Il piano di disimpegno di Sharon

Il testo completo del piano di disimpegno dalla striscia di Gaza e da una parte della Cisgiordania

image_55Questo il testo completo del piano di disimpegno dalla striscia di Gaza e da una parte della Cisgiordania comunicato alla stampa il 18 aprile 2004.

1. Linee generali

Israele e’ impegnato per il processo di pace e aspira ad arrivare a una soluzione concordata del conflitto sulla base del principio “due stati per due popoli”, lo stato di Israele come stato del popolo ebraico e uno stato palestinese come stato del popolo palestinese, nel quadro dell’attuazione della prospettiva indicata dal presidente Bush [nel discorso del 24 giugno 2002].
Israele si preoccupa di far progredire e di migliorare la situazione attuale. Israele e’ giunto alla conclusione che attualmente non esiste un interlocutore palestinese affidabile con cui possa fare progressi nel processo di pace bilaterale. Di conseguenza, Israele ha sviluppato un piano di disimpegno unilaterale basato sulle seguenti considerazioni:
I. Lo stallo imposto dalla situazione attuale e’ dannoso. Per uscire dallo stallo, Israele deve avviare iniziative indipendenti dalla cooperazione palestinese.
II. Il piano condurra’ a un miglioramento delle condizioni di sicurezza, perlomeno a lungo termine.
III. Il concetto secondo cui qualunque futura composizione definita non prevedera’ citta’ o villaggi israeliani nella striscia di Gaza. D’altra parte, e’ chiaro che in Cisgiordania vi sono zone che faranno parte dello stato di Israele, comprese citta’, cittadine e villaggi, aree e installazioni di sicurezza e altri luoghi di interesse particolare per Israele.
IV. Il trasferimento dalla striscia di Gaza e dalla Samaria settentrionale (come indicato nella mappa) ridurra’ le frizioni con la popolazione palestinese e comportera’ un potenziale miglioramento dell’economia e delle condizioni di vita palestinesi.
V. La speranza e’ che i palestinesi colgano l’occasione creata dal disimpegno per interrompere la spirale di violenze e tornare a impegnarsi nel processo negoziale.
VI. Il processo di disimpegno servira’ a cancellare attribuzioni di responsabilita’ a Israele per i palestinesi nella striscia di Gaza.
VII. Il processo di disimpegno non pregiudica gli accordi israelo-palestinesi. Le inetse pertinenti continueranno a essere applicate.
VIII. Quando la parte palestinese dimostrera’ la volonta’, la capacita’ e l’attuazione in concreto della lotta contro il terrorismo e delle riforme istituzionali previste dalla Road Map, allora sara’ possibile tornare al dialogo e al tavolo negoziale.

2. Elementi principali

I. Striscia di Gaza
1) Israele sgombrera’ la striscia di Gaza, comprese tutte le cittadine ei villaggi israeliani che vi esistono, e si riposizionera’ al di fuori della striscia di Gaza.Cio’ non comprende il dispiegamento militare nell’area di confine tra la striscia di Gaza e l’Egitto (la “Philadelphi Route”), come specificato piu’ oltre.
2) Una volta completato questo processo, non vi sara’ piu’ alcuna presenza permanente di civili o di forze di sicurezza israeliane nelle parti di territorio della striscia di Gaza che saranno state sgomberate.
3) Di conseguenza non vi sara’ piu’ fondamento per sostenere che la striscia di Gaza e’ territorio occupato.

II. Cisgiordania
1) Israele sgomberera’ un’Area Settentrionale della Samaria (vedi mappa), compresi quattro villaggi e tutte le installazioni militari, e di riposizionera’ al di fuori dell’area sgomberata.
2) Una volta completato questo processo, non vi sara’ piu’ alcuna presenza permanente di civili o di forze di sicurezza israeliane nell’Area Settentrionale della Samaria.
3) La manovra permettera’ la continuita’ territoriale per i palestinesi nell’Area Settentrionale della Samaria.
4) Israele migliorera’ le infrastrutture dei trasporti in Cisgiordania al fine di agevolare la continuita’ dei trasporti palestinesi.
5) Il processo agevolera’ le attivita’ economiche e commerciali palestinesi in Cisgiordania.
6) Barriera di sicurezza: Israele continuera’ a costruire la barriera di sicurezza, in conformita’ con le pertinenti decisioni del governo.Il tracciato terra’ conto di considerazioni umanitarie.

3. Situazione della sicurezza dopo il disimpegno

I. Striscia di Gaza
1) Israele custodira’ e monitorera’ il perimetro di territorio esterno alla striscia di Gaza, continuera’ a mantenere esclusiva autorita’ sullo spazio aereo di Gaza e continuera’ ad esercitare attivita’ di sicurezza nel mare di fronte alla costa della striscia di Gaza.
2) La striscia di Gaza sara’ smilitarizzata e priva di armamenti la cui presenza non sia conforme agli accordi israelo-palestinesi.
3) Israele si riserva il proprio inalienabile diritto all’autodifesa, sia preventiva che reattiva, compreso quando necessario l’uso della forza a fronte di minacce provenienti dalla striscia di Gaza.

II. Cisgiordania
1) Una volta completato lo sgombero dall’Area Settentrionale della Samaria, non restera’ alcuna presenza militare israeliana permanente nell’area.
2) Israele si riserva il proprio inalienabile diritto all’autodifesa, sia preventiva che reattiva, compreso quando necessario l’uso della forza a fronte di minacce provenienti dall’Area Settentrionale della Samaria.
3) In altre aree della Cisgiordania continueranno le attuali attivita’ di sicurezza. Comunque, circostanze permettendo, Israele prendera’ in considerazione la riduzione di tali attività nelle citta’ palestinesi.
4) Israele operera’ per ridurre il numero di posti di blocco all’interno della Cisgiordania.

4. Installazioni militari e infrastrutture nella striscia di Gaza e nell’Area Settentrionale della Samaria

In generale saranno smantellate e rimosse, ad eccezione di quelle che Israele decidera’ di lasciare e trasferire ad un altro soggetto.

5. Assistenza ai palestinesi sulla sicurezza

Israele concorda che, in coordinazione con esso, vengano forniti consulenza, aiuto e addestramento alle forze di sicurezza palestinesi per l’adempimento del loro compito di combattere il terrorismo e mantenere l’ordine pubblico, ad opera di esperti americani, britannici, egiziani, giordani o altri, in accordo con Israele. Nessuna forza di sicurezza straniera puo’ entrare nella striscia di Gaza o in Cisgiordania senza coordinamento e approvazione d’Israele.

6. L’area di confine fra striscia di Gaza ed Egitto (Philadelphi Route)

Inizialmente Israele continuera’ a mantenere una presenza militare lungo il confitto tra striscia di Gaza ed Egitto (Philadelphi route). Questa presenza e’ una necessita’ di sicurezza essenziale. In certi luoghi, considerazioni di sicurezza possono richiedere un ampliamento dell’area in cui viene condotta l’attivita’ militare.
Successivamente verra’ preso in considerazione lo sgombero da quest’area. Lo sgombero dall’area dipendera’, fra l’altro, dalla situazione di sicurezza e dal grado di cooperazione con l’Egitto nel creare un accomodamento alternativo affidabile.
Se e quando le condizioni permetteranno lo sgombero da quest’area, Israele sara’ disposto a considerare la possibilita’ di istituire un porto marittimo e un aeroporto nella striscia di Gaza, in conformita’ con intese da concordare con Israele.

7. Citta’ e villaggi Israeliani

Israele si sforzera’ di lasciare intatti beni immobili relativi a cittadine e villaggi israeliani. Il trasferimento di attivita’ economiche israeliane ai palestinesi comporta una potenzialita’ di significativo miglioramento dell’economia palestinese. Israele propone che venga istituito un ente internazionale (sulla falsariga dell’AHLC) che, con l’accordo di Stati Uniti e Israele, ricevera’ da Israele il possesso di proprieta’ che resteranno in loco e stimera’ il valore di tali beni.
Israele si riserva il diritto di richiedere che si tenga conto del valore economico dei beni lasciati nelle aree sgomberate.

8. Infrastrutture civili e intese

Infrastrutture relative ad acqua, elettricita’, scarichi e telecomunicazioni che servono i palestinesi resteranno al loro posto. Israele si sforzera’ di lasciare al loro posto le infrastrutture relative ad acqua, elettricita’ e scarichi che attualmente servono cittadine e villaggi israeliani. In generale, Israele permettera’ la continuazione delle forniture di elettricita’, acqua, gas e benzina ai palestinesi, in conformita’ con le attuali intese. Resteranno in vigore altre intese oggi in atto, come quelle relative alle sfere idrica ed elettromagnetica.

9. Attivita’ delle organizzazioni internazionali

Israele riconosce la grande importanza della continua attivita’ delle organizzazioni internazionali che assistono la popolazione palestinese. Israele coordinera’ delle intese con queste organizzazioni per facilitare tali attivita’.

10. Intese economiche

In generale, le intese economiche attualmente in atto tra Israele e palestinese resteranno nel frattempo in vigore. Tali intese comprendono, fra l’altro:
I. l’ingresso di lavoratori in Israele in conformita’ ai criteri esistenti
II. l’ingresso e l’uscita di beni tra striscia di Gaza, Cisgiordania, Israele e l’estero
III. il regime monetario
IV. intese su tasse e dogane
V. intese su poste e telecomunicazioni.
A lungo termine, in linea con l’interesse che ha Israele nell’incoraggiare una maggiora indipendenza economica palestinese, Israele conta di ridurre il numero di lavoratori palestinesi che entrano in Israele. Israele appoggia lo sviluppo di fonti di impiego nella striscia di Gaza e nelle aree palestinesi della Cisgiordania.

11. Zona industriale di Erez

La zona industriale di Erez, situata nella striscia di Gaza, da’ lavoro a circa 4.000 lavoratori palestinesi. La continua operativita’ della zona e’ prima di tutto un chiaro interesse palestinese. Israele considerera’ la continuazione dell’operativita’ della zona sulle basi attuali, a due condizioni:
I. l’esistenza di appropriate intese sulla sicurezza
II. l’esplicito riconoscimento da parte della comunita’ internazionale che la continua operativita’ della zona sulle basi attuali non verra’ considerata come continuazione del controllo d’Israele sull’area.
In alternativa, la zona industriale verra’ trasferita alla responsabilita’ di un ente palestinese o internazionale concordato.
Israele cerchera’ di esaminare, insieme all’Egitto, la possibilita’ di creare un’area industriale congiunta nella zona tra la striscia di Gaza, l’Egitto e Israele.

12. Passaggi internazionali

I. Il passaggio internazionale tra striscia di Gaza e Egitto
1) Continuera’ l’accomodamento attuale
2) Israele e’ interessato a spostare il passaggio nella zona “dei tre confini”, approssimativamente due chilometri a sud dell’attuale collocazione. Cio’ va attuato in coordinamento con l’Egitto. Tale mossa permetterebbe di estendere le ore di operativita’ del passaggio.

II. I passaggi internazionali tra Cisgiordania e Giordania:
Continueranno gli accomodamenti attuali.

13. Il punto di passaggio di Erez

La parte israeliana del punto di passaggio di Erez sara’ spostata in un luogo all’interno di Israele secondo un calendario da stabilire separatamente.

14. Calendario

Il processo di sgombero e’ programmato per essere completato entro la fine del 2005. Gli stadi dello sgombero e il calendario dettagliato saranno resi noti agli Stati Uniti.

15. Conclusione

Israele conta su un vasto sostegno al piano di disimpegno da parte della comunita’ internazionale. Questo sostegno e’ essenziale al fine di portare i palestinesi a rispettare nel concreto il loro dovere di combattere il terrorismo e attuare le riforme, permettendo cosi’ alle parti di tornare al tavolo negoziale.

Impegni degli Usa come parte del piano di disimpegno

1. Il 14 aprile con una lettera presidenziale gli Stati Uniti si sono assunti i seguenti impegni:
– Mantenere il principio fondamentale del governo secondo cui nessun processo politico con i palestinesi avra’ luogo prima dello smantellamento delle organizzazioni terroristiche, come previsto dalla Road Map.
– Impegno americano che non verra’ esercitata alcuna pressione politica su Israele affinche’ adotti altri piani oltre alla Road Map e che non vi saranno negoziati politici con i palestinesi finche’ non rispetteranno i loro impegni sulla base della Road Map (piena cessazione di terrorismo, violenza e istigazione; smantellamento delle organizzazioni; cambio di leadership e attuazione di riforme complessive nell’Autorita’ Palestinese).
– Inequivocabile riconoscimento americano del diritto di Israele a confini sicuri e riconosciuti, che siano confini difendibili.
– Riconoscimento americano del diritto di Israele a difendersi, da se’ e ovunque, e salvaguardia del suo potere deterrente contro ogni minaccia.
– Riconoscimento americano del diritto di Israele di difendersi da attivita’ terroristiche e organizzazioni terroristiche dovunque siano, comprese le aree da cui Israele si sara’ ritirato. – Inequivocabile posizione americana circa i profughi, secondo cui non vi sara’ ritorno di profughi in Israele.
– Posizione americana secondo cui non vi sara’ ritorno alle linee del 1967 sulla base di due considerazioni principali: importanti centri di popolazione israeliana e attuazione del criterio confini difendibili.
– Posizione americana secondo cui importanti centri di popolazione israeliana saranno in ogni caso parte di Israele. Tutte le restanti aree di Giudea e Samaria saranno soggette a negoziato.
– Gli Stati Uniti pongono chiare condizioni per la creazione di un futuro stato palestinese e dichiarano che lo stato palestinese non sara’ creato finche’ le organizzazioni terroristiche non saranno smantellate, finche’ la leadership non sara’ sostituita e non saranno completate riforme complessive nell’Autorita’ Palestinese.
2. Le lettere del presidente Bush al primo ministro israeliano e del primo ministro israeliano al presidente Bush costituiscono parte del complessivo piano di disimpegno. Queste intese con gli Stati Uniti saranno valide solo se il piano di disimpegno sara’ approvato da Israele. Lo scambio di lettere tra il presidente Bush e il primo ministro israeliano, nonche’ la lettera del capo ufficio del primo ministro al consigliere Usa per la sicurezza nazionale vengono allegate a questo piano e ne costituiscono parte integrante.
3. Secondo la Road Map adottata dal governo d’Israele, Israele si e’ assunto un certo numero di impegni riguardo allo smantellamento di avamposti non autorizzati, limiti alla crescita degli insediamenti ecc. Nel quadro dei negoziati con gli americani, tutti i precedenti impegni d’Israele su tali questioni davanti all’amministrazione americana sono stati inclusi nella lettera del capo ufficio del primo ministro al consigliere Usa per la sicurezza nazionale.

(Da: Ministero degli esteri israeliano, 18.04.04)

Nella foto in alto: Il primo ministro israeliano Ariel Sharon e il presidente Usa Bush alla Casa Bianca