’International Academy of Human Reproduction, dice di aver incontrato “Bob”, che ha ora 85 anni, in vari congressi all’estero, e di averlo anche menzionato per il premio Nobel per la medicina già 15 anni fa. “Ma non l’ha ricevuto prima perché i membri dell’Accademia del Nobel erano arrabbiati con lui e con Steptoe per aver tenuto segreto il processo della fecondazione in vitro fino a quando, in seguito, decisero di rivelare l’informazione”. Steptoe, deceduto nel 1988, non ha potuto ricevere il premio in quanto il Nobel non può essere assegnato postumo, spiega Schenker.
Quando nel 1989 fu programmato il convegno sulla fecondazione assistita all’Hilton Hotel di Gerusalemme (oggi Crowne Plaza), Schenker invitò Edwards, il quale dapprima rifiutò, sostenendo che gli israeliani “perseguitano” gli arabi. Poi, al crescere delle pressioni internazionali, “arrivò per il secondo giorno”, ma si rifiutava di parlare al convegno e rimaneva in albergo. A quel punto Kitty, la moglie di Schenker, si offrì di portare Edwards a fare un giro in auto. Lo portò alla Città Vecchia di Gerusalemme, nel villaggio arabo-israeliano di Abu Ghosh e in altre località israeliane dove lo scienziato vide che gli arabi vivevano bene e prosperavano. “Da quel momento cambiò la sua opinione su Israele”, racconta Schenker. Edwards invitò perfino Schenker ad entrare nel consiglio d’amministrazione di una rivista medica da lui diretta.
Schenker ha appena pubblicato un volume in ebraico di 600 pagine intitolato “Promuovere la salute delle donne”, in cui riconosce molti meriti a Edwards e Steptoe. “Hanno compiuto una rivoluzione – dice – Grazie alla loro tecnica sono nati 4 o 5 milioni di bambini, e oggi il 2% di tutte le nascite in Israele avviene per fecondazione in vitro: una vera benedizione”.
La fecondazione in vitro è particolarmente diffusa in Israele, unico paese occidentale che garantisce tale procedimento finanziato dal servizio sanitario per il primo e secondo figlio. Sono più di 30.000 i bambini concepiti con questa tecnica in Israele, dove si calcola che vengano somministrati 1.657 trattamenti di fertilità ogni milione di abitanti contro una media dei paesi occidentali di 289 trattamenti per milione di abitanti.

(Da: Jerusalem Post, israele.net, 5.10.10)