Il nodo è il riconoscimento dello stato ebraico

Netanyahu ad AIPAC: “Israele non è quel che c’è di sbagliato in M.O., ma quel che c’è di giusto”.

image_3141Lo stato d’Israele non è alla radice del problema del Medio Oriente ed è ora di smetterla di incolparlo di tutti i guai della regione. Lo ha detto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu lunedì sera, parlando al congresso di Aipac (American Israel Public Affairs Committee) a Washington.
“Sui circa 300 milioni di arabi che vivono in Medio Oriente – ha detto Netanyahu – i soli che godono di autentici diritti democratici sono il milione e passa di arabi che vivono in Israele. Il che porta a riflettere su una verità di fondo: Israele non è quel che c’è di sbagliato in Medio Oriente, Israele è quello che va bene in Medio Oriente”.
“Se non c’è stata pace, finora – ha proseguito il primo ministro israeliano – è perché i palestinesi l’hanno rifiutata, rifiutando di riconoscere lo stato ebraico. Il conflitto ruota da sempre attorno a questo nodo. I problemi da risolvere fra Israele e palestinesi sono molti, ma noi possiamo fare la pace con i palestinesi solo se loro sono disposti a fare la pace con lo stato ebraico”.
Netanyahu ha poi sottolineato che Israele non può tornare sulle linee “indifendibili” del 1967 ed ha anticipato che nel suo imminente discorso, martedì, al Congresso americano intende delineare la sua visione per una pace fra Israele e palestinesi: “La pace deve lasciare a Israele la sua sicurezza – ha specificato – e pertanto Israele non può tornare sulle linee indifendibili del 1967”.
Secondo il primo ministro, i recenti avvenimenti in Medio Oriente chiariscono una volta per tutte che i problemi della regione non hanno origine in Israele. Facendo riferimento a vari paesi mediorientali, Netanyahu ha sottolineato che i problemi dei cittadini di quei paesi non hanno nulla a che fare con Israele. “Quello che hanno in mente è la loro libertà – ha detto – E’ tempo di smetterla di incolpare Israele per tutti i problemi della regione”. La pace, ha spiegato, è certamente un “interesse vitale” per Israele, ma essa non risolverà tutti i problemi del Medio Oriente: “Ciò che può risolverli è solo la democrazia”.
Netanyahu ha sottolineato l’unicità di Israele in Medio Oriente, dicendo che lo stato ebraico è l’unico in tutta la regione che offre ai cristiani mediorientali piena libertà di culto. “Solo Israele – ha detto – garantisce libertà per tutte le religioni. Ecco perché l’unico luogo in tutto il Medio Oriente dove i cristiani sono completamente liberi di praticare la loro fede è il democratico stato d’Israele. Ed è per questo motivo che solo con Israele si può star certi che venga garantita piena libertà di fede nella città unita di Gerusalemme, la nostra eterna capitale”.
Netanyahu ha anche ringraziato il presidente Usa Barack Obama per il “vitale aiuto” assicurato dell’America a Israele, cosa che mette Israele in condizione “di difendersi da solo”, aggiungendo che Israele e Stati Uniti “hanno stretto una duratura amicizia non soltanto fra i loro governi, ma soprattutto fra i loro popoli”. Sottolineando i rapporti economici fra i due paesi, il primo ministro israeliano ha osservato che negli ultimi anni le aziende israeliane hanno investito negli Stati Uniti più di 50 miliardi di dollari, e ha ricordato l’ampia gamma di cooperazioni in campo medico ed energetico, aggiungendo che, se gli sforzi congiunti per trovare un’alternativa al combustibile attuale avranno successo, “potremo cambiare la storia”.
A un certo punto, il discorso di Netanyahu è stato interrotto da cinque militanti anti-israeliani che hanno srotolato striscioni gridando slogan contro Israele. “Pensate che facciano questo genere di proteste a Gaza?” è stato il commento ironico di Netanyahu, che ha poi concluso: “Questa è l’essenza della grande alleanza fra i nostri due paesi: due popoli legati nella libertà e nella ricerca della libertà e della pace per tutti”.

(Da: YnetNews, 24.5.11)