L’imam di al-Aqsa scomunica ogni musulmano che osa vendere immobili a ebrei

Intanto il professore giordano di diritto islamico spiega: “Oggi è proibito dire ebreo, e allora diciamo sionista”

Ikrimah Sabri, imam della moschea al-Aqsa

Lo sceicco Ikrimah Sabri, predicatore della moschea al-Aqsa ed ex Gran Mufti di Gerusalemme, ha annunciato che a qualsiasi musulmano che venda terreni o immobili agli ebrei sarà negata la sepoltura in un cimitero musulmano.

La nuova fatwa (decreto religioso islamico) di Sabri è arrivata subito dopo che giovedì mattina 15 famiglie ebree si sono trasferite in 15 appartamenti acquistati dall’organizzazione ebraica Ateret Cohanim nel quartiere di Silwan (Kfar HaShiloach), un sobborgo che si trova poco fuori le mura di Gerusalemme Vecchia, sul versante sud-ovest del Monte degli Ulivi. A Silwan, che comprende il sito archeologico della Città di David (Ir David), visse una comunità di ebrei yemeniti dal 1881–82 fino al 1936-39 quando dovette essere sgomberata a causa delle violenze arabe.

“Chiunque venda proprietà a organizzazioni ebraiche non sarà sepolto nei cimiteri musulmani”, ha proclamato Sabri.

Nel 2018, l’attuale Gran Mufti di Gerusalemme, Mohammed Hussein, emise un editto in cui si avverte che chiunque venga scoperto a “vendere, cedere o anche solo agevolare il trasferimento ai nemici di proprietà in qualsiasi parte di Gerusalemme o nella terra di Palestina sarà considerato eretico e traditore”.

La fatwa afferma inoltre che i musulmani devono rifiutarsi di fare affari, sposare, partecipare al funerale o permettere la sepoltura in un cimitero musulmano di qualsiasi musulmano coinvolto in transazioni immobiliari con ebrei.

Lo stesso giovedì, tre famiglie musulmane di Silwan hanno pubblicato dichiarazioni in cui “rinnegano” i figli per il loro presunto coinvolgimento nella vendita dei tre edifici ad Ateret Cohanim.

(Da: Jerusalem Post, 8.4.21)

Ahmad Nofal, professore di diritto islamico dell’Università di Giordania – Clicca la foto per il video MEMRI con sottotitoli in inglese

Si è costretti a usare il termine “sionisti” al posto di “ebrei” per evitare di essere “cancellati”, ma in realtà non c’è differenza tra i due termini. Lo ha dichiarato Ahmad Nofal, professore di diritto islamico dell’Università di Giordania, in un intervento lo scorso 2 aprile alla giordana Yarmouk TV (segnalato dal Middle East Media Research Institute). Nofal ha aggiunto che la necessità di usare un linguaggio circoscritto è la prova che i “sionisti” controllano il mondo.

“Vedete come governano il mondo? – ha detto Nofal, nel corso di una invettiva antisemita e anti-occidentale – Controllano persino le parole che si usano. Che tipo di potere è questo? Se si maledicono 1,7 [miliardi di] musulmani, non ci si può fare niente. Ma se osi dire una parola [sugli ebrei], ti cancellano”.

“La Massoneria globale è un movimento sionista – ha aggiunto il professore – Dici che non lo dovrei dire? Allora cos’è, un movimento nazionalista? Un movimento umanista? No, caro mio. Il sionismo ha inventato il concetto di Massoneria. Logge massoniche e quant’altro… il Gran Maestro… sono tutti concetti sionisti. Concetti ebraici… chiamali come ti pare. Ma oggigiorno è proibito dire ‘ebreo’. Proibito! Va bene, come volete. Diremo ‘sionista’: è la stessa cosa.”

Nofal ha poi esortato tutti i suoi ascoltatori a farsi un esame di coscienza alla ricerca di segni di corruzione occidentale. “Dobbiamo assicurarci che la cultura occidentale non abbia cambiato le nostre nozioni e i nostri gusti senza che nemmeno ce ne accorgiamo – ha detto – È come qualcuno che subisce un intervento chirurgico in anestesia. È quello che fanno i sionisti. Prelevano organi dai nostri pazienti [palestinesi]. Tagliano via una parte del fegato, si sa che quando tagli una parte del fegato, questo ricresce. E a volte ti impiantano malattie mentre sei sotto anestesia”.
(Da: Israel HaYom, 12.4.21)