Il piccolo Israele è un gigante nella ricerca scientifica

Un mix di determinazione e testardaggine permette a Israele di dare risultati eccellenti sia nell’accademia che nelle start-up ad alta tecnologia

Di Jonah Mandel

image_3292Il contributo al mondo della ricerca scientifica ha procurato a Israele un crescente numero di riconoscimenti, ed oggi lo stato ebraico produce un numero impressionante di successi rispetto alle sue dimensioni.
Il professore Dan Shechtman è il decimo israeliano a vincere il premio Nobel. L’ha conseguito nella chimica, per la sua scoperta dei “quasi-cristalli”, che ha ribaltato la teoria scientifica sulla natura dei solidi. “E’ un cambiamento di paradigma, nella chimica – spiega Sven Lidin, membro del Comitato del Nobel per la chimica – Le sue scoperte hanno portato a riscrivere il primo capitolo dei testi sull’ordine della materia”.
Il successo di Shechtman è stato salutato dai leader d’Israele come dimostrazione della ricca tradizione del paese nella ricerca accademica. “Voglio congratularmi con lei a nome dei cittadini di Israele per la sua affermazione, che riflette l’intelligenza del nostro popolo”, ha dichiarato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. “Non ci sono molti paesi che hanno vinto un così gran numero di premi Nobel”, gi ha fatto eco il presidente Shimon Peres, a sua volta vincitore di un Nobel. Negli ultimi 45 anni, Israele ha conseguito un totale di 10 premi Nobel: un grande risultato per un paese di soli 7.8 milioni di abitanti. Quattro sono stati assegnati nel campo della chimica, due per l’economia, uno per la letteratura e tre per la pace, tra cui quello di Peres.
Ma non è solo questione di premi Nobel. Israele è il paese che conta il maggior numero di ingegneri pro capite, ed è secondo solo agli Stati Uniti per il numero di società quotate al Nasdaq (l’indice dei titoli tecnologici della borsa americana). Tutti i grandi nomi della tecnologia – da Intel, a Google, a Microsoft – hanno importanti centri di ricerca e sviluppo in Israele, dove si contano 500 nuove start-up ogni anno.
Tre dei quattro Nobel per la chimica israeliani, compreso Shechtman, si sono laureati al Technion, la prestigiosa università tecnologica di Haifa (città portuale del nord di Israele) che ha sfornato il 70% degli ingegneri del paese e l’80% dei dirigenti delle compagnie quotate nel Nasdaq. Il quarto Nobel israeliano per la chimica, assegnato nel 2009, proviene dal Weizmann Institute of Science di rechovot, presso Tel Aviv: uno dei principali istituti di ricerca del paese, vincitore per due volte del Turing Award, altrimenti noto come il Premio Nobel per il calcolo informatico. Altri ricercatori del Weizmann si sono guadagnati i prestigiosi premi Wolf per la medicina.
Parte del successo di Israele nell’accademia come nell’high-tech sta negli scienziati e ricercatori locali che “fanno di più con meno”, come dice Saul Singer, autore nel 2009 del bestseller “Start-up Nation: The Story of Israel’s Economic Miracle” (Una nazione start-up: storia del miracolo economico israeliano). “Se guardate i 25 principali farmaci sviluppati nell’ultima decina d’anni, sette di essi sono stati in parte sviluppati al Weizmann: non c’è un’altra istituzione al mondo che possa dire lo stesso” dice Singer, sottolineando che la stessa Harvard ne ha sviluppati soltanto due, e con un budget molto maggiore. “Oppure – aggiunge – l’Università di Tel Aviv, che di recente si è classificata all’undicesimo posto come numero di citazioni scientifiche per membro di facoltà: più di Oxford, Cambridge e Yale. Non c’è paragone in termini di budget investito”.
È il mix di determinazione e testardaggine che ha permesso a Israele di dare risultati eccellenti sia nell’accademia che nelle start-up, secondo Singer. “Israele – dice – è diventato molto bravo in questo genere di cose. La dinamica dell’essere determinati, creativi e di fare più con meno, e anche di cercare di risolvere grandi problemi, la vedete sia nell’accademia che a livello di start-up”.
Congratulandosi con Shechtman, iI ministro dell’istruzione israeliano Gideon Saar ha ribadito che la ricerca scientifica sarà importantissima per il futuro di Israele. “Sviluppare il capitale umano e investire nell’istruzione di base e nell’istruzione superiore sono la chiave per il successo e per la ricerca scientifica nel futuro – ha concluso il ministro – Il futuro dello stato di Israele sarà assicurato solo dalla ricerca al massimo livello”.

(Da: AFP, 05.10.11)